Skip to content
Pubblicato inGenitori

Come prepararsi per il parto?

La preparazione per il parto è un passo che riguarda non solo la donna, ma la coppia stessa. Come affrontare quindi al meglio la nascita di una nuova vita? Risponde l’ostetrica del Santagostino.

prepararsi per il parto come fare

Prepararsi per il parto, che si tratti di un parto naturale o cesareo, è sempre fondamentale. Si tratta di un percorso che andrebbe intrapreso non solo nelle ultime settimane di gravidanza, ma anche nei mesi che precedono la fine della gestazione.

In questo modo è possibile per la donna andare in ospedale con il giusto bagaglio di informazioni e di consapevolezza. Così da affrontare con la maggiore serenità possibile il momento del parto.

La dottoressa Alice Pessina, ostetrica del Santagostino, approfondisce questo passaggio importante che precede la nascita.

Prenota una visita ostetrica

Prepararsi per il parto, perché è importante?

↑ top

Da un punto di vista ostetrico, è importante preparare non solo la donna ma la coppia al grande cambiamento che la nascita di un figlio comporta. Un cambiamento che avviene attraverso il travaglio e il parto, e che ha origine a partire dalla gravidanza.

È in un simile contesto che il travaglio e il parto così come la gravidanza, con tutte le loro trasformazioni fisiche, mentali ed emotive, e con loro anche la fatica e il dolore, preparano all’avvio di una nuova nascita.

Prepararsi al parto significa vivere con coscienza tutto ciò, avendo la consapevolezza di potercela fare non perché “Ce l’hanno fatta tutte”, come molte donne potrebbero pensare superficialmente.

Sarebbe infatti più utile e opportuna una reale consapevolezza di ciò che si sta per affrontare. Un percorso che porti a pensare di essere capaci di mettere al mondo e accudire il bimbo, o la bimba, che sta per nascere.

Questo dovrebbe essere il vero obiettivo di una buona preparazione al parto.

Quanto tempo prima il corpo si prepara al parto?

↑ top

Il corpo femminile comincia a prepararsi al parto molto prima dell’inizio effettivo del travaglio. Si tratta di un processo graduale che comporta diversi cambiamenti fisici nel corso della gravidanza:

  • cambiamenti ormonali: durante il periodo gestazionale, il corpo produce una serie di ormoni che producono il rilassamento dei muscoli e dei tessuti. Questo prepara il corpo non solo ad accogliere il feto ma, più avanti, ad affrontare il processo di dilatazione durante il travaglio
  • contrazioni di Braxton Hicks: già a partire dal secondo trimestre della gravidanza possono manifestarsi delle contrazioni lievi e irregolari che hanno lo scopo di preparare l’utero al parto. Con l’approssimarsi del parto lasciano il posto a delle contrazioni più frequenti e intense
  • “impegno” del feto: in vista del parto, il feto tende a posizionarsi nella parte inferiore dell’utero, superando il limite superiore del bacino materno. Questo processo nelle donne primipare può verificarsi già a partire dalla 36esima-37esima settimana, mentre nelle donne che hanno avuto gravidanze precedenti può coincidere con l’inizio del travaglio effettivo. Il mancato impegno del feto può rappresentare una condizione per l’esecuzione di un parto cesareo
  • dilatazione e accorciamento del collo dell’utero: nei giorni (specialmente nel caso di donne alla prima gravidanza) o nelle ore che precedono il parto, il collo dell’utero inizia a dilatarsi e ad accorciarsi in preparazione all’espulsione del bambino.

Come ci si sente il giorno prima del parto?

↑ top

Spesso ci si sente strane. A volte c’è un po’ di nausea, possono verificarsi frequenti scariche intestinali, perdite di muco anche striato di sangue, il famoso tappo mucoso. I dolori delle ultime settimane, prima del parto, possono diventare un po’ più intensi.

Perché il travaglio inizia di notte (spesso)?

↑ top

Il travaglio inizia di notte più spesso, rispetto al giorno, perché durante la notte si verifica una maggiore produzione di ossitocina.

A livello biologico, il ruolo dell’ossitocina consiste nello stimolare le contrazioni della muscolatura liscia quando l’utero è in travaglio.

Come prepararsi fisicamente al parto?

↑ top

La preparazione al parto può essere composta da diversi tasselli.

A partire dalla frequentazione di un buon corso di preparazione a parto, privilegiando quelli aperti alla coppia. I corsi di preparazione non solo forniscono informazioni sulla gestione del travaglio e del parto, ma spesso includono anche esercizi specifici per rafforzare o migliorare l’elasticità di muscoli e tessuti coinvolti nel processo della nascita, come nel caso del pavimento pelvico e della regione perineale.

Nella scelta, vanno preferiti i corsi condotti da un’ostetrica in modo tale da affiancare, oltre alla parte teorica, anche un lavoro di conoscenza ed esperienza sulle potenzialità del proprio corpo. In vista del parto.

Sarebbe opportuno, quindi, condurre uno stile di vita sano durante la gravidanza, ponendo particolare attenzione all’alimentarsi in modo adeguato, iniziando a rallentare i ritmi della vita, che sono spesso frenetici. E ascoltare i segnali del corpo che cambia.

