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Pubblicato inSalute

Folati bassi e alti nel sangue: cosa sono

I folati, o vitamina B9, sono dei composti essenziali per il benessere del nostro organismo. Vediamo a cosa servono e come interpretare i loro valori.

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I folati, noti anche con il nome di vitamina B9, sono dei composti essenziali per il benessere del nostro organismo.

Intervengono in una serie di processi di sintesi fondamentali, come la formazione del DNA, delle proteine e dell’emoglobina e contribuiscono dunque in modo determinante al corretto sviluppo fetale, prevenendo alcune malformazioni congenite. Permettono inoltre di abbassare i livelli di omocisteina, un aminoacido i cui valori elevati possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.

Ma cosa significa quando i folati nel sangue sono troppo bassi o troppo alti? Come fare per alzarne o abbassarne i livelli? Scopriamo, con l’aiuto del dott. Stefano Dolcini, biologo e direttore dei Servizi di medicina di laboratorio (SMeL) del Santagostino, il significato dei livelli di folati, i rischi correlati alla loro carenza e al loro eccesso, e il modo per regolare l’assunzione di questi importanti nutrienti.

Folati o acido folico?

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Prima di tutto, è importante fare una precisazione terminologica. Spesso si utilizzano i termini folati e acido folico come se fossero sinonimi, quando invece si distinguono per la diversa formula chimica e per una differente stabilità e velocità di assorbimento:

  • i folati, come suggerisce la parola stessa, sono vitamine presenti soprattutto nei vegetali a foglia larga. Poiché il nostro organismo non è in grado di produrne, vengono introdotti con l’alimentazione
  • l’acido folico è invece la forma ossidata della vitamina B9, più stabile e più rapidamente assorbita, e corrisponde alla molecola di sintesi contenuta nei cibi fortificati (arricchiti cioè con vitamina B9 durante il processo produttivo, come ad esempio biscotti, cereali da colazione, fette biscottate e succhi di frutta) o negli integratori

Valori di riferimento

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Secondo, il fabbisogno nutrizionale di folati in un soggetto adulto sano è di 0,4 mg al giorno. Aumenta, tuttavia, per le donne in stato di gravidanza o in allattamento. Per le donne che sono in stato gestazionale o programmano una gravidanza, l’assunzione raccomandata sale a 0,6 mg/die, per poter far fronte alle esigenze del feto, che attinge alle risorse materne; per le donne che allattano al seno è invece di 0,5 mg/die, così da reintegrare le perdite che avvengono con il latte materno.

Cosa mangiare per assumere folati?

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Come abbiamo visto, i folati sono vitamine che vanno assunte mediante la dieta, consumando i cibi che ne sono più ricchi:

  • verdura a foglia verde come cavolo, lattuga, spinaci e broccoli; asparagi, carciofi
  • frutta come agrumi, banane, fragole, melone, frutta secca (come noci, mandorle)
  • cereali, specialmente quelli integrali
  • legumi, in particolare piselli e fagioli
  • fegato e altre interiora
  • lievito essiccato

Seguire un regime alimentare vario e ricco di cibi contenenti vitamina B9 solitamente riesce ad assicurare il fabbisogno giornaliero di folati. Va sottolineato, tuttavia, che la quantità di folati disponibile nei cibi cotti è inferiore rispetto a quella originaria: trattandosi di molecole idrosolubili, infatti, una buona percentuale si disperde nell’acqua di cottura.

La capacità dell’organismo di immagazzinare vitamina B9, inoltre, è limitata: per questa ragione la sua assunzione deve essere giornaliera.

Cosa succede se si ha l’acido folico basso?

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Nei paesi sviluppati, la carenza di folati è una circostanza poco diffusa, limitata a soggetti in condizioni finanziarie più svantaggiate, alla fascia anagrafica degli anziani o a donne in stato gestazionale o in allattamento.

