Le cause della stanchezza cronica non sono ben note e i fattori si mescolano con una sintomatologia legata ad altre patologie. Una valutazione completa può avvenire nei centri di medicina funzionale
Sentirsi stanchi succede spesso, diventa un problema quando influisce negativamente sulle attività quotidiane. Il campanello d’allarme deve scattare se la sensazione soggettiva è di intensa spossatezza e costringe alla riduzione drastica delle attività, lavorative o intellettuali, che di norma una persona riesce a svolgere.
Si parla in questi casi di sindrome della stanchezza cronica. Di cosa si tratta? Quali sono i sintomi e come possiamo affrontarli? Scopriamolo insieme.
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Cos’è la sindrome della stanchezza cronica?
La sindrome della stanchezza cronica è un disturbo caratterizzato da astenia grave e invalidante, ovvero un senso di fatica persistente, non mitigabile e privo di cause apparenti. Coloro che ne sono affetti provano un senso di prostrazione che non si attenua neanche con il riposo e che non è dovuto a patologie o ad attività stancanti.
Nello specifico, si definisce come cronica la sensazione soggettiva di profonda stanchezza che dura per almeno 6 mesi, tende a ripetersi a cicli e rende difficile rapportarsi con il mondo esterno. In genere inizia a manifestarsi a seguito di eventi di rilievo nella vita delle persone, come un forte stress o la perdita di una persona cara.
Questo tipo di stanchezza tende a manifestarsi dopo i 40-50 anni e si verifica più nelle donne e meno negli uomini. In rari casi è possibile che la condizione si verifichi anche in soggetti più giovani.
Cosa fare per capire se si tratta di stanchezza cronica o no?
La sindrome della stanchezza cronica, come abbiamo accennato, si manifesta con alcune caratteristiche specifiche, per esempio:
- Non si attenua con il riposo
- La sensazione di intensa spossatezza permane a lungo
- Costringe a una drastica riduzione delle normali attività quotidiane.
In altre parole, non si riescono a svolgere abituali attività lavorative come andare in ufficio, ma anche attività intellettuali come mantenere la concentrazione quando si legge, seguire la trama di un film o interagire con parenti o amici. La diagnosi di stanchezza cronica non è mai esatta, dal momento che si accompagna invariabilmente ad altre condizioni psicologiche o psichiatriche.
Sindrome della stanchezza cronica: sintomi
I sintomi della stanchezza cronica sono principalmente il sonno disturbato e sentirsi irritati e stressati. Questa è una patologia definibile ma molto sfumata, che tende a variare nelle sue manifestazioni. Se si palesa in maniera piena può diventare molto invalidante.
Il problema principale è che le cause non sono ben note: i fattori sono spesso confusi e i sintomi sono comuni, soprattutto l’astenia, ad altre patologia. Per esempio, la sindrome può essere facilmente confusa con la fibromialgia, ma anche la sindrome dell’intestino irritabile, che spesso accompagna la stanchezza cronica.
Nelle persone anziane o molto anziane, l’effetto scatenante può essere una difficoltà nella deambulazione come conseguenza di artrosi o di fratture. Questo porta a una progressiva perdita di massa e forza muscolare e perdita della capacità di muoversi e di agire. Altri fattori o sintomi che possono essere associati alla stanchezza cronica:
- Sedentarietà
- Depressione, stress, ansia e crisi di panico
- Dolori muscolari e articolari
- Emicrania o cefalee ricorrenti
- Storia recente di forti episodi febbrili
- Insonnia
- Difficoltà a deglutire (odinofagia e disfagia)
- L’opposizione, quasi il disgusto verso qualsiasi attività fisica.
Quest’ultimo fattore permette di distinguere la stanchezza cronica dalla fibromialgia, in quanto il paziente fibromialgico non presenta avversione verso l’attività fisica, anzi è propenso a farla perché è utile a risolvere la propria problematica.
A cosa è dovuta la stanchezza cronica?
Le cause della stanchezza cronica non sono ancora del tutto chiare. Sono state formulate alcune ipotesi riguardo all’origine della patologia, che indicano tra i possibili fattori d’insorgenza:
- Le infezioni virali: alcuni dei pazienti con la sindrome hanno contratto in precedenza alcune malattie virali, come la mononucleosi infettiva. In particolare sono sospettate come fattori d’insorgenza il virus di Epstein-barr, l’Herpesvirus umano, anche se non si sono evidenze scientifiche in questo senso.
- Anomalie del sistema immunitario: È stato osservato che in alcuni pazienti affetti dalla sindrome, il sistema immunitario non funziona in maniera adeguata, anche se il legame con la malattia non è chiaro.
- Anomalie ormonali: molti pazienti con sindrome presentano valori anomali degli ormoni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
- Problemi psicologici: seppure resti da chiarire quali disturbi possano incidere sulla comparsa della patologia, molti pazienti hanno vissuto condizioni di forte stress e importanti traumi emotivi.
Fattori di rischio
Alcuni fattori di rischio sono ritenuti in grado di predisporre alla sindrome della stanchezza cronica. Tra questi compaiono:
- Età compresa tra i 40 e i 50 anni
- Il sesso femminile
- Predisposizione allo stress.
Quali esami fare per la stanchezza?
