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Pubblicato inGenitori

Quando arriva la montata lattea

La montata lattea è un momento significativo nel percorso dell’allattamento al seno. Conoscerne le tempistiche e caratteristiche può aiutare ad affrontarlo al meglio.

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La montata lattea è una tappa cruciale nell’allattamento al seno, che molte neomamme attendono con impazienza e, non di rado, con apprensione, per via del timore di non rientrare in tempistiche prestabilite. 

Ma cosa rappresenta e come funziona veramente questo processo? Dopo quanto tempo dalla nascita si presenta? Come si può intervenire se tarda ad arrivare? Risponde a queste e ad altre domande sulla montata lattea la dott.ssa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino.

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Che cos’è la montata lattea?

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La montata lattea è un momento significativo nel percorso dell’allattamento al seno, durante il quale avviene la transizione dal colostro, il primo alimento materno di cui si nutre il bambino nei primi giorni di vita, al latte di transizione e poi al latte maturo. 

Si tratta di un processo scandito da cambiamenti ormonali nel corpo della madre, innescati principalmente dalla suzione del neonato.

Nei giorni immediatamente successivi al parto il bambino si nutre di piccole quantità di colostro, un liquido molto concentrato e nutriente che, oltre a fornire le sostanze nutritive necessarie ad affrontare il fisiologico calo ponderale, ha proprietà lassative, che favoriscono l’espulsione delle prime feci (meconio), e protettive nei confronti di eventuali infezioni. Si tratta del latte più ricco in assoluto di anticorpi, tanto da essere considerato come un “vaccino” per il neonato.

Con il passare del tempo e l’aumento delle dimensioni dello stomaco del piccolo, così come dei livelli degli ormoni prolattina e ossitocina, il colostro subisce delle trasformazioni. La sua composizione proteica si riduce, mentre cresce la quantità di grassi. Si ha così la formazione del latte maturo, più adatto alle esigenze di crescita del bambino. Al diverso apporto nutrizionale corrispondono anche diverse caratteristiche fisiche: il colostro, giallo-arancio e denso, lascia il posto a un latte chiaro, più fluido.

Dopo quanti giorni arriva la montata lattea?

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Le tempistiche con cui si manifesta la montata lattea possono variare da donna a donna. Non c’è ragione dunque di preoccuparsi se l’attesa si prolunga oltre le aspettative: ciascun caso segue regole proprie.

In linea generale, ci si può aspettare che il passaggio da colostro al latte di transizione avvenga entro 3-4 giorni dopo il parto. Il passaggio successivo al latte maturo si compie nell’arco di 10-15 giorni.

Come si capisce che è arrivata la montata lattea?

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L’arrivo della montata lattea può avvenire in modi diversi. Talvolta, può verificarsi senza la comparsa di particolari sintomi, in modo silente.

In altri casi, il rapido aumento della produzione di latte stimolato dalla suzione del neonato e dai cambiamenti nell’assetto ormonale può dare luogo alle seguenti manifestazioni:

  • inturgidimento e aumento di volume del seno
  • sensazione di calore in alcune aree della cute mammaria
  • pesantezza, tensione e dolore al seno
  • afflusso di latte quando si preme delicatamente sull’areola del seno
  • sensazione di brividi in tutto il corpo
  • aumento della temperatura 
  • sudorazione.

Quando arriva la montata lattea il seno fa male?

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In alcuni casi la tensione e il gonfiore che si accompagnano all’afflusso considerevole di latte al seno possono suscitare fastidio o indolenzimento. Si tratta tuttavia di una sensazione soggettiva, che non tutte le donne percepiscono. Come già detto, infatti, la montata lattea può non essere affatto dolorosa e presentarsi in assenza di particolari segnali fisici.

Come cambia il seno dopo la montata lattea? 

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In seguito all’arrivo della montata lattea, come abbiamo visto, il seno subisce diverse trasformazioni per adattarsi alle esigenze dell’allattamento. Generalmente, tende a ingrandirsi e a diventare più sensibile e teso a causa dell’aumento del flusso sanguigno e dell’attività delle ghiandole mammarie.

Dal punto di vista funzionale, le mammelle possono subire cambiamenti per sostenere la produzione di latte. Le areole intorno al capezzolo possono aumentare di dimensioni e scurirsi per migliorare la stimolazione del neonato durante l’allattamento. Le ghiandole mammarie iniziano a produrre e rilasciare latte in risposta alla suzione del bambino.

Quanto aumenta il seno con la montata lattea?

