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Pubblicato inSalute

Il latte fa bene o fa male? Sì o no?

Il latte in età adulta fa bene o fa male? Quali sono le controindicazioni e i falsi miti? Scopriamo insieme in questo articolo.

Il latte è un alimento ricco di nutrienti: è fonte di calcio e di potassio, contiene vitamine B e rafforza il sistema immunitario. Eppure, il suo effetto sulla salute in età adulta rimane un argomento di dibattito costante.

È vero, come sostiene qualcuno, che il latte è un alimento che porta più danni che benefici, soprattutto da adulti? O sono invece solo falsi miti?

Per fare chiarezza su questo argomento abbiamo rivolto la domanda a due esperti, il dott. Giuliano Ubezio, dietista ed esperto di educazione alimentare e la dott.ssa Micaela De Rubertis, nutrizionista esperta in dieta vegana e vegetariana, entrambi parte del team Santagostino.

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Perché è meglio non bere il latte?

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Il latte svolge un ruolo biologico cruciale nel fornire nutrimento ai cuccioli della stessa specie della madre, facilitando il loro sano sviluppo. Nella specie umana, viene dato ai bambini piccoli per garantire loro i nutrienti essenziali per crescere e diventare grandi.

Tuttavia, dal punto di vista biologico, l’assunzione di latte in età adulta può essere vista come una deviazione da questo principio naturale. Gli esseri umani, una volta cresciuti, non necessitano più degli stessi principi nutritivi forniti dal latte durante lo svezzamento. 

Al contrario, alcuni sostengono che il suo consumo in età adulta potrebbe comportare rischi per la salute, poiché contiene diversi componenti che potrebbero avere effetti negativi sul benessere generale

Cosa contiene il latte che fa male?

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Il principale motivo per cui il latte può risultare dannoso in età adulta è correlato alla presenza di  lattosio, un tipo di zucchero. L’organismo, per digerire il lattosio, ha bisogno di un enzima chiamato lattasi, ma in età adulta il corpo riduce la produzione di questo enzima, rendendo difficile la digestione del lattosio e portando così a condizioni di intolleranza.

Altri fattori che suggeriscono che il latte potrebbe non essere adatto alla salute dell’uomo includono:

  • è troppo ricco di sostanze nutritive, in particolare grassi e proteine, che in età adulta non sono più necessarie
  • contiene acidi grassi saturi e colesterolo, che possono influenzare negativamente la sintesi di ormoni steroidei e aumentare il rischio di patologie cardiovascolari, specialmente in individui con livelli elevati di colesterolo.
  • contiene gli ormoni della crescita, che stimolano le cellule dell’organismo a proliferare e nell’adulto questo fenomeno può tradursi in un’eccessiva stimolazione delle ghiandole sebacee, ovvero in una maggiore probabilità di avere l’acne.

Alcuni studi hanno suggerito un possibile aumento del rischio di alcuni tipi di cancro, come il cancro alla prostata o al seno, in associazione a un elevato consumo di latticini.
Nel latte sono infatti presenti estrogeni e il fattore di crescita insulino-simile (IGF-1) che sembra aumentare il rischio di alcuni tipi di tumore. Tuttavia, la comunità scientifica non ha ancora trovato prove definitive a sostegno di questa connessione.

Infine, secondo alcune ricerche, risulta che la digestione dei latticini provochi l’acidificazione del sangue: l’organismo per tamponare questa acidità e ristabilire una condizione neutra preleva dalle ossa il calcio. Questo è il motivo per cui si sospetta che i latticini possano essere una delle cause dell’osteoporosi (quando, al contrario, per chi non è intollerante, il latte contribuisce invece al rafforzamento delle ossa, grazie alla sua ricchezza di calcio).

Perché il latte non fa bene agli adulti?

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Come indicato in precedenza, l’organismo umano in età adulta può avere difficoltà a digerire il lattosio, provocando sintomi di intolleranza, soprattutto nelle persone che producono poca o nessuna quantità di lattasi.

Il problema è che nell’alimentazione comune c’è un abuso di latticini. Se si mangiano durante la giornata altri alimenti contenenti latte o derivati, come formaggi e yoghurt,  il consumo giornaliero di grassi saturi e di sostanze infiammatorie aumenta e si scatenano fenomeni di intolleranza al lattosio.

In linea generale, non è necessario che il latte venga completamente eliminato, ma è fondamentale bilanciare gli apporti nutritivi degli alimenti e mantenere una dieta equilibrata così da poter assumere in giuste dosi alimenti di ogni genere. 

Quali sono le controindicazioni del latte?

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Chi è intollerante al lattosio può soffrire di crampi addominali, diarrea e meteorismo

Il latte può essere inoltre problematico per le persone con allergie alle proteine del latte vaccino, che possono manifestarsi con sintomi come eruzioni cutanee, gonfiore e difficoltà respiratorie.

Un eccessivo consumo può inoltre essere associato a un aumento del rischio di obesità e malattie cardiovascolari, soprattutto se il latte è consumato in grandi quantità e non rientra in un regime alimentare equilibrato.

Tuttavia, è essenziale tenere presente che, in linea di massima, per chi gode di buona salute e non manifesta intolleranze o allergie, il latte può costituire una preziosa fonte di nutrienti, senza generare effetti collaterali negativi.

La capacità di digerirlo e gli impatti derivanti dal suo consumo possono variare da individuo a individuo, influenzati da diversi fattori quali lo stile di vita adottato, la dieta complessiva e lo stato di salute generale.

Cosa sostituire al latte?

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Per chi è intollerante al latte vaccino o per chi vuole limitare il consume di latticini, ci sono valide alternative:

  • il latte vegetale come quello di soia, di riso, di mandorla, di cocco o di avena. Sono arricchiti di vitamine e minerale pertanto, a livello nutrizionale, sono simili al latte vaccino
  • il Kefir, una bevanda probiotica a base di latte fermentato o preparato con quello vegetale.
  • yoghurt vegetale, a base di latte di soia, di mandorle, di cocco e di altri ingredienti vegetali.

In conclusione, il latte fa male? 

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No, il latte non fa male, ma non è adatto a tutti. 
In età adulta il latte non può più essere considerato un alimento “essenziale” all’equilibrio nutrizionale (come lo è per i bambini), ma non deve essere nemmeno etichettato come una bevanda nociva per la salute di chi invece lo tollera.

Chi con gli anni diventa intollerante, può ricorrere ai consigli di un nutrizionista in grado di definire un piano alimentare personalizzato che vada incontro alle esigenze specifiche dell’individuo, garantendo comunque il giusto apporto di nutrienti.