Gli scatti di crescita, che durano da qualche giorno fino ad una settimana, si manifestano a partire dal primo anno di vita. In cosa consistono esattamente? E quali conseguenze determinano per i bambini?
«Il genitore può osservare, in alcune fasi precise dei primi mesi di crescita del bambino, un vero e proprio salto in avanti nello sviluppo, che può essere relativo all’aspetto motorio, fisico, emotivo o cognitivo». Sono i cosiddetti scatti di crescita.
«E indipendentemente dall’ambito che interessa lo scatto di crescita, saranno coinvolti anche tutti i rimanenti ambiti». Daniela Callegari, specialista in Pediatria del Santagostino, racconta come riconoscere gli scatti di crescita e come affrontarli al meglio.
Scatti di crescita nel neonato, quando e come avvengono
«Lo scatto di crescita è un progresso, perché si risolve comunque nella conquista di una maggiore autonomia» spiega la dottoressa Callegari.
«T. Berry Brazelton, pediatra americano, ha studiato a lungo queste tappe, che chiama touchpoint, e i loro segni premonitori: agitazione, eccitazione, rottura dei precedenti schemi di comportamento. Questo periodo può comportare delle difficoltà ai genitori. Il bambino sembra fare un passo indietro, per poi slanciarsi nel passo in avanti e alla conquista di un nuovo traguardo».
Scatti di crescita, come riconoscerli?
«Di solito il bambino esprime un comportamento turbolento ed ha:
- una maggiore facilità al pianto
- alterazioni dello stato di sonno o dei momenti di calma
- minore richiesta di latte
- maggiore bisogno di rassicurazione
- diminuzione di autonomia».
Cosa deve fare il genitore in queste circostanze?
Deve porre attenzione alle variazioni di comportamenti del bambino. «Il genitore saprà riconoscere questi momenti di svolta e non cadrà nella preoccupazione. È importante avere consapevolezza del fatto che il bambino, in queste circostanze, si sta preparando a un nuovo passo della sua crescita».
Pertanto è fondamentale che i genitori non siano vittima di ansia o reagiscano in modo rigido.
Il primo scatto di crescita
«Il primo scatto di crescita accade nelle prime settimane dopo la nascita. Riguarda gli sforzi del neonato per sviluppare un buon adattamento alla sua alimentazione, tanto al seno quanto al biberon», spiega la specialista.
«In questa fase è di grande importanza per l’equilibrio del neonato apprendere a regolare la sua famelicità. I diversi piccoli disturbi della digestione (emissione di aria, rigurgiti), la capacità di tenere gli intervalli e, nel caso dell’allattamento al seno, imparare a tenere distinti due bisogni primari: nutrirsi ma anche succhiare. Azione, quest’ultima, che ha in sé una potente azione calmante».
Quanto dura questo scatto e come si manifesta?
«Questa fase va da pochi giorni a una, due settimane. È accompagnata da irrequietezza e instabilità del neonato», specifica la pediatra.
«I suoi frequenti pianti, all’apparenza ingiustificati, esprimono proprio la fatica di conquistare un buon equilibrio. I genitori spesso identificano questo periodo con il periodo delle coliche gassose, che hanno poco a che fare con i disturbi intestinali. I piccoli invece esprimono nel pianto, specie serale, la stanchezza di questo impegno neurologico. Ma una volta raggiunto l’obiettivo, il bambino avrà una maggiore autonomia e capacità di autoregolazione fra i bisogni di nutrimento, sonno e l’avere momenti di veglia quieta».
Scatto di crescita dei tre mesi, quanto dura?
«Possiamo identificare un secondo scatto di crescita, comune ai lattanti. Avviene intorno ai tre mesi di età e coincide con lo sviluppo e l’acuirsi del senso della vista».
Il neonato è progressivamente in grado di vedere fino a qualche metro. «Tutto un mondo avvolto prima nella nebbia appare e attira la sua attenzione. A volte il bambino si distrae durante la poppata, a volte la interrompe e mangia meno», spiega la dottoressa Callegari.
«Questo comportamento può determinare estrema preoccupazione nelle mamme, che temono una malattia per il proprio piccolo, o una scarsa produzione di latte da parte propria. Questo scatto dura alcuni giorni. Grazie alla vista, il lattante acquisirà un’importante competenza motoria: afferrare oggetti, portarli alla bocca, passarli di mano. Un enorme passo in direzione dell’autonomia».
Lo scatto di crescita all’inizio dello svezzamento
Un’altra importante trasformazione riguarda l’età in cui avviene lo svezzamento, intorno al primo semestre di vita.
