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Pubblicato inSalute

Visite e controlli rimandati a causa del Covid: cuore a rischio

Solitudine, ansia o depressione sono nemici della salute cardiovascolare, è l’opinione comune confermata anche da studi scientifici. Ora che la fase di emergenza è terminata quindi sarebbe il caso di prendersi cura del cuore, specie per chi già soffre di una malattia cardiaca

Le misure di protezione rese necessarie per contenere la diffusione del Covid, quali distanziamento sociale e isolamento, potrebbero avere come rovescio della medaglia quello di innalzare il rischio cardiovascolare nella popolazione, soprattutto nei cardiopatici. Già in tempi pre-Coronavirus, infatti, uno studio danese dimostrava che, dopo un ricovero per problemi cardiaci, la ripresa è più critica per i pazienti che vivono soli o si sentono soli. Questo perché la solitudine o il senso di abbandono si accompagnano con maggior frequenza a vissuti di ansia o depressione, che possono rendere più difficile il raggiungimento di un buon equilibrio cardiovascolare. Ora l’isolamento sociale, la perdita di persone care, le preoccupazioni economiche hanno certamente minato l’umore delle persone ed è per questo che proprio adesso è importante non trascurare la salute del cuore. Non dobbiamo tutti correre dal cardiologo, però, attenzione: solo in casi specifici occorre incrementare le precauzioni.

Qualche consiglio

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  • Primo consiglio generale: in caso di sintomi allarmanti non temporeggiare telefonare al 112 oppure recarsi in un pronto soccorso – sempre.
  • Secondo consiglio generale: in caso di accentuazione dei sintomi, in una persona con nota malattia cardiaca, fare in tempi brevi visita cardiologica con elettrocardiogramma.
  • Terzo consiglio generale: riprogrammare eventuali controlli medici – non solo cardiologici – previsti e saltati a causa dell’epidemia.
  • Quarto consiglio generale: nelle persone con fattori di rischio cardiovascolare noti, come pressione alta, alti grassi nel sangue, fumo, diabete, storia familiare di infarto o ictus una visita cardiologica con elettrocardiogramma (ECG) non è urgente ma giustificata. Prevenire è sempre meglio che curare.

I controlli di routine

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I controlli programmati che si fanno ogni 6 o 12 mesi servono a intercettare un eventuale peggioramento delle condizioni cliniche, prima che possano esserci conseguenze per il paziente. Quindi vanno fatti quando si sta bene e, se state bene, ma ne avete perso qualcuno durante il lockdown dovrete farlo adesso. Nello specifico ecco cosa sarebbe consigliato a chi soffre di una malattia cardiaca:

  • Cardiopatia ischemica (malattie delle coronarie, angina pectoris, infarto in passato, angioplastica coronarica o bypass coronarico in passato: visita cardiologica annuale con ECG.
  • In caso di malattia ”silente”, cioè senza sintomi (dolore al petto o mancanza di fiato): prova da sforzo annuale.
  • Insufficienza cardiaca (cuore che pompa male o che ha perso elasticità): visita cardiologica ogni 3 o 6  mesi oppure annuale, secondo la gravità della malattia, di regola con ECG ed ecocardiogramma annuale od ogni 2 anni, secondo la gravità della malattia.
  • Aritmie (palpitazioni): visita cardiologica annuale con ECG (a meno che l’aritmia non sia stata giudicata “del tutto benigna”, nel qual caso i controlli in genere non sono necessari). ECG-Holter in caso di incertezze sull’origine della palpitazione o per quantificare la frequenza-durata degli episodi. Se mai fatto, può essere giustificato un ecocardiogramma, che andrà eventualmente ripetuto secondo il tipo di aritmia riscontrata e l’andamento clinico.
  • Malattie valvolari:

Se lievi: di solito non si ricontrollano a meno di disturbi nuovi (una visita cardiologica con ECG ogni 4-5 anni è però consigliabile, a conferma della esiguità della malattia). Se moderate: una visita cardiologica annuale con ECG; un ecocardiogramma sarà richiesto secondo necessità (di solito dopo da 1 a 5 anni anni, a seconda del tipo di malattia valvolare). Se moderato-gravi o gravi: le visite cardiologiche con ECG e l’ecocardiogramma saranno più frequenti, secondo tipo e gravità della malattia, di regola comunque almeno 1 controllo annuale, nei casi più rilevanti i controlli possono anche essere ogni 3-6 mesi.

  • Ipertensione (pressione sanguigna sopra 130/80): una visita cardiologica con ECG è opportuna se in ipertensione già da anni, o se il controllo dei valori pressori raggiunto con i farmaci  non è adeguato; oppure nel caso di insorgenza in giovane età (prima dei 40 anni), in questo caso si associano spesso valutazione nefrologica (per i reni) e endocrinologica (anomalie ormonali).

Soprattutto se il controllo è inadeguato o la malattia è presente da molti anni, un ecocardiogramma è opportuno; andrà poi eventualmente ripetuto a distanza di tempo, secondo i riscontri fatti. 

  • Diabete (alti zuccheri nel sangue): non è una malattia cardiaca in senso stretto, ma aumenta nettamente il rischio di malattia cardiaca, per cui una visita cardiologica con ECG annuale è la regola; si associano spesso anche un ecocardiogramma ed una prova da sforzo (perchè nel diabete eventuali problemi alle coronarie possono con relativa frequenza non dare disturbi).

Almeno una volta nella vita

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Una visita cardiologica con ECG si rende necessaria, almeno una volta della vita, quando:

  • in una persona che non ha mai avuto problemi cardiaci compaiono sintomi cardiaci (mancanza di fiato, palpitazioni, dolori toracici, capogiri o svenimenti); consultare subito il proprio medico di famiglia che deciderà come procedere
  • in una persona senza disturbi con vita attiva e senza fattori di rischio cardiovascolare una visita cardiologica preventiva non è in genere considerata necessaria, e non permette “statisticamente” di migliorare la propria salute. Questo, naturalmente, “statisticamente”, cioè nei grossi numeri… in realtà capita (sebbene raramente) di scoprire malattie cardiache insospettate a visite preventive. Una visita cardiologica con ECG una volta nella vita può quindi essere considerata accettabile.