Bassi di folati possono dipendere da diversi fattori:

  • una dieta squilibrata che non è in grado di assicurare il corretto apporto di vitamina B9 (denutrizione o malnutrizione)
  • problemi di malassorbimento provocati da patologie come la celiachia o il morbo di Crohn oppure dall’assunzione di farmaci che alterano l’assorbimento o il metabolismo della vitamina B9 (per esempio, contraccettivi orali, barbiturici, anticonvulsivanti, farmaci per il trattamento di tumori, diabete o alcuni antibiotici)
  • diminuzione dei valori di folati per effetto di patologie renali
  • aumento del fabbisogno giornaliero di folati, come accade durante la gravidanza o l’allattamento
  • fumo e consumo smoderato di alcol, capaci di limitare l’assorbimento della vitamina

La carenza di acido folico può avere diverse conseguenze sullo stato di salute.

Durante la gravidanza può aumentare in modo significativo il rischio di sviluppare malformazioni congenite, in particolare i difetti del tubo neurale nel nascituro (DTN). Il tubo neurale è una struttura embrionale da cui ha origine il sistema nervoso centrale: quando, diversamente da quanto accade normalmente, non si chiude nelle prime settimane di gravidanza, può dar luogo a gravi malformazioni quali la spina bifida, l’encefalocele e l’anencefalia.

Un insuffiiciente apporto di folati può favorire anche eventi avversi come aborti spontanei, ritardi nella crescita intrauterina, parto prematuro o lesioni della placenta.

Più in generale, un deficit di folati comporta inoltre un incremento dei livelli dell’aminoacido omocisteina, che, stando ad alcuni studi, è associato a una più alta probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari come ictus e infarto.

Qual è la malattia legata alla carenza di folati?

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La carenza di folati può causare l’anemia megaloblastica, una condizione caratterizzata dalla presenza di globuli rossi più grandi della norma e immaturi. L’alterata sintesi dell’emoglobina si ripercuote infatti su quella degli eritrociti.

Questo tipo di anemia può manifestarsi con alcuni sintomi caratteristici, che includono:

Cosa fare in caso di folati bassi?

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Se dagli esami del sangue i valori di folati risultano bassi, è importante modificare la dieta cercando di includere un più alto quantitativo di alimenti ricchi di vitamina B9 e considerare l’assunzione di integratori, specialmente se si assumono farmaci che interferiscono con l’assorbimento dei folati.

Qualora si sospetti una carenza di vitamina B9, prima di iniziare ad assumere integratori, è fondamentale consultare il proprio medico curante. Per poter intraprendere un trattamento finalizzato ad alzare i livelli di folati occorre infatti prima di tutto escludere una carenza di vitamina B12. Questo perché un’anemia indotta da scarsi livelli di vitamina B12 erroneamente curata con un’integrazione di vitamina B9 può migliorare, ma non impedirà che si verifichino danni nervosi provocati dall’apporto insufficiente di vitamina B12.

Tra gli altri accorgimenti da osservare per ripristinare i regolari valori di folati, vi è sicuramente anche quello di ridurre o eliminare il consumo di alcol e smettere di fumare, poiché queste abitudini possono contrastare l’assorbimento di vitamina B9.

Cosa succede se si hanno i folati alti?

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Al polo opposto della carenza di folati, vi è il loro eccesso. Va detto, tuttavia, che si tratta di un fenomeno raro: poiché sono idrosolubili, queste vitamine vengono generalmente espulse tramite le urine, se presenti in quantità eccessive.

Quando può verificarsi allora questa circostanza? La presenza di livelli alti di folati può essere il risultato di diverse condizioni:

  • una dieta in cui siano presenti largamente gli alimenti ad alto contenuto di vitamina B9
  • assunzione di dosi elevate di integratori di acido folico

La criticità maggiore legata a un eccessivo apporto di folati è il fatto che – come si è visto – questo possa mascherare gli effetti di una carenza di vitamina B12 e impedirne così l’adeguato trattamento, facendo sì che sul lungo termine possano prodursi danni al sistema nervoso o aggravarsi quelli già presenti. Si tratta di un’evenienza che riguarda perlopiù i soggetti anziani, in cui l’assorbimento della vitamina B12 è più difficoltoso.