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Pubblicato inTerza età

Anziani e polmonite: fate molta attenzione

Negli anziani i rischi legati alla polmonite possono essere gravi, specialmente in un quadro di malattie pregresse e difese immunitarie deboli. L’alleata migliore per prevenirla è la vaccinazione.

polmonite anziani

La polmonite negli anziani rappresenta una condizione pericolosa, specie quando si associa ad altre infezioni o altre patologie pregresse. I dati ci dicono che costituisce la quarta principale causa di morte nelle persone anziane e la prima tra le malattie infettive.

Per questa ragione, è importante diagnosticarla per tempo e intervenire in modo tempestivo con le opportune terapie. 

Prima di approfondire le cause della polmonite negli anziani, i suoi sintomi e le modalità di trattamento, soffermiamoci però a fare una considerazione su chi possa essere considerato un “anziano”.

Indicativamente possiamo far rientrare in questa categoria i soggetti ultraottantenni, specie se presentano delle patologie correlate. Inoltre, altri fattori da tenere in considerazioni sono le condizioni socioeconomiche del paziente e una storia clinica caratterizzata da malattie broncopolmonari croniche.

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Quali sono le cause della polmonite negli anziani?

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Le cause della polmonite negli anziani possono essere diverse:

  • infezioni di origine batterica;
  • di origine virale;
  • di origine fungina;
  • inalazione di gas o liquidi che, raggiungendo i polmoni, provocano un’infezione batterica.

I casi di polmonite batterica sono per lo più causati dallo pneumococco, Streptococcus pneumoniae, un batterio responsabile di diverse infezioni che possono essere difficili da trattare perché spesso resistenti alle cure antibiotiche. Altri batteri che possono provocare la polmonite sono: l’Haemophilus influenzae, il Mycoplasma pneumoniae, la Chlamydia pneumoniae e la Legionella pneumophila.

Le polmoniti virali sono generalmente scatenate da virus influenzali e parainfluenzali. Possono essere causate anche da agenti quali il virus respiratorio sinciziale, gli adenovirus e il metapneumovirus umano HMPV. ll virus dell’influenza è la causa più diffusa di polmonite nella popolazione anziana

Tra le polmoniti fungine ricordiamo la polmonite pneumocistica, provocata dal fungo Pneumocystis jirovecii. Ne sono colpiti pazienti immunodepressi a causa di patologie o dell’uso prolungato di alcuni farmaci (terapie antitumorali, prevenzione del rigetto di trapianti di organi o di midollo osseo).

La polmonite da inalazione è più diffusa nei soggetti anziani sottoposti a trattamenti medici con farmaci sedativi o narcotici e in quelli affetti da malattie neurodegenerative o cerebrovascolari. Spesso insorge in concomitanza con difficoltà di deglutizione o intubazione naso-gastrica.

Polmonite negli anziani: fattori di rischio

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Perché gli anziani sono una categoria suscettibile a sviluppare la polmonite? Con l’avanzare dell’età si verifica un indebolimento del sistema immunitario. Si è più vulnerabili alle infezioni perché i meccanismi di difesa contro i microrganismi diventano meno efficaci.

Tra i fattori di rischio per l’insorgenza della polmonite vi sono:

  • alterazioni della struttura e della funzionalità dell’apparato respiratorio, che causano una diminuzione delle difese contro gli agenti patogeni e una minore efficienza polmonare;
  • comorbidità: la compresenza di patologie (malattie polmonari e cardiovascolari, tumori, diabete mellito, insufficienza renale, demenza) provoca un aumento del tasso di mortalità, considerato anche il più alto rischio di complicazioni quali la sindrome da distress respiratorio dell’adulto (che causa un’alterazione dello scambio gassoso nei polmoni); la meningite; l’empiema pleurico (accumulo di pus nello spazio pleurico); lo shock settico;
  • assunzione combinata di farmaci, come antipsicotici e anticolinergici (utilizzati per trattare demenza, incontinenza urinaria, depressione, insonnia e dolore) e corticosteroidi, che comporta un rischio maggiore di sviluppare infezioni respiratorie;
  • cambiamenti neurologici che compromettono la capacità di tossire e favoriscono così l’insorgere di polmoniti da inalazione;
  • disfunzioni nella deglutizione: durante la terza età si manifestano spesso problemi di masticazione e deglutizione, alterazioni del gusto e del processo di digestione, che possono causare malnutrizione e disidratazione, e l’accidentale inalazione di cibi e bevande;
  • ospedalizzazione o residenza in case di riposo: le strutture assistenziali non di rado diventano luoghi di infezione e focolai. La polmonite nosocomiale (contratta in regime di ricovero) è frequente tra i pazienti ricoverati in ospedale che hanno subito interventi chirurgici all’addome o al torace, di ventilazione meccanica o alimentazione per sondino;
  • proliferazione batterica nelle vie respiratorie a causa di fattori come il frequente uso di antibiotici, il fumo di sigaretta, la malnutrizione, l’intubazione endotracheale, interventi chirurgici e terapie farmacologiche contro l’acidità gastrica.

Come si manifesta la polmonite negli anziani?

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I sintomi della polmonite possono variare molto da paziente a paziente, nelle manifestazioni e nella loro intensità. Per questo può accadere che siano interpretati come segni dell’influenza o di altre patologie respiratorie.