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Uno dei cambiamenti più evidenti è l’aumento delle dimensioni delle mammelle. I seni si gonfiano a causa dell’accumulo di latte, diventando più pieni e pesanti. L’aumento è soggettivo: è più accentuato in alcune donne, che arrivano a prendere alcune taglie, mentre è meno evidente in altre.

Quando la montata lattea non arriva?

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La montata lattea, come già detto, non segue le stesse tempistiche in tutte le donne e in alcuni casi può tardare ad arrivare. 

Una possibile causa di una montata lattea tardiva è un’assente o una ridotta stimolazione del seno. Il processo di lattogenesi, che porta alla produzione di latte, è infatti strettamente legato alla stimolazione del capezzolo da parte del neonato durante l’allattamento. Se il bambino non si attacca al seno regolarmente o in modo efficace, può indurre un ritardo nel processo di maturazione del latte materno.

L’arrivo della montata lattea può risultare tardivo anche a causa di condizioni mediche o situazioni specifiche. È il caso, per esempio, di donne che hanno affrontato:

È importante sottolineare che un ritardo nella montata lattea non significa necessariamente che una madre non possa allattare. In molti casi, con il giusto supporto e assistenza, è possibile stimolare la produzione di latte e avviare con successo l’allattamento al seno. Se la montata lattea nonostante l’attesa sembra non voler avviarsi, è consigliabile consultare il personale ostetrico o ginecologo per valutare le migliori opzioni disponibili, come la stimolazione manuale o meccanica del seno (con tiralatte).

Bisogna ricordare, inoltre, che se la mamma non nota i sintomi tipici della montata non vuol dire che non sia effettivamente arrivata. I cambiamenti possono essere graduali e, come abbiamo visto, il fenomeno della montata è talvolta quasi del tutto asintomatico. Basterà valutare la quantità e le caratteristiche del latte per capire in che fase ci si trova, considerare che la crescita e i pannolini che il bambino bagna siano regolari.

Cosa fare per stimolare la montata lattea?

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Stimolare la montata lattea è fondamentale per garantire una produzione ottimale di latte materno e favorire un sano allattamento. Ecco alcune strategie utili che possono essere d’aiuto:

  • attacco al seno e poppate frequenti: offrire il seno al neonato ogni volta che mostra segni di fame sin dai primi giorni di vita aiuta a mantenere elevati i livelli di prolattina, l’ormone responsabile della produzione del latte
  • contatto pelle a pelle: il contatto diretto tra madre e neonato è un elemento chiave per stimolare la produzione di ossitocina, un ormone determinante per la montata lattea. Tenere il neonato vicino al seno dopo il parto e durante le poppate aiuta a stimolare la produzione di latte, oltre a favorire l’instaurarsi di un solido legame emotivo. Il rooming in, che prevede la sistemazione del neonato nella stessa stanza della mamma da subito dopo il parto, è una pratica decisiva in questo senso
  • massaggi al seno: massaggiare delicatamente il seno in caso di tensione o indurimento può aiutare a stimolare le ghiandole mammarie e migliorare il flusso di latte
  • stimolazione meccanica del seno attraverso l’utilizzo del tiralatte se il neonato è separato dalla mamma o non si attacca adeguatamente 
  • idratazione e alimentazione: per promuovere la montata lattea è importante assicurarsi di bere a sufficienza e seguire una dieta equilibrata e nutriente.

Quali alimenti aiutano la montata lattea?

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Per favorire una produzione ottimale di latte è raccomandabile osservare un’alimentazione sana e variegata, ricca in particolare di frutta, verdura, proteine e grassi sani.

Quanto tempo ci mette il seno a riempirsi di latte dopo la poppata?

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Circa un’ora dopo che il neonato ha terminato di poppare, il seno avrà prodotto una quantità sufficiente di latte da occupare circa il 60-70% del suo volume totale, ma soltanto se è attivamente impegnato nella produzione.

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Come gestire la montata lattea? 

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Se la montata lattea arriva in maniera acuta può essere utile alleviarne i sintomi, che generalmente si risolvono nell’arco di 24 ore.

Possono essere efficaci i seguenti accorgimenti:

  • applicare impacchi caldo-umidi (con doccia calda o panno caldo bagnato) prima della poppata così da ammorbidire il seno e permettere che il latte fluisca più facilmente
  • effettuare dei massaggi circolari durante e dopo l’applicazione del calore
  • attaccare frequentemente il bambino al seno
  • valutare con attenzione l’utilizzo del tiralatte: può essere controproducente stimolare eccessivamente il seno 
  • applicare un impacco freddo dopo la poppata per alleviare la tensione se se ne sente la necessità 
  • effettuare la spremitura manuale se il solo attacco del bambino non è sufficiente per drenare il latte.