In caso di stanchezza cronica, la diagnosi è molto spesso difficile. Le indagini da fare sono numerose, perché come detto si tratta di una problematica non bene definibile, che potrebbe essere il segnale di altre condizioni.
Il medico determina la gravità della situazione con valutazione delle capacità funzionali se necessario applicando criteri clinici come la scala di Karnofsky o altri indici della qualità della vita come ECOG. È utile a escludere la presenza di malattie infettive come ad esempio:
- Candidosi intestinale
- Citomegalovirus
- Herpes Zoster
- Epatite C.
È opportuno inoltre valutare che non ci siano problemi di intossicazioni croniche. Ad esempio quelle da:
- Piombo, che si può trovare nelle vernici scrostate di vecchie abitazioni
- Mercurio, che abbonda in pesci come il tonno e il pesce spada
- Muffe che proliferano soprattutto nei luoghi umidi e poco ventilati.
Bisogna inoltre escludere patologie autoimmuni, in forte aumento negli anni recenti e che spesso accompagnano i sintomi della stanchezza cronica. È utile sentire il parere di un neurologo per escludere problematiche a livello cerebrale, come demenze senili o in conseguenza di stress e ansia.
Non da ultimo, sono da valutare attentamente i problemi infiammatori a carico dell’apparato digerente che interessano una grande fetta della popolazione e che sono di grande rilevanza alla luce del fatto che alcuni dei più importanti neurotrasmettitori cerebrali, come serotonina e acido gamma amino butirrico, sono secreti quasi interamente dall’intestino.
A quale medico rivolgersi?
Per orientarsi verso una diagnosi di stanchezza cronica è utile rivolgersi allo specialista neurologo ma anche a un internista o medico di medicina generale.
Una valutazione completa può avvenire nei centri di medicina funzionale, come il Centro di Medicina Funzionale del Santagostino, che mette a sistema i vari sintomi nei quali si articola la sindrome da stanchezza cronica. Il medico funzionale in team con neurologo, internista, reumatologo, fisiatra, gastroenterologo, ginecologo, immunologo, fisioterapista e osteopata costituiscono il team medico che aiuta il paziente a fare chiarezza e a mettere insieme tutti gli aspetti della patologia.
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Sindrome della stanchezza cronica in menopausa
In caso di stanchezza cronica, è utile avvalersi di un medico funzionale che operi a stretto contatto con ginecologi e altri specialisti, dal momento che le donne soffrono di stanchezza cronica e fibromialgia, ma anche di malattie autoimmuni, dalle due alle quattro volte in più che i maschi.
In una società maschilista la spiegazione facile è sempre stata la supposta ridotta tolleranza al dolore della donna o altre considerazioni riduttiviste. La realtà è parecchio più complessa perché nella vita di una donna, problemi come menarca, gravidanza, allattamento, fibromi, sanguinamenti, anemia, prolasso, incontinenza e i cambiamenti ormonali, personali e affettivi legati a menopausa e invecchiamento sono una realtà che non tocca i maschi e ha profonde implicazioni fisiologiche, patologiche e sociali.
Come si cura la sindrome della stanchezza cronica?
Per la sindrome della stanchezza cronica, al momento, non esiste alcuna cura specifica. Nella maggior parte dei casi, la malattia si attenua con il passare del tempo, ma possono essere necessari anni perché questo avvenga.
È possibile ricorrere ad alcuni rimedi e strategie terapeutiche che hanno lo scopo di alleviare i sintomi. È bene ricordare che non tutti i pazienti traggono gli stessi benefici da tali rimedi, e che questi potrebbero indurre anche un peggioramento della condizione.
Terapia cognitivo-comportamentale
La terapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato di produrre benefici sui pazienti con sindrome della stanchezza cronica. La terapia, nello specifico, ha lo scopo di far comprendere al paziente la malattia di cui soffre, e a riconoscere i sintomi, in modo da poterli controllare.
L’accettazione della propria condizione è uno degli obiettivi portanti di questo tipo di trattamento, con la finalità di reagire ai sintomi nel migliore dei modi, e impedire che questi condizionino la propria vita.
Terapia dell’esercizio graduale
La terapia basata sull’esercizio graduale (Graded Exercise Therapy) prevede che il paziente inizi a praticare attività fisica, aumentando gradualmente lo sforzo e la durata degli esercizi. In altre parole, gli esercizi fisici inizialmente sono poco intensi e di breve durata, per diventare, con il trascorrere delle settimane, sempre più lunghi ed energici.
L’aumento graduale della fatica e della durata dell’attività fisica deve essere lento perché la cura sortisca effetto. Alcune delle attività più indicate per questo tipo di terapia sono:
- Il nuovo
- Il Jogging
- La camminata.
Farmaci antidepressivi e antidolorifici
Quando la sindrome della stanchezza cronica conduce all’isolamento sociale e alla depressione, potrebbe essere indicata una terapia a base di farmaci antidepressivi, per esempio l’amitriptilina.
È importante ricordare però che un trattamento della sindrome che si avvale esclusivamente degli antidepressivi è sconsigliato e ha dimostrato poca efficacia.
La stanchezza cronica può avere tra i suoi effetti forti dolori muscolari. In questo caso, il medico può prescrivere alcuni farmaci antidolorifici.