In presenza di dolori o eventuali tensioni, può essere utile una consulenza osteopatica, oltre al dedicare del tempo al rilassamento sia fisico che mentale. Imparare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda o praticare lo yoga, per esempio, può aiutare a gestire il dolore durante il travaglio e a mantenere la calma.

Anche lo sport durante la gravidanza può essere una scelta da non sottovalutare. Mantenere un livello adeguato di attività fisica durante la gravidanza è fondamentale. Questo non significa fare sforzi intensi, ma piuttosto dedicarsi ad attività come camminare, fare ginnastica leggera, yoga o nuoto, che possono migliorare la resistenza e favorire la mobilità del corpo. La giusta attività fisica in questa fase può apportare notevoli benefici quali: 

  • maggiore controllo del peso durante la gestazione
  • miglioramento dell’umore
  • diminuzione del rischio di incorrere nella depressione post-partum
  • alleviamento di sintomi e dolori tipici della gravidanza (come la pubalgia).

Altre informazioni utili per una gravidanza sicura

↑ top

Accanto alla preparazione del parto, si può ricordare un insieme di buone pratiche da seguire fin da quando si hanno i primi sintomi di una gravidanza:

Cosa fare per aiutare la dilatazione?

↑ top

Per favorire la dilatazione e stimolare il parto in modo naturale, ci sono diversi “accorgimenti” che le future mamme possono considerare. Uno di questi è rimanere attive e in movimento durante tutta la gravidanza, non solo nella fase finale. Le donne che mantengono una buona attività fisica, infatti, hanno maggiori probabilità di avviare spontaneamente il travaglio e di avere tempi più brevi di parto.

Esercizi con la palla fitness, ad esempio, possono essere particolarmente utili, poiché aiutano ad assumere posizioni che favoriscono la discesa del bambino nella pelvi, preparando il corpo alla fase del parto.

Anche l’attività sessuale durante la gravidanza può contribuire a stimolare il parto:

  • il liquido seminale contiene prostaglandine, una sostanza che può favorire la maturazione del collo dell’utero, la stessa che viene utilizzata per l’induzione farmacologica del parto (parto indotto)
  • fare sesso in gravidanza può indurre microcontrazioni uterine, e contribuire così a preparare il corpo al travaglio.

Quanto è doloroso il parto naturale?

↑ top

Il parto naturale o eutocico è notoriamente un processo molto doloroso. La sua intensità, tuttavia, varia da donna a donna e può essere influenzata da diversi fattori. In generale, è più lieve nelle fasi iniziali e va poi intensificandosi all’approssimarsi del momento della nascita.

Durante la fase prodromica e quella dilatante, il dolore è più diffuso ed esteso alla parte bassa della schiena, alla zona pelvica e talvolta anche alla regione dei reni e alle gambe. Diventa poi più acuto e circoscritto nella fase espulsiva, interessando principalmente l’addome, il canale vaginale e il perineo. Quella dell’espulsione è considerata la fase più dolorosa, specialmente nel momento in cui la testa del bambino passa attraverso il canale del parto. Le contrazioni si fanno più forti e il processo di spinta può provocare un’intensa sensazione di stiramento e pressione.

Va sottolineato, tuttavia, che alcune donne percepiscono l’atto dell’espulsione come meno doloroso, poiché in questa fase il loro ruolo è più attivo rispetto alla fase precedente del travaglio. È importante aggiungere, inoltre, che il dolore legato alle contrazioni alterna picchi di intensità e momenti di rilassamento, in cui la donna può recuperare le energie.

Prenota una visita ostetrica

Cosa fare per non sentire dolore al parto?

↑ top

La paura del dolore durante il parto è un tema importante. A questo proposito, è importante distinguere un dolore fisiologico dal dolore patologico o iatrogeno, un dolore quindi riconducibile, direttamente o meno, ad un intervento terapeutico.

Nel primo caso vari strumenti di analgesia naturale, come uso dell’acqua, del movimento libero, dei massaggi e molta altra arte ostetrica, permettono di convivere con questo dolore fortissimo.

Fondamentale è essere sostenute da un rapporto one to one con l’ostetrica, e da un papà preparato. Il dolore del parto è potente, ma non è segno di malattia. Vale la pena chiedersi il significato di questo dolore, che è un ingrediente fondamentale per il parto.

In caso di dolore patologico o iatrogeno, oltre a tutto ciò che si mette in atto nella fisiologia, ormai tutte le sale parto offrono la possibilità della partoanalgesia. Si tratta della pratica più comunemente conosciuta come epidurale, che garantisce la scomparsa generalmente completa del dolore. La partoanalgesia, tolte le realtà nelle quali il ricorso sembra essere molto elevato, si giustifica come valido aiuto solo in situazioni particolari di sofferenza.

In generale, possono contribuire a rendere il dolore del parto più gestibile:

  • l’uso di tecniche di respirazione e rilassamento
  • un adeguato supporto emotivo
  • un ambiente rilassante.