- Virus intestinale nei bambini: di cosa si tratta?
- Come capire se un bambino ha la gastroenterite?
- Come avviene il contagio?
- Quanto tempo dura il virus intestinale nei bambini?
- Come si diagnostica il virus intestinale?
- Quali sono le possibili complicanze della gastroenterite?
- Virus intestinale nei bambini: cosa mangiare
- Come si cura il virus intestinale nei bambini?
- Prevenzione
Il virus intestinale nei bambini, indicato anche con il nome di influenza intestinale, corrisponde propriamente a una gastroenterite virale. Si tratta, più precisamente, di un’infiammazione dello stomaco e/o dell’intestino che dà esito a sintomi caratteristici a carico di questi ultimi.
Vediamo di cosa si tratta, quali sono le cause e come deve essere curato.
Virus intestinale nei bambini: di cosa si tratta?
↑ topPer virus intestinale nei bambini s’intende una gastroenterite virale, ovvero un’infiammazione del tratto digerente, provocata appunto da un’infezione virale. Si tratta del disturbo digestivo più comune nei bambini, responsabile di alcuni sintomi gastrointestinali tipici.
I microrganismi in grado di determinare la gastroenterite virale nei bambini piccoli (sotto i 5 anni di vita) sono diversi e ciascuno di loro può dare esito a forme cliniche di diversa gravità. I patogeni che colpiscono tipicamente i bambini, nell’inverno inoltrato e a inizio primavera, sono il Rotavirus e il Norovirus. Altri virus più raramente responsabili dell’influenza intestinale sono l’Astrovirus e l’Adenovirus.
La gastroenterite può essere anche causata da alcuni batteri, come Escherichia Coli, Salmonella, Shigella. L’infezione batterica è talvolta difficile da distinguere dall’infezione virale, ed è più comune nei luoghi in cui l’acqua potabile non è sicura e vi è una cattiva gestione delle acque reflue. La febbre alta persistente (superiore a 40 °C) e la diarrea sanguinante o contenente muco sono segni più comuni di gastroenterite batterica.
Infezione da Rotavirus
↑ topIl Rotavirus è l’agente che causa le forme più gravi nei bambini sotto i 5 anni, spesso con conseguenze quali il ricovero ospedaliero per disidratazione e, seppur raramente, il decesso. Colpisce solitamente i neonati e i bambini molti piccoli, si diffonde per trasmissione oro-fecale ed è altamente contagioso. L’infezione è più comune nei mesi invernali.
Esiste, tuttavia, ed è ormai da anni in commercio, un vaccino sicuro ed efficace, che ne ha ridotto l’incidenza. Il vaccino contro il Rotavirus è offerto gratuitamente a tutti i nuovi nati dal 2013 in Sicilia, dal 2017 in tutte le altre regioni italiane (compresa la Lombardia). La somministrazione avviene per via orale, sono delle gocce ben tollerate dai bambini, in contemporanea con l’esavalente e lo pneumococco 13-valente a partire dal 61esimo giorno di vita (prima dose) e dal 121esimo giorno di vita (seconda dose).
In Sicilia, regione della quale si hanno maggiori dati perché il vaccino è offerto ormai da 6 anni, l’introduzione della vaccinazione ha dimostrato una notevole efficacia già dai primi anni con il dimezzamento dei ricoveri nei bambini sotto i 5 anni di vita per gastroenterite da Rotavirus e un risparmio di oltre 1,2 milioni di euro l’anno.
Infezione da Norovirus
↑ topDopo l’introduzione del vaccino contro il rotavirus, il Norovirus è diventato la causa più comune di virus intestinale. Colpisce principalmente i bambini di età compresa tra i 6 e i 18 mesi, durante tutto l’arco dell’anno, ma con una prevalenza tra novembre e aprile.
La maggior parte delle infezioni avviene dopo l’ingestione di acqua o cibo contaminati. Dal momento che il Norovirus è estremamente contagioso, l’infezione si diffonde facilmente attraverso il contatto umano. Il vomito è la caratteristica predominante della gastroenterite causata dal Norovirus.
Come capire se un bambino ha la gastroenterite?
↑ topI sintomi del virus intestinale nei bambini possono includere:
- febbre (temperatura superiore a 38°C)
- scariche di diarrea acquosa
- vomito
- crampi e dolori addominali
- mancanza di appetito
- mal di testa
- dolori muscolari.
Come avviene il contagio?
