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Pubblicato inGenitori

Come alleviare i sintomi preciclo

I sintomi preciclo sono caratterizzati principalmente da un malessere generale e da disturbi del tono dell’umore. Possono precedere il flusso mestruale di 7-10 giorni.

sintomi preciclo

La mestruazione è l’evento finale di quello che generalmente viene definito ciclo mestruale. Molte donne presentano, prima della comparsa delle mestruazioni, alcuni disturbi di tipo fisico o disturbi del tono dell’umore.

Con l’aiuto del dott. Rosalbino Mantuano, ginecologo del Santagostino vediamo allora quali sono i sintomi o disturbi preciclo più frequenti e quali sono le ragioni scientifiche che possono causarli.

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Ciclo mestruale: una panoramica

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Il ciclo mestruale femminile è un periodo temporale di durata piuttosto costante, tra i 27 ed i 35 giorni. È caratterizzato dal succedersi di mutamenti ormonali prodotti da vari organi, tra cui principalmente l’ovaio (produzione di steroidi ovarici) che definiscono essenzialmente due fasi.

  • Fase follicolare: prevale la produzione, da parte dell’ovaio, degli estrogeni.
  • Fase luteinica: questa seconda fase è caratterizzata dalla produzione di estrogeni e progestinici. È determinata dall’ovulazione che generalmente coincide con la parte centrale del ciclo (intorno al 14° giorno di un ciclo normale con durata di circa 28 giorni).

Questa premessa è necessaria per comprendere come sia tutto sommato prevedibile la data di comparsa del flusso in una donna che mestrui regolarmente e come siano anche prevedibili alcuni disturbi associati al flusso mestruale o meglio al periodo temporale di alcuni giorni che lo precede.

Sintomi preciclo: quanti giorni prima si presentano?

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I sintomi preciclo possono precedere il flusso mestruale di 7 – 10 giorni e si manifestano principalmente con:

  • Contrazioni crampiformi a volte dolorose al basso ventre
  • Tensione mammaria
  • Turbe dell’umore.

I sintomi della sindrome premestruale iniziano in un momento qualsiasi dopo la prima mestruazione (menarca), ma di solito entro i primi 20 anni di vita e in genere continuano per tutta la vita riproduttiva (se non trattati). Alcune donne manifestano sintomi più gravi negli ultimi anni riproduttivi e le donne con disturbi premestruali sembrano essere a maggior rischio di sviluppare disturbi dell’umore durante il passaggio alla menopausa.

La sindrome premestruale si risolve completamente dopo la menopausa e transitoriamente durante la gravidanza o durante qualsiasi interruzione dei cicli ovulatori naturali.

Alcune donne riferiscono, in concomitanza della settimana che precede la comparsa del flusso, di soffrire di disturbi sia fisici che psicologici o affettivo-comportamentale di intensità variabile.

Parliamo di sintomi preciclo e di variazioni del tono dell’umore. I termini clinici che più propriamente definiscono questa condizione sono sindrome premestruale (PMS) e disturbo disforico premestruale (PMDD)

Come capire se sta arrivando il ciclo?

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In letteratura sono stati attribuiti alla sindrome premestruale più di 150 tra sintomi fisici, comportamentali, emotivi e cognitivi. Tuttavia, i sintomi osservati nella maggior parte dei pazienti sono molto inferiori. 

Per definizione, i sintomi che riguardano il tono dell’umore e del comportamento predominano nelle donne con PMDD, sebbene la maggior parte delle donne con questa condizione abbia anche sintomi fisici.

Il sintomo che interessa il tono dell’umore o il comportamento più comune della sindrome premestruale è rappresentato dagli sbalzi d’umore. Altre manifestazioni di questo tipo possono essere:

  • Senso di tristezza
  • Ansia
  • Tendenza al pianto
  • Irritabilità
  • Difficoltà di concentrazione
  • Letargia o insonnia
  • Cambiamenti nell’appetito.

Dove fa male prima del ciclo? E quali sono i sintomi preciclo più comuni?

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Le manifestazioni fisiche più frequenti prima del ciclo sono:

Come sono le perdite bianche prima del ciclo? E dopo?

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Le caratteristiche e la frequenza delle perdite bianche vaginali variano in base alla fase del ciclo mestruale in cui ci si trova e dell’effetto dei vari ormoni.

In genere, prima del ciclo, le perdite bianche sono dense e dalla consistenza cremosa, e sono più frequenti nelle donne che assumono la pillola anticoncezionale.

