- Allergia primaverile e non solo
- Quali sono le allergie primaverili?
- Allergia primaverile, sintomatologia
- Diagnosi di allergia
- Quali farmaci assumere per l’allergia primaverile?
- Rimedi naturali e buone pratiche
Le allergie primaverili si manifestano da aprile a giugno, e si sviluppano nei confronti delle graminacee e dei pollini delle betulle. Quali sono le cause, quali sintomi presentano e come è possibile intervenire?
Il tipo di reazione allergica che il nostro organismo può sviluppare varia per allergeni e per tempistica. Quando si parla di allergie ai pollini, dette anche allergie polliniche, l’arco di tempo va da gennaio a ottobre. In una prima rassegna: il cipresso fiorisce a gennaio, il nocciolo a febbraio, segue la betulla e quindi le graminacee, da aprile a giugno.
A partire da giugno, passando per luglio e agosto, nelle regioni settentrionali si verifica la fioritura della parietaria, che nelle regioni meridionali è perenne. Nel periodo compreso tra agosto e settembre, è la volta dell’ambrosia.
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Allergia primaverile e non solo
↑ topPrima di affrontare il tema allergia primaverile, definiamo esattamente il termine allergia, con cui viene definita una risposta immunitaria esagerata e anomala del nostro sistema immunitario.
Questo disturbo da ipersensibilità è dovuto a fattori esterni e può scattare attraverso il contatto, l’ingestione, l’inalazione e, a volte, anche le punture dei cosiddetti allergeni. Il sistema immunitario, dunque, reagisce a volte in modo anche violento.
Quali sono le allergie primaverili?
↑ topLe allergie primaverili sono un tipo di allergia stagionale e si verificano da aprile a giugno. Nello specifico, avvengono per reazione immunitaria a:
- le asteracee quali ambrosia, tarassaco e assenzio selvatico. Sono piante perenni la cui fioritura si avvia ad agosto proseguendo fino a ottobre. Sono presenti tanto al nord quanto al sud
- le betullacee. La betulla, albero a foglie decidue, fiorisce tra fine marzo e inizio maggio. Si ritrova lungo le Alpi, l’Appennino campano e l’Etna
- le graminacee, presenti ovunque in Italia. La famiglia raccoglie piante erbacee annue, che possono essere spontanee o coltivate. Tutti i cereali (grano, orzo, mais, riso, segale, saggina, canna da zucchero, avena) appartengono a questa famiglia. Aprile e maggio sono i due mesi di massima intensità di fioritura, con una breve ripresa a inizio autunno
- la parietaria, una pianta ruderale, così definita perché cresce in luoghi incolti, ai margini delle strade, lungo le mura. A sud il periodo pollinico è esteso, parte da febbraio per terminare a luglio, con il picco ad aprile. A nord, il picco viene raggiunto tra maggio e giugno
- le oleacee, che comprendono l’ulivo. Il periodo più intenso va dalla metà di aprile fino a giugno pieno e le zone più “colpite” dalla relativa allergia sono Liguria, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna
- le cupressacee, cui appartengono il cipresso, con impollinazione compresa tra gennaio e fine marzo e il ginepro, la cui impollinazione può estendersi fino a dicembre.
Per un soggetto allergico, può aiutare dotarsi di un calendario pollinico, dal momento che permette di prevedere tempi e luoghi più a rischio.
Allergia primaverile, sintomatologia
↑ topL’allergia primaverile, in linea con ogni altra reazione allergica, è causata dal rilascio di istamina (un composto azotato) che determina sintomi a livello nasale e a livello oculare.
In questi due casi si parla, rispettivamente, di rinite allergica stagionale (detta volgarmente “febbre da fieno”) e congiuntivite allergica stagionale. Nel caso in cui entrambe le infiammazioni fossero presenti, si parla allora di rinocongiuntivite oppure oculorinite allergica stagionale.
I sintomi principali includono:
- infiammazione e irritazione delle mucose nasali
- prurito
- rinorrea acquosa, ovvero il gocciolamento di secrezioni nasali
- infiammazione e irritazione delle congiuntive, ovvero congiuntivite, insieme ad arrossamento, gonfiore e lacrimazione
- raffreddore
- insonnia e irrequietezza
- olfatto e gusto ridotti
- mal di testa (da sinusite).
