Quali sono le principali allergie e quali sintomi le accomunano. Come risolverle o conviverci migliorando la qualità della vita. I consigli dell’esperto.
Come comportarsi in caso di allergie? È possibile che una allergia possa causare uno shock anafilattico? Sono molte le domande relative alla gestione degli attacchi allergici, alle possibili cure e al modo in cui affrontarle anche con rimedi naturali. Tutte domande che indicano come sia necessario trattare questo argomento in modo approfondito.
A fare luce su questo tema ci prova Guglielmo Meregalli, Medico Chirurgo Specialista in Allergologia e Pneumologia del Centro Medico Santagostino. Insieme a lui cercheremo di definire in modo chiaro cosa si intenda per allergia, quali sono i sintomi più ricorrenti e in che modo affrontare questa condizione, sempre più diffusa.
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Allergie, una definizione
Indipendentemente dai fattori scatenanti e dall’impatto sintomatologico, le allergie si definiscono per una forte risposta immunitaria del nostro organismo nei confronti di allergeni, sostanze presenti nell’ambiente e altrimenti innocue.
Parliamo quindi di una risposta di ipersensibilità da parte del sistema immunitario quando entriamo in contatto con specifiche sostanze: si parla di contatto propriamente detto, inalazione oppure esposizione.
Come si scatena una reazione allergica?
Il meccanismo che innesca una reazione allergica è il seguente. Quando il sistema immunitario è esposto per la prima volta ad un allergene rilascia l’immunoglobulina E (IgE). Questo anticorpo si lega ai basofili, uno specifico tipo di globuli bianchi che si trovano nel flusso sanguigno. I basofili sono simili ai mastociti, cellule che si trovano nei tessuti.
In una prima esposizione all’allergene, il soggetto può diventare sensibile ma non esprimere alcun sintomo. In una seconda esposizione, mastociti e basofili, con IgE sulla loro superficie, rilasciano istamina e altre sostanze, quali leucotrieni e prostaglandine.
E sono proprio queste ultime sostanze, in primis l’istamina, che determinano i sintomi tipici di una reazione allergica: infiammazione e gonfiore dei tessuti.
Principali allergie
Sono molte le allergie di cui possiamo soffrire. Ecco allora un elenco delle principali, senza escludere alcune sostanze chimiche allergizzanti quali il nichel, presente nell’elenco, o il cromo:
- le allergie alimentari
- le allergie primaverili
- l’allergia al nichel
- l’allergia da parietaria
- l’allergia al polline
- l’allergia agli acari della polvere
- l’allergia alle graminacee
- l’allergia all’istamina.
Sintomi allergici più frequenti
Un italiano su quattro soffre di questo disturbo. L’esordio di questa malattia si verifica già a partire dall’infanzia. I sintomi sono riconoscibili ed evidenti:
- prurito al naso
- congiuntivite
- starnuti frequenti
- ostruzione nasale, a volte bilaterale
- tosse secca.
L’attacco allergico ha di solito una durata più lunga, rispetto ad un raffreddore e si caratterizza per la perdita di muco trasparente. A volte l’asma è presente nel quadro clinico del soggetto.
Quali sono i test per una diagnosi di allergia?
Attualmente esistono diversi test:
- il prick test, tra i più comuni. La pelle viene punta, delicatamente, da una lancetta sterile monouso e viene posta una goccia di allergene a cui l’organismo reagirà, eventualmente, con una piccola protuberanza pruriginosa e rossa
- esami del sangue, un campione del sangue viene prelevato e analizzato alla ricerca di IgE specifiche rilasciate dal sistema immunitario
- patch test usati per indagare se si verifica una dermatite da contatto per esposizione epidermica a un allergene
- RAST test per misurare il livello di IgE specifiche, verso un determinato allergene, nel sangue venoso
- PRIST test, con cui vengono misurate le IgE totali.