Invece, dopo il ciclo, le secrezioni vaginali sono tipicamente trasparenti e acquose, e possono indicare l’avvenuta ovulazione. Infatti, il muco cervicale, in questa fase del ciclo mestruale, è reso più fluido per favorire l’entrata degli spermatozoi nella cavità uterina, e la conseguenza è il riscontro di perdite bianche con queste caratteristiche.

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Come si fanno le diagnosi di PMS e PMDD?

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La valutazione dei pazienti con possibile sindrome premestruale (PMS) o disturbo disforico premestruale (PMDD) dovrebbe includere un’anamnesi mestruale dettagliata. Va confermata, infatti, la relazione tra sintomi e la fase del ciclo esclusivamente premestruale. Se i cicli della paziente sono regolari (intervallo intermestruale da 25 a 35 giorni), è necessario avere conferma del:

  • Tipo
  • Modalità di insorgenza e cessazione
  • Gravità
  • Presenza di inabilità
  • Conferma che i sintomi siano ricorrenti

Le donne con sindrome premestruale o disturbo disforico premestruale possono anche avere cicli mestruali irregolari (<25 o >35 giorni) in particolare durante la transizione menopausale. In questa condizione, i sintomi possono essere più difficili da monitorare a causa della variabilità del ciclo.

Dosaggi ormonali: quali fare?

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I dosaggi ormonali dovrebbero essere eseguiti nelle donne più giovani per determinare la causa di eventuali irregolarità mestruali. Non è necessario effettuarli nelle donne con cicli irregolari durante la transizione pre-post menopausale

È utile dosare:

Il dosaggio del Tsh sierico può escludere l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo, entrambi i quali possono causare disturbi dell’umore.

Alle donne che assumono contraccettivi orali dovrebbe essere chiesto se i loro sintomi premestruali erano presenti prima dell’inizio dell’uso di contraccettivi, o se i sintomi sono iniziati per la prima volta dopo la loro assunzione.

In qualche caso i contraccettivi orali sono usati per trattare i disturbi premestruali, sebbene questi non siano da considerare come terapia di prima scelta.

Alcune malattie endocrine possono causare sintomi simili, come ipertiroidismo o ipotiroidismo ed eccesso di cortisolo (se i sintomi sono gravi e refrattari al trattamento standard e/o sono presenti durante l’intero ciclo mestruale).

Se, infine, la storia dei sintomi del paziente fa sospettare la sindrome premestruale o il disturbo disforico premestruale e non vi sono prove di altre patologie, sarà utile registrare l’andamento dei sintomi in modo prospettico per almeno due mesi per confermare la diagnosi attraverso l’utilizzo di schede standardizzate che attribuiscono un punteggio di gravità a ogni manifestazione sintomatica.

Sintomi preciclo: come affrontarli?

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Per alleviare i sintomi preciclo è possibile adottare alcuni accorgimenti basati principalmente sull’esercizio fisico e il rilassamento.

Una regolare attività fisica può aiutare a ridurre lo stress, l’ansia e la tensione, dunque potrebbe essere utile praticarla in maggior misura prima del ciclo.

Lo stesso vale per discipline come lo yoga e la meditazione.

Alimentazione

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Un’alimentazione ricca di calcio, magnesio e vitamina B6 potenzia il metabolismo della serotonina, il neurotrasmettitore deputato alla regolazione del tono dell’umore, e di conseguenza può rivelarsi utile per mitigare i sintomi premestruali.

Fonti ricche di calcio sono:

  • Latte e derivate
  • Verdure a foglie verdi
  • Mandorle

Il magnesio è contenuto soprattutto in:

  • Cereali integrali
  • Frutta secca

Mentre la vitamina B6 si trova negli alimenti di origine animale e vegetale, per esempio:

  • Latte
  • Cereali
  • Pesce
  • Patate
  • Formaggi
  • Fagioli
  • Carote.

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I rimedi in caso di sintomi intensi 

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Quando i sintomi preciclo si presentano con particolare intensità può essere utile richiedere un consulto specialistico. In quest’ultimo caso, il ginecologo valuta la prescrizione della pillola contraccettiva, o di farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

Altri trattamenti per le pazienti con sintomatologia severa si avvalgono di farmaci antagonisti del GnRH (ormone di liberazione delle gonadotropine) in associazioni con estrogeni e progesterone.