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Pubblicato inGenitori

Cos’è la fase follicolare del ciclo

La fase follicolare è la prima delle fasi di cui si compone il ciclo mestruale. Ecco i cambiamenti fisici e ormonali che la caratterizzano.

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La fase follicolare è la prima delle tre fasi distintive del ciclo mestruale che le donne attraversano mensilmente. Precede la fase ovulatoria e segue quella luteinica.

I protagonisti ormonali di queste fasi sono le gonadotropine (FSH ed LH), ormoni prodotti da quella parte del cervello chiamata ipofisi, e gli steroidi sessuali prodotti dalle ovaie (principalmente estradiolo e progesterone), di cui, in questo stadio, ci interessa solo la componente estrogenica. I protagonisti anatomici più importanti sono l’ipotalamo, l’ipofisi, le ovaie, l’utero.

Ma cosa implica esattamente la fase follicolare? Lo abbiamo chiesto al dott. Rosalbino Mantuano, ginecologo del Santagostino.

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Premessa: lo sviluppo dei follicoli

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Comprendere la fisiologia della fase follicolare del ciclo mestruale significa inquadrare nel suo insieme il processo di maturazione dell’apparato riproduttivo femminile. Bisogna considerare, infatti, che fino alla data della prima mestruazione (menarca) molti e determinanti processi di formazione e sviluppo delle cellule riproduttive dell’ovaio si svolgono nella vita endouterina. Questo perché le cellule riproduttive femminili (ovociti), diversamente da quelle maschili (spermatozoi), vengono prodotte prima della nascita, nel corso dello sviluppo degli organi genitali.

Intorno al quinto mese di sviluppo fetale, il numero di follicoli primordiali contenuti nell’ovaio è molto elevato. Ve ne sono circa 7 milioni, ma già alla nascita il loro numero si è ridotto a 1 milione e all’inizio della pubertà a circa 300.000 follicoli primordiali. Il processo maturativo inizia quindi durante la vita fetale e continua ininterrottamente fino al momento della menopausa.

Cosa vuol dire essere in fase follicolare?

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Essere in fase follicolare significa trovarsi nella prima parte del ciclo mestruale, che inizia il primo giorno del ciclo stesso, e della mestruazione, e si conclude il giorno precedente all’ovulazione.

Al principio di questa fase, in risposta ai bassi livelli di estrogeni e progesterone, si assiste allo sfaldamento della membrana interna dell’utero, l’endometrio, e all’inizio del flusso mestruale.

Nel corso di questo processo, cresce la produzione dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), che a sua volta stimola, all’interno delle ovaie, la crescita dei follicoli, piccole sacche piene di liquido che ospitano gli ovuli, di cui uno solo arriverà a maturazione. Quest’ultimo, producendo una quantità sempre maggiore di estrogeni, si prepara ad essere fecondato.

Quali sono le fasi del ciclo follicolare?

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La fase follicolare si suddivide in diversi momenti, ciascuno con caratteristiche e funzioni specifiche:

  • fase preantrale
  • fase antrale
  • fase preovulatoria.

Fase preantrale

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I follicoli primordiali formatisi durante lo sviluppo embrionale e i primi mesi di vita post natale maturano avviandosi verso la successiva fase di sviluppo, che porta alla formazione dei follicoli primari. A partire da 6 mesi prima del menarca, un piccolo numero di follicoli primordiali viene “reclutato” e inizia a crescere.

La fase preantrale è il primo stadio del ciclo follicolare, della durata di 3-5 giorni, e ha inizio con lo sviluppo dei follicoli ovarici. Le cellule follicolari proliferano creando strati attorno all’ovulo e si differenziano nelle cellule della granulosa: il follicolo da primordiale diventa primario.

Le cellule della granulosa iniziano a rilasciare grandi quantità di glicoproteine, che formano attorno all’ovulo una spessa membrana chiamata zona pellucida. Alcune cellule del tessuto connettivo costituiscono lo strato esterno delle cellule della teca, nel quale si distinguono due sottostrati: la teca interna e la teca esterna.

Verso la fine della fase preantrale (fase ormone indipendente) sulle membrane delle cellule follicolari compaiono recettori specifici per le gonadotropine. Più precisamente, i recettori per l’ormone follicolo-stimolante (FSH) sulle cellule della granulosa e i recettori per l’ormone luteinizzante (LH) sulle cellule tecali. La comparsa di questi recettori è indispensabile per il proseguimento del processo di formazione della cellula uovo (ovogenesi), poiché il passaggio alla fase successiva richiede la presenza di gonadotropine (fase ormone dipendente). 

Alcuni follicoli non superano questa fase e degenerano: si innesca un processo di atresia, che porta alla morte dell’ovulo.

