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Pubblicato inSalute

Manovra di Kristeller. Cos’è, quali rischi comporta

La manovra di Kristeller deve essere utilizzata solo in un contesto di parto in ospedale, e solo se il nascituro incontra difficoltà nell’uscita lungo il canale del parto.

manovra di kristeller, cosa è, quali rischi

La manovra di Kristeller è una tecnica ostetrica che viene utilizzata nei casi in cui il parto sta procedendo lentamente o in presenza di complicazioni.

Durante questa manovra, il medico o l’ostetrica applica una pressione manuale sul fondo uterino della donna, nella direzione del bacino. L’obiettivo è favorire l’espulsione del feto attraverso il canale del parto.

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Cos’è la manovra di Kristeller?

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La manovra di Kristeller è una procedura medica utilizzata durante il parto per favorire l’espulsione del feto. Prende il nome dal ginecologo tedesco Samuel Kristeller, che per primo la descrisse nel XIX secolo.

Questa manovra consiste nell’applicare una leggera pressione sull’addome della madre durante le contrazioni, al fine di aiutare il bambino a passare attraverso il canale del parto. L’obiettivo è proprio quello di far nascere il bambino, spingendo il suo corpo dall’alto verso il canale vaginale, in modo che la testa riesca ad attraversare la vagina e affiorare alla vulva.

Che cos’è la manovra di Emily?

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La manovra di Emily è un altro termine che può riferirsi alla manovra di Kristeller. In alcuni casi, questi termini vengono utilizzati in modo intercambiabile per indicare la stessa procedura medica.

Quando si fa la manovra di Kristeller?

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I medici effettuano questa tecnica nel periodo espulsivo del parto, solo quando si è in fase di contrazione, sulla donna in posizione litotomica, ovvero sdraiata a pancia in su sul letto da parto, con le gambe flesse e appoggiate sui gambali.

La sua esecuzione è stata giustificata come intervento necessario in specifici casi:

  • se il nascituro ha difficoltà a scendere nella parte espulsiva
  • quando è in distress
  • se la madre non ha più forze.

Tutte difficoltà che spesso sono associate a una conduzione dell’assistenza al parto medicalizzata e alla posizione supina della partoriente.

Quante sono le manovre di Leopold?

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Le manovre di Leopold sono una serie di quattro manovre ostetriche che vengono eseguite per determinare la posizione e la presentazione del feto nel ventre materno. Queste manovre prendono il nome dal medico austriaco Christian Gerhard Leopold, che le ha descritte per primo.

Le quattro manovre consistono nell’esaminare e palpare l’addome della madre per determinare la posizione del bambino, la sua presentazione e l’orientamento della sua testa. Sono informazioni, queste, importanti per il corretto monitoraggio del processo di parto e per determinare eventuali misure aggiuntive da intraprendere.

La manovra di Kristeller è pericolosa?

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Nel corso degli anni, sono state mosse alcune critiche riguardo alla manovra di Kristeller. Alcuni esperti sostengono che l’applicazione di una forte pressione sull’addome può comportare rischi per la madre e per il feto. Questi rischi includono la possibilità di lesioni alle ossa, ai muscoli o agli organi interni della madre, come nei casi di rottura dell’utero, nonché il rischio di asfissia per il feto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, dal 2018, l’adozione della manovra di Kristeller non come pratica di routine durante il parto, a meno che non sia strettamente necessaria per ragioni mediche. Vengono consigliate alternative meno invasive. In molti Paesi, come Gran Bretagna, non è legale.

L’Istituto Superiore di Sanità, in Italia, non raccomanda la manovra di Kristeller.

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I danni della manovra di Kristeller

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Nello specifico, rischi associati possono essere a carico del feto e a carico della donna, sia durante che dopo il parto:

  • il bambino può avere danni cerebrali
  • la donna può andare incontro a lesioni o anche frattura delle costole, rottura d’utero, distacco della placenta, emorragia dopo il parto e lacerazioni della vagina e del perineo
  • le donne che l’hanno subita riportano quasi sempre un vissuto negativo.

Naturalmente, in alcune situazioni eccezionali può essere utile. Il suo utilizzo, però, deve essere sempre giustificato nella cartella clinica e non può essere ripetuto più di tre, quattro volte al massimo. Se indispensabile, va praticata dosando con precisione la forza della pressione e la direzione della spinta.