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Pubblicato inSalute

Si può prendere la camomilla in gravidanza?

La camomilla in gravidanza è oggetto di dibattito. Ma ci sono davvero dei rischi legati al suo consumo? Ecco cosa c’è da sapere.

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La camomilla in gravidanza è ancora un argomento di discussione controverso. Districarsi attraverso le scelte di benessere durante questa fase delicata della vita può essere talvolta complesso.

Erba medicinale versatile e distensiva, la camomilla è spesso apprezzata per le sue molteplici proprietà benefiche. Tuttavia, quando si tratta della sua sicurezza in gravidanza, le opinioni possono essere contrastanti. 

La dottoressa Scavello, ostetrica del Santagostino, chiarisce i dubbi sull’argomento, spiegando se ci sono davvero rischi a consumare la camomilla in gravidanza. 

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Camomilla in gravidanza: si può bere?

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Il consumo di camomilla durante la gravidanza è oggetto di dibattito tra gli esperti. Mentre alcuni ritengono che, se consumata moderatamente, sia da considerare sicura, altri sollevano preoccupazioni riguardo a potenziali rischi per lo sviluppo del feto. 

Il corpo delle donne in gravidanza è notoriamente sensibile a vari composti, ed è vero che alcune tisane, sono generalmente da evitare, tuttavia, la camomilla è considerata sicura, se consumata con moderazione. 

Le preoccupazioni riguardo ai suoi potenziali rischi per lo sviluppo fetale non hanno riscontro scientifico. Questi riguardavano, precisamente, l’effetto rilassante della camomilla sui muscoli pelvici, ritenuto in grado di aumentare il rischio di aborto spontaneo. Questa credenza, ripetiamo, non ha trovato conferme scientifiche. 

In ogni caso, al di là delle speculazioni, la prudenza è fondamentale. Prima di includere la camomilla nella propria dieta, o qualsiasi altra sostanza di cui non si è sicuri, è consigliato consultare il ginecologo o l’ostetrico.

La risposta agli alimenti che si introducono con la dieta, può variare in base alla storia medica individuale e allo stadio della gravidanza. È sempre importante un approccio cauto, evitando consumi eccessivi e monitorando attentamente eventuali reazioni avverse.

Quali sono gli effetti positivi della camomilla in gravidanza?

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L’infuso di camomilla rappresenta un valido alleato per le donne in gravidanza, e offre tutta una serie di benefici per la salute materna e del feto, ad esempio:

  • Fornisce minerali essenziali: la camomilla è, infatti, una fonte naturale di calcio e magnesio
  • Contrasta la nausea mattutina, comune nel primo trimestre di gravidanza, grazie alla sua capacità di contrastare gli effetti dell’ormone progesterone e facilitare la digestione
  • Allevia il bruciore di stomaco, associato alle fasi avanzate della gestazione
  • Riduce gas e previene l’indigestione, grazie alle proprietà antispasmodiche, stimolando le contrazioni intestinali naturali
  • Allevia dolori muscolari, aumentando i livelli di glicina, agendo come rilassante muscolare e nervoso
  • Migliora il sonno, grazie ai suoi effetti rilassanti, apportando una sensazione di tranquillità al sistema nervoso
  • Previene la stitichezza e stimola il transito intestinale
  • Rafforza il sistema immunitario, riducendo i livelli dell’ormone cortisolo e proteggendo la futura mamma da raffreddori e infezioni.

Quando non bere camomilla?

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Innanzitutto, è necessario premettere che l’assunzione di camomilla durante la gravidanza deve essere moderata.

Nel caso in cui dovessero verificarsi sintomi indesiderati o cambiamenti nel corso della gestazione, è necessario sospenderne l’assunzione e consultare il ginecologo. 

Cosa bere in gravidanza per rilassarsi?

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È di fondamentale importanza che le tisane che vengono consumate durante la gravidanza non contengano oli essenziali. Questi, infatti, potrebbero attraversare la placenta e i loro effetti sul feto non sono completamente compresi.

Oltre alla camomilla, tuttavia, è possibile godere di tisane comuni come:

  • Melissa
  • Valeriana
  • Tiglio
  • Biancospino 
  • Ortica
  • Menta
  • Passiflora
  • Finocchio, quest’ultimo spesso utilizzato per alleviare gonfiore addominale e flatulenza

Sebbene alcune fonti sconsiglino il finocchio a causa della presenza di estragolo, considerato cancerogeno, studi più recenti suggeriscono che il rischio è associato solo alla sostanza isolata e non al seme intero utilizzato negli infusi, che contiene sostanze benefiche.

Il consenso all’uso di queste tisane si applica a un consumo “di buon senso” – limitato a un paio di tazze al giorno, magari variando le composizioni. Questa approvazione è specifica per gravidanze fisiologiche. In caso di altri problemi o preoccupazioni, è consigliabile consultare il medico per garantire la sicurezza nel consumo della tisana desiderata durante la gravidanza.

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Quale tisane Non bere in gravidanza?

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Non tutti i prodotti naturali sono innocui e privi di effetti per le donne che stanno portando avanti una gravidanza. Oltre agli olii essenziali, alcune piante, e i relativi infusi, possono essere sconsigliate, per esempio:

  • Ginseng
  • Ginko
  • Liquirizia (solo l’uso eccessivo)
  • Iperico
  • Partenio
  • Tea tree oil
  • Uva ursina.

Sono da evitare, inoltre, tutte le piante medicinali che provengono da paesi extraeuropei che mancano di dati sulla loro sicurezza e di informazioni sulla qualità delle preparazioni.