↑ topLa trasmissione del virus intestinale avviene con molta facilità, dal momento che la gastroenterite è estremamente contagiosa, e si verifica solitamente in ambienti molto frequentati quali asili e scuole, dove i bambini contraggono il virus intestinale da altri che lo hanno già avuto.
La modalità di trasmissione più comune è quella oro-fecale, ma il contagio può avvenire anche attraverso la saliva, con starnuti e tosse. Questo significa che il virus presente nelle feci o nella saliva di una persona infetta s’introduce nell’organismo di un’altra persona attraverso la bocca. Ovviamente, le feci non vengono ingerite direttamente. Il contagio avviene tramite fomiti, ovvero tramite il contatto con oggetti contaminati, come maniglie di porte, giocattoli e oggetti di uso comune.
Può accadere, quindi, che il bambino con diarrea e/o chi se ne prende cura entri in contatto con feci infette, per esempio presenti sulle mani, specialmente se non si lavano accuratamente. Di conseguenza, qualsiasi oggetto toccato può diventare un veicolo di contaminazione. Non è raro che i bambini manipolino oggetti contaminati e portino poi le mani o le dita vicino alla bocca, contraendo così l’infezione. Le norme igieniche basilari sono fondamentali per ridurne la trasmissione.
Quanto tempo dura il virus intestinale nei bambini?
↑ topLa gastroenterite virale di solito inizia da 12 ore a 5 giorni dopo l’esposizione e si risolve entro 3-7 giorni. In genere, nei casi di infezione virale, non sono comuni delle recidive a breve.
Come si diagnostica il virus intestinale?
↑ topLa diagnosi di gastroenterite si basa principalmente sulla presenza e valutazione dei sintomi, sull’anamnesi del bambino e sull’esame obiettivo. In generale, la diagnosi è di solito evidente in base ai soli sintomi, ma potrebbe non esserlo. A volte, il virus intestinale può essere provocato dall’acqua contaminata o cibo cotto male o avariato, i classici esempi sono i frutti di mare crudi o la maionese lasciata per lungo tempo fuori dal frigorifero.
In generale, gli esami diagnostici non si rendono necessari: quasi tutte le forme di gastroenterite si risolvono spontaneamente nel giro di poco tempo.
Nel caso in cui i sintomi dovessero presentarsi con particolare severità, o durare più di 48 ore: è possibile ricorrere all’esame delle feci, per individuare la presenza di globuli bianchi, virus, parassiti o batteri. Gli esami del sangue invece possono essere utili per ricercare segni di complicanze.
Quali sono le possibili complicanze della gastroenterite?
↑ topLa complicanza più comune della gastroenterite è la disidratazione, che si verifica perdendo liquidi con vomito e feci. I bambini lievemente disidratati si mostrano assetati, mentre quelli con grave disidratazione diventano irritabili, apatici o letargici. Il neonato, inoltre, ha più probabilità di incorrere nel problema e sviluppare complicanze gravi, rispetto al bambino più grande.
La disidratazione, in alcuni casi, può costituire una complicanza seria che deve essere trattata come un’emergenza medica. I segni di disidratazione nel bambino che devono destare preoccupazione e che richiedono un intervento tempestivo sono:
- occhi scavati
- fontanella sulla testa infossata
- bocca asciutta
- pianto senza lacrime
- esigua produzione di urina
- letargia (aspetto poco vigile e privo di energia).
Virus intestinale nei bambini: cosa mangiare
↑ topI suggerimenti specifici per i bambini che non sono disidratati e che tollerano una dieta regolare includono quanto segue:
- la maggior parte dei bambini con diarrea tollera i prodotti a base di latte vaccino ad alta resistenza. Non è necessario diluire o evitare i prodotti lattiero-caseari, tranne nei bambini con allergie note al latte vaccino
- gli alimenti consigliati includono una combinazione di carboidrati complessi (riso, grano, patate, pane), carni magre, yogurt, frutta e verdura. Gli alimenti ricchi di grassi sono più difficili da assorbire e dovrebbero essere evitati
- la restrizione non necessaria della dieta di un bambino per eliminare i liquidi o la sola dieta BRAT (banane, riso, salsa di mele, toast) determina un consumo inadeguato di nutrienti (calorie e/o proteine). Somministrare liquidi limpidi per diversi giorni può effettivamente prolungare la diarrea
- le bevande sportive dovrebbero essere evitate perché hanno troppo zucchero e livelli di elettroliti inappropriati per il bambino con diarrea. Se si vuole dare il succo di frutta, si consiglia di iniziare con succo di mela (succo di mela mescolato con una pari quantità di acqua) e quindi lasciare che il bambino beva la quantità che preferisce
- gli alimenti dovrebbero essere forniti in volumi più piccoli e più frequenti per ridurre il rischio di episodi di vomito.