Il raffreddore può essere, tra i sintomi indicati, quello che può destare più preoccupazione, perché rischia di essere confuso con un sintomo da Covid-19. La differenza è data dalla presenza della febbre, tipica nel Covid e del tutto assente nelle allergie.
Ulteriori sintomi da allergia primaverile
↑ topNella maggior parte dei casi, l’allergia è una malattia genetica. Si ripete tutti gli anni a partire dalla prima manifestazione. Ci sono tuttavia diversi fattori, come ambiente e clima, che possono interferire nella sua comparsa.
L’impollinazione è più marcata, in alcuni anni, mentre in altri è meno presente. Nei casi di primavera molto piovosa la quantità di polline è più bassa e i sintomi sono ridotti. Per mezzo dell’uso di mascherine, poi, l’impatto del polline sulle vie respiratorie è minore.
Dei sintomi respiratori, che quindi interessano le vie aeree, fanno parte:
Un soggetto che soffre di allergia e asma respira ed emette fischi. Se il soggetto è allergico, ma non asmatico, ha un respiro regolare e presenta ulteriori sintomi respiratori. Possiamo ricordare la sindrome orale allergica, che determina prurito a lingua e cavo orale quando il soggetto mangia verdura o frutta, con parentela botanica al polline che dà allergia (mela, o frutta a guscio). Anguria, melone oppure pesca possono dare prurito a chi è allergico alle graminacee.
Diagnosi di allergia
↑ topLa diagnosi di allergia primaverile o allergia stagionale va affidata a uno specialista, in questo caso in allergologia, che si occupa anche di intolleranze. La diagnosi viene effettuata attraverso due tipi di test:
- test cutanei, o prick test, che consistono nel mettere al contatto la pelle dell’avambraccio con un allergene posto su una lancetta monouso, per poi verificare la possibile reazione cutanea
- test ematici (esami del sangue) che riguardano il dosaggio delle IgE, ovvero proteine globulari che funzionano come anticorpi delle allergie. Segnaliamo, nel dettaglio, il PRIST test, per le IgE totali, e il RAST test per le IgE specifiche
- test ISAC, con il quale è possibile valutare oltre 100 molecole con un unico prelievi. ISAC sta per: Immuno Solid-phase Allergen Chip.
Quali farmaci assumere per l’allergia primaverile?
↑ topNei casi di sintomatologia importante, possiamo ricorrere ai farmaci. Bisogna ricordare che la loro assunzione segue la prescrizione di un medico, di medicina generale o di un allergologo.
I farmaci principali adottati nel combattere i sintomi dell’allergia sono:
- gli antistaminici, quando si ha a che fare solo con allergia rinitica
- il cortisone, da assumere in base alla sintomatologia
- gli antinfiammatori, la cui assunzione dipende comunque dai sintomi
- i corticosteroidi, con funzione antinfiammatoria e di controllo nei casi di asma persistente.
Altri farmaci che possono essere utilizzati sono spray nasali, colliri per la congiuntivite, spray in caso di asma. I possibili effetti collaterali variano da individuo a individuo: soprattutto nel caso degli antistaminici, si può avvertire sonnolenza. Questi farmaci possono essere organizzati in un armadietto dei medicinali.
Non dobbiamo dimenticare l’immunoterapia. Viene adottata in casi specifici quando, per esempio, il soggetto soffre di rinite perenne che non viene curata dagli antistaminici. È una terapia iposensibilizzante: al paziente viene somministrato un estratto dell’allergene a cui è allergico.
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Rimedi naturali e buone pratiche
↑ topQuando i sintomi sono lievi, esistono rimedi naturali ai quali possiamo ricorrere:
- il ribes nero (o ribes nigrum) che contrasta il rilascio di istamina, ha molta vitamina C, è un antinfiammatorio naturale ed è di aiuto per il sistema immunitario
- il tè verde, che contiene quercetina e catechina. Questi sono due flavonoidi dalla funzione antinfiammatoria
- la vitamina C, da frutta e verdura: pompelmi, limoni, arance, kiwi, carote
- piante quali zenzero, echinacea, basilico, camomilla, oppure finocchio
- l’ortica, ricca di quercetina. Può essere assunta come decotto.
Sono molti, in ogni caso, gli alimenti che aiutano il sistema immunitario. Altre indicazioni possono essere l’evitare di uscire in giornate ventose e secche (con un’alta concentrazione di polline nell’aria), lasciare le scarpe fuori casa, per evitare di far entrare allergeni. Così come pulire pedane e tappeti con attenzione.