«Fondamentale che il lattante affianchi alla nutrizione a base di latte materno alimenti quali cereali, brodi vegetali, verdure e introducendo anche proteine, così da garantire l’apporto di ferro, che manca nel latte materno. Si ha una rivoluzione anche nel comportamento, dato l’impegno del lattante nell’apprendere i nuovi meccanismi di deglutizione, e l’avvicinarsi a nuovi sapori del cibo», precisa la dottoressa.
«Quando il lattante avrà accettato il nuovo cibo, non sarà più del tutto dipendente dalla mamma. Avrà ottenuto maggiore autonomia per nutrirsi di cibi reperibili anche da altre fonti, prendendoli addirittura con le proprie mani».
Si tratta di un impegno di tipo motorio, che interessa i muscoli della deglutizione. È in ogni caso anche un passaggio che forza il lattante ad abbandonare l’atto della suzione, di per sé gratificante, a fare i conti con il cucchiaino e a non assumere più il cibo rimanendo attaccato al seno della mamma.
Incontro con il principio di realtà
«Questi cambiamenti sono uno sconvolgimento per il lattante. I neuropsichiatri identificano questo momento come la prima esperienza del principio di realtà. Il lattante, finora in un rapporto quasi di fusione con la madre, affronta la realtà e le prime delusioni che inevitabilmente seguiranno».
È di vitale importanza che i genitori siano consapevoli dell’importanza di questa tappa. «Va dato tempo al piccolo e bisogna avere pazienza affinché questo passaggio di esperienza di realtà nuova accada con calma e tenerezza».
Scatti di crescita nel secondo semestre di vita
«Tra i 6 e gli 8 mesi e il periodo intorno all’anno: questi due passaggi sono altri straordinari scatti di crescita. Riguardano l’ambito motorio e quindi l’ambito cognitivo, quello emotivo e quello della relazione del lattante».
A 6, 8 mesi si verifica l’acquisizione di alcune abilità motorie: posizione seduta, gattonamento, strisciamento. «Questi incredibili balzi in avanti si esprimono con cambiamenti importanti nel modo di mangiare. Il bambino non ha più interesse nell’atto del mangiare in sé, è più interessato a toccare, esplorare e maneggiare il cibo».
I genitori spesso esprimono preoccupazione, reagiscono con un comportamento più rigido e più ansioso quasi a forzare il bambino. «Il risultato è di ottenere quasi sempre un rifiuto con il rischio, inoltre, di instaurare uno schema negativo di insistenza-rifiuto, poiché nulla supera nel lattante il suo interesse ad esplorare e ad affermare la propria autonomia.
Questo periodo dura una settimana o poco più. Anche l’addormentamento ne risulterà alterato: sia l’entrata nel sonno sia la regolarità del sonno durante la notte. Il bambino avrà più risvegli notturni anche per qualche settimana».
Scatto di crescita all’anno di età
Con l’acquisizione della stazione eretta e con il camminare (nella tipica marcia a punte indietro), intorno all’anno di vita, il sonno potrà subire ulteriori scossoni.
«Si crea nel bambino una vera eccitabilità neuronale, data dalla ricchezza della nuova conquista e anche dei cambiamenti che coinvolgono gli altri ambiti oltre a quello motorio. Il bambino ora è padrone del territorio, è capace di spostarsi da solo. La stima del sé e la volontà di fare da solo aumentano. In coincidenza con questa fierezza del camminare nascono anche comportamenti oppositivi. Si è aperta un’altra era così ricca di potenzialità e il bambino sembra non volere più dormire o non vedere l’ora di svegliarsi».
Il periodo di questo scatto di crescita può durare 2, 3 settimane. «Fondamentale da parte del genitore è il non instaurare abitudini scorrette. Bisogna evitare, per esempio, di dare da mangiare di notte, fare attività da svegli come cambiare stanza o accendere le luci, far giocare il bambino, lasciarlo dormire nel lettone.
Questo periodo è infatti transitorio, ma le abitudini scorrette restano e occorrerà poi un notevole impegno per doverle cambiare», conclude la specialista.
Quando avviene lo scatto di crescita puberale
Negli adolescenti, infine, si verifica il cosiddetto spurt puberale, ovvero l’accelerazione massima di crescita. Nella ragazza accade tra gli 11, 12 anni, nel ragazzo tra i 13, 14 anni.
Questo scatto puberale porta, tra gli altri aspetti, alla maturazione sessuale e ad uno scatto di crescita fino a 20 centimetri.