Quali rimedi e terapie in caso di allergie
Per contrastare i sintomi dell’eccessivo rilascio di istamina nell’organismo, si può ricorrere ad una terapia farmacologica che può prevedere l’assunzione di:
- antistaminici quali acrivastina, idrossizina o terfenadina
- cortisonici come prednisone o metilprednisolone
- spray nasali decongestionanti a base di mometasone o fluticasone
- colliri corticosteroidi, per alleviare prurito agli occhi e lacrimazione
- adrenalina, per via intramuscolare, nei casi di shock anafilattico
- broncodilatatori, nel caso di asma allergica.
Da non dimenticare l’immunoterapia, un trattamento per desensibilizzare il soggetto, che dura tra i 3 e i 5 anni. Esistono comunque diversi rimedi naturali per abbassare l’istamina.
Rimedi naturali per abbassare l’istamina
Accanto all’adozione di una terapia farmacologica, segnaliamo l’esistenza di sostanze naturali, contenute negli alimenti, che contribuiscono all’abbassamento dei livelli di istamina. Stiamo parlando di antistaminici naturali:
- ribes nero
- olio di perilla
- tè verde e rosso
- camomilla
- tutti gli alimenti che contengono vitamina C. Arance, kiwi, melograno, limoni, ananas.
L’allergia può essere quindi contrastata anche attraverso l’alimentazione. Per questa ragione dovremmo ridurre il consumo di cibi, o di prodotti, che abbondano di istamina: estratti di lievito, alimenti fermentati, spinaci, formaggi.
Ci sono poi degli alimenti chiamati istamino-liberatori, come cioccolato, alcol, frutti di mare, banane. Questi alimenti aiutano il nostro organismo a rilasciare istamina. Dovremmo, al contrario, includere alimenti quali:
- carni bianche e magre
- formaggi freschi
- frutta fresca
- cereali
- pane, pasta, riso integrale
- verdure a foglia larga
- pesci freschi.
Quando intraprendere una terapia antistaminica?
Una terapia antistaminica va intrapresa al sorgere dei primi sintomi, per chi soffre di rinite o asma allergica. Certamente sotto valutazione medica, evitando poi che la sintomatologia si aggravi. Resistere non solo non serve a niente, ma può essere pericoloso.
Gli antistaminici infatti permettono di bloccare la flogosi allergica nella grande maggioranza dei casi. Questo accade perché viene impedito il rilascio dei mediatori chimici che determinano la reazione allergica e la trasformano, per così dire, in una infiammazione vera e propria.
L’istamina, è importante ricordarlo, viene rilasciata da diverse cellule del nostro corpo, come mastociti e basofili, proprio nel luogo in cui il nostro corpo entra in contatto con l’esterno: naso, gola, polmoni, pelle. La reazione allergica dipende quindi da una reazione spropositata del sistema immunitario, a differenza delle intolleranze, che non lo coinvolgono.
La reazione immunitaria, nella maggior parte delle persone, è appropriata. Mentre è eccessiva nelle persone allergiche. E proprio queste persone hanno il bisogno, e il compito, di mantenere sotto controllo i livelli di istamina continuativamente. Diversamente, l’aiuto dei farmaci arriverebbe tardi e avrebbe meno efficacia.
È opportuno sospendere gli antistaminici con remissione dei sintomi?
In linea generale no. Chi è affetto da rinite allergica e asma stagionale, tipicamente nel periodo di fioritura, previa valutazione medica, deve eseguire la terapia antistaminica ogni giorno, anche se i sintomi sono ben controllati. Infatti il buon controllo dei sintomi conferma l’utilità della terapia ed è un controsenso “provare a fare a meno del farmaco”.
La continuità del trattamento serve proprio a garantire un controllo dei sintomi, in modo da non avere continui picchi infiammatori causati dal rilascio di istamina, che richiederebbero quindi un intervento massivo e meno benefico per l’organismo, oltre che spesso potenzialmente inefficace.
L’antistaminico causa sonnolenza?
È ormai raro che gli antistaminici di ultima generazione provochino sonnolenza, che di solito è di moderata entità. Consigliamo di persistere con la terapia, poiché dopo alcuni giorni la sonnolenza tende a ridursi notevolmente.