Fase antrale

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Nella fase antrale (ormone dipendente), che dura solitamente tra gli 8 e 12 giorni, i follicoli preantrali che hanno superato la fase precedente entrano in una nuova fase di sviluppo, laddove vi siano concentrazioni adeguate di ormone luteinizzante (LH) e ormone follicolo-stimolante (FSH) nel flusso sanguigno. I follicoli che raggiungono questo stadio sono in genere 15-20 (reclutamento follicolare): sviluppano una cavità contenente liquido chiamata antro, diventando follicoli secondari. Di questi soltanto uno, definito follicolo dominante, verrà selezionato per completare il suo sviluppo, gli altri andranno incontro ad atresia.

In seguito alla formazione dell’antro, i follicoli si trasformano in ghiandole endocrine secernenti una serie di ormoni: estrogeni (principalmente estradiolo), androgeni (androstenedione e testosterone) e, in seguito, progestinici.

La crescita dei follicoli è stimolata sia dall’FSH sia dagli estrogeni prodotti dai medesimi follicoli. Durante questa fase, i livelli di FSH nel sangue si abbassano progressivamente, causando a loro volta una riduzione della secrezione degli estrogeni. Ad essere designato come dominante sarà il follicolo che si mostrerà capace di produrre estrogeni a sufficienza nonostante il declino dei livelli di FSH.

Nello stadio antrale più avanzato, nel follicolo dominante alcune cellule della granulosa costituiscono il cumulo ooforo, una struttura che ancora la cellula uovo alla parete del follicolo, la quale prende ora il nome di follicolo terziario o follicolo di Graaf (dal nome del suo scopritore, l’anatomista olandese Reinier de Graaf).

Verso la conclusione della fase antrale, le cellule della granulosa attivano i recettori per secernere l’ormone luteinizzante (LH), preparando il follicolo alla fase successiva.

Fase preovulatoria

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La fase follicolare conclusiva, detta preovulatoria poiché precede l’ovulazione, ha una durata di circa 37 ore e vede la maturazione del follicolo dominante a fronte di un’adeguata concentrazione di FSH e LH. In questo stadio i livelli ematici di questi due ormoni raggiungono il picco e il follicolo aumenta notevolmente di volume.

Tutto è pronto per il passaggio alla fase ovulatoria, che vedrà il distacco dell’ovulo dalla parete del follicolo e la sua migrazione verso le tube di Falloppio per predisporsi a un’eventuale fecondazione. 

Fase follicolare: sintomi

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Come si è visto, durante la fase follicolare del ciclo ovarico, il corpo femminile attraversa una serie di cambiamenti fisiologici mediati dalla produzione ormonale. Possono derivarne diversi sintomi:

  • cambiamenti nell’umore: a causa dell’aumento dei livelli di estrogeni nella fase preovulatoria è possibile sperimentare un aumento dell’energia e della vitalità
  • aumento del desiderio sessuale, sempre per effetto dell’incremento degli estrogeni
  • cambiamento della secrezione cervicale: in prossimità dell’ovulazione, il muco prodotto dalla cervice uterina diventa più copioso e filante per favorire il passaggio degli spermatozoi attraverso il collo dell’utero verso le tube di Falloppio, e aumentare così le probabilità di concepimento
  • tensione o sensibilità al seno
  • lievi crampi addominali

Quanto deve durare la fase follicolare?

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Tenendo conto delle sottofasi appena descritte, quanto dura nel complesso la fase follicolare? È bene sottolineare che il ciclo mestruale può variare da donna a donna e anche da un ciclo all’altro; tuttavia è possibile affermare che in media la fase follicolare dura circa 13-14 giorni.

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Quanto deve essere il valore dell’FSH per rimanere incinta?

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La misurazione dei livelli dell’ormone FSH, espressi in mIU/ml, è un esame che può essere condotto per determinare il grado di fertilità di una donna.

I livelli di FSH forniscono un’indicazione indiretta del numero di follicoli ovarici rimanenti, e di conseguenza degli ovuli disponibili a essere fecondati. Un aumento dei livelli di FSH nel sangue può indicare una ridotta riserva ovarica.

Il monitoraggio dei livelli dell’FSH viene eseguita durante la fase follicolare, tra il terzo e il quinto giorno del ciclo, e tiene conto dei seguenti parametri:

  • valori inferiori a 10 sono reputati ottimali
  • valori tra 10 e 15 possono indicare una riduzione della fertilità legata all’età
  • valori superiori a 15 indicano scarse riserve di follicoli ovarici.

È importante chiarire che un alto livello di FSH non equivale a un’impossibilità di avere una gravidanza, ma indica piuttosto una maggiore difficoltà nel concepimento. Per una valutazione più accurata della riserva ovarica è necessario considerare anche i livelli di altri ormoni, ad esempio dell’ormone antimulleriano (AMH).