Cosa dare da mangiare ai bambini per la diarrea?
↑ topC’è molta confusione e folklore sugli alimenti ottimali per i bambini con diarrea. Fortunatamente, numerosi studi hanno esaminato raccomandazioni che si sono dimostrate efficaci e queste raccomandazioni sono state coerenti dagli anni ’90.
I bambini che non sono disidratati dovrebbero continuare a seguire una dieta regolare, mentre i bambini che sono allattati al seno dovrebbero continuare a esserlo, a meno che il loro medico non dica diversamente ai genitori.
I bambini disidratati richiedono reidratazione (sostituzione del liquido perduto) e le soluzioni di reidratazione orale più adatte sono le fisiologiche. Dopo essere stati reidratati, anche i bambini più gravemente colpiti saranno in grado di riprendere una dieta normale.
Come si cura il virus intestinale nei bambini?
↑ topNella maggior parte dei casi, l’infezione batterica non richiede antibiotici e migliorerà con il tempo e le misure di supporto. Tuttavia, il trattamento può essere necessario in determinate situazioni da valutare con i medici.
Non è disponibile alcun trattamento antivirale specifico per le cause virali di diarrea. I bambini con diarrea da virus intestinale sono dunque meglio trattati con accorgimenti a livello alimentare. Possono essere prescritti medicinali per prevenire il vomito per aiutare il bambino con reidratazione orale.
Farmaci
↑ topAi bambini di età inferiore ai 18 mesi, in caso di diarrea, devono essere somministrati farmaci antidiarroici come loperamide. In presenza di vomito grave, è possibile ricorrere ad alcuni farmaci antiemetici come ondansetron, per via orale o endovenosa. Come già detto, gli antibiotici non hanno alcuna efficacia contro i virus. È possibile ricorrervi quando l’infezione è di origine batterica.
Probiotici
↑ topI probiotici favoriscono la crescita della flora batterica intestinale. Sono normalmente presenti nell’organismo, e in alcuni alimenti che possono essere assunti come integratori. Possono essere utili in caso di diarrea e per prevenire le complicanze più gravi della gastroenterite, come la reidratazione per via endovenosa o il ricovero.
Terapia di reidratazione
↑ topLa terapia di reidratazione orale è stata sviluppata come alternativa più sicura, meno costosa e più facile ai fluidi per via endovenosa per i bambini con disidratazione da moderata a grave. La soluzione di reidratazione orale contiene glucosio (uno zucchero) ed elettroliti (sodio, potassio, cloruro) in una proporzione precisa, al fine di sostituire al meglio l’acqua e gli elettroliti che si perdono nei bambini con vomito e diarrea.
Sono disponibili varie soluzioni di reidratazione. I genitori dovrebbero consultare un medico per determinare quale soluzione è preferita.
Questa terapia non cura la diarrea, ma tratta la disidratazione che spesso la accompagna. Tali prodotti possono essere acquistati nella maggior parte dei negozi di alimentari e farmacie anche senza prescrizione medica.
Un bambino che è moderatamente o gravemente disidratato deve essere valutato da un operatore sanitario. Se un bambino rifiuta di accettare la reidratazione orale a causa del vomito, diventa da moderatamente a gravemente disidratato o presenta sintomi da letargia, richiede una valutazione e un trattamento professionale ospedaliero, che può includere reidratazione endovenosa.
Prevenzione
↑ topIl primo passo per prevenire il virus intestinale è la vaccinazione, come indicato sopra. Anche l’allattamento al seno è uno strumento preventivo efficace, soprattutto nei neonati: in quelli allattati al seno, infatti, l’eventualità di contrarre la patologia è significativamente inferiore rispetto ai bambini alimentati con il latte artificiale. È raccomandabile inoltre, per chi si prende cura di bambini nutriti con latte artificiale, lavarsi le mani con acqua e sapone prima di preparare il biberon e dopo il cambio del pannolino.
In ultimo, è di fondamentale importanza il rispetto di alcune semplici norme igieniche come:
- lavarsi accuratamente le mani prima di mangiare e dopo aver usato il bagno
- disinfettare le superfici che possono essere state contaminate da soggetti infetti
- non mandare il bambino all’asilo durante la malattia e nelle 48 ore successive alla scomparsa dei sintomi, per evitare di diffondere il contagio
- conservare il cibo in modo corretto.