Una valida alternativa potrebbe essere tentare un antistaminico diverso. In ogni caso, va tenuta in conto la possibilità di patire una certa astenia e debolezza, che spesso rientrano tra i sintomi dell’allergia. Dipendono allora non dal farmaco, ma dalla patologia.
A cosa sono dovuti i sintomi della sonnolenza?
L’istamina rilasciata dall’organismo interagisce sui recettori presenti in diverse cellule. Pertanto, i farmaci adottati per bloccare la sua azione si ritrovano a volte ad agire sui diversi meccanismi mediati proprio dall’istamina.
Gli antistaminici di prima generazione non facevano alcuna distinzione tra i recettori dell’istamina e potevano attraversare la barriera emato-encefalica, arrivando a penetrare il sistema nervoso centrale. Raggiunto il sistema nervoso centrale, inibivano una specifica funzione dell’istamina, tra le altre: la regolazione del sonno e della veglia. Era questa interruzione dell’azione delle istamine nel cervello a provocare sonnolenza.
Gli antistaminici di nuova generazione hanno invece dimostrato di agire con maggiore selettività sui sintomi legati all’allergia, producendo meno effetti a livello centrale.
A chi bisogna rivolgersi in caso di allergie?
In prima battuta consigliamo di rivolgersi al proprio medico di fiducia, che in molte occasioni potrà impostare la terapia in modo del tutto autonomo. Altra decisione che potrà prendere riguarda l’opportunità di una visita specialistica dall’allergologo. O dal dermatologo oppure, infine, da un otorinolaringoiatra.
Non tutte le riniti sono allergiche, così come non tutte le dermatiti hanno causa allergica. In realtà, poche dermatiti sono di natura allergica, così come pochi disturbi digestivi hanno origine allergica. Rivolgersi al medico di fiducia è quindi una scelta più che opportuna, e spesso il fai da te porta a visite specialistiche del tutto evitabili.
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Ci sono alimenti da evitare in caso di allergia ai pollini?
L’allergico ai pollini può mangiare qualsiasi cibo. Esiste poi una percentuale piuttosto piccola di soggetti che accusano reazioni crociate con alcuni alimenti:
- mela
- pesca
- prugna
- ciliegia.
Si tratta di soggetti che soffrono di allergie primaverili ai pollini. I sintomi patiti hanno a che vedere con del prurito su labbra, palato e, più raramente, in gola. Un prurito che si manifesta nei primi minuti successivi all’assunzione del cibo e che dura realmente pochi minuti.
L’autodiagnosi, in questi casi, è alla portata del soggetto. Anche perché se i disturbi sono limitati, i cibi che li scatenano possono essere mangiati comunque.
Sono allergico al gatto, posso vivere con un gatto in casa?
Partiamo dall’assunto che gli animali domestici possono causare reazione allergica. Nello specifico, l’agente scatenante non è il pelo dell’animale, piuttosto il sebo, la saliva, il sudore e l’urina che rimangono sui peli. Sono i loro componenti proteici ad innescare la reazione del sistema immunitario.
È sconsigliato vivere insieme ad un gatto in caso di allergia, dal momento che questa tende a peggiorare nel tempo e, con una certa frequenza, può provocare asma. Tuttavia possiamo non essere assoluti, perché se il soggetto presenta sintomi lievi (rinite o prurito cutaneo) può verificarsi una desensibilizzazione progressiva, che permette la convivenza con il nostro animale domestico.
Image by Christian Ferrari” / FreeImages
[…] chiesto qualche suggerimento al dottor Guglielmo Meregalli, allergologo del Centro Medico Santagostino di […]
Sono da anni paziente del dr. Meregalli che è riuscito a curarmi da un’allergia intensa e degenerata in una fastidiosa infiammazione. I suoi consigli sono sempre preziosi.
Anche questo articolo è dimostrazione della Sua professionalità e della Sua grande umanità.
Grazie!
Da allergica confermo tutto ciò che il dottore ha detto! Due anni fa fatto una visita dermatologica presso l’ambulatorio sant’Agostino per un problema che cominciava come allergia e poi degenerava in infezione e ho avuto gli stessi consigli !e non ho più avuto problemi!