La sintomatologia tipica comprende:

  • febbre: la polmonite può comparire in maniera subdola con febbricola, ma può manifestarsi anche senza febbre, a causa delle deboli difese immunitarie dei soggetti più anziani;
  • tosse: prevalentemente secca, in alcuni casi può essere caratterizzata invece dalla presenza di catarro scuro, soprattutto nei soggetti bronchitici cronici. Può essere violenta;
  • mancanza di respiro, anche per sforzi lievi;
  • senso di malessere generale;
  • sensazione di brivido e aumentata sudorazione;
  • mancanza di appetito;
  • sonno disturbato;
  • dolore al torace;
  • sete, arsura;
  • talvolta, diarrea;
  • disorientamento mentale e stordimento

Le polmoniti nosocomiali si presentano soprattutto con febbre alta, tosse produttiva e difficoltà al respiro

Quali sono le conseguenze della polmonite?

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L’assenza di una sintomatologia specifica può causare un ritardo nella diagnosi e compromettere in questo modo l’efficacia del trattamento. Le conseguenze di una polmonite non diagnosticata e non curata possono essere gravi: insufficienza respiratoria, peggioramento delle patologie correlate, fino al decesso.

Una polmonite può avere esiti negativi su anziani in buona salute, ma colpisce in modo più severo le persone affette da malattie croniche, demenza e fragilità. Sono infatti i pazienti in condizioni di salute precarie che vanno incontro più spesso all’ospedalizzazione e in alcuni casi al ricovero in terapia intensiva, dove possono essere intubati e sottoposti a ventilazione artificiale.

Una polmonite acquisita in tarda età può portare anche a sviluppare altre patologie collaterali quali:

Diagnosi

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In tutte le circostanze in cui si sospetta una polmonite, è indispensabile una corretta e tempestiva diagnosi, basata su un controllo specialistico ed esami.

Qualora la diagnosi sia più problematica, possono essere eseguite indagini quali:

Nei pazienti con polmonite acquisita in ospedale, per identificare l’agente responsabile dell’infezione e definire il trattamento migliore, il medico può decidere di effettuare una broncoscopia. Attraverso questa procedura vengono prelevati, attraverso una sonda, dei campioni dall’interno del polmone: campioni di pus, secrezioni o di tessuto polmonare.

In mancanza di secrezioni visibili, si può effettuare un lavaggio broncoalveolare, ovvero il lavaggio del polmone con un liquido, che può essere in seguito utilizzato per l’analisi. 

Infine, in presenza di versamento pleurico (accumulo di liquido nella mucosa che riveste i polmoni), si può eseguire una toracentesi. Con questo esame si inserisce un ago nel torace per recuperare il liquido da sottoporre a coltura.

Come si cura la polmonite negli anziani?

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Il trattamento della polmonite si basa fondamentalmente su cure antibiotiche, che vanno determinate sulla base dell’agente patogeno. La scelta di una terapia iniziale inefficace può infatti aumentare la letalità dell’infezione.

È importante che la terapia sia calibrata nella durata e nel dosaggio, soprattutto nei pazienti in condizioni critiche. Nelle persone affette da comorbidità, vanno considerati gli effetti collaterali indotti da farmaci che interagiscono con gli antibiotici e il livello di tossicità renale di questi ultimi.

La terapia può prevedere anche la somministrazione di ossigeno e l’assunzione di liquidi, per compensare la disidratazione e sciogliere il muco accumulato nei polmoni. Come già detto, nel caso di pazienti gravemente malati si ricorre al ricovero in terapia intensiva e, se necessario, alla ventilazione meccanica

Una polmonite acquisita in ospedale è generalmente più grave di una polmonite acquisita in comunità, poiché gli agenti infettanti risultano più aggressivi. Questo tipo di infezioni necessita di terapie antibiotiche ad ampio spettro eventualmente basate su indagini colturali (sangue, catarro, urine), ma ha una più alta probabilità di resistenza agli antibiotici, e per questo può essere più difficile da trattare. Inoltre, lo stato di salute dei soggetti ricoverati è spesso peggiore dei pazienti che ricevono cure domestiche, e impedisce loro di contrastare in modo efficace l’infezione.

La maggioranza delle polmoniti virali si presenta in forma moderata e regredisce in modo spontaneo nell’arco di una-tre settimane, senza il bisogno di un trattamento farmacologico. Più raramente si manifestano forme più severe, che richiedono invece una terapia medica. I pazienti anziani che sviluppano una polmonite virale possono contrarre anche una polmonite batterica.

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Quanto tempo ci vuole per guarire dalla polmonite?

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Normalmente una polmonite contratta a casa può durare fino a due settimane.

Il processo di guarigione dalla polmonite negli anziani varia a seconda dei sintomi coinvolti. Manifestazioni come il dolore toracico e la febbre si alleviano nell’arco di alcuni giorni, mentre la tosse impiega di solito due o tre settimane per regredire. Perché scompaia completamente il senso di spossatezza, possono volerci anche sei mesi.

Se la sintomatologia non si attenua o sembra acuirsi di nuovo, è opportuno rivolgersi al medico che prescriverà delle analisi per approfondire i motivi della recidiva.

Prevenzione

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Il migliore strumento per prevenire la polmonite è la vaccinazione anti-pneumococcica, fortemente raccomandata e gratuita per i pazienti sopra i 65 anni o affetti da patologie croniche. Il vaccino contro lo pneumococco è disponibile anche in un’unica soluzione

È altrettanto importante la vaccinazione antinfluenzale, dal momento che, come abbiamo visto, il virus dell’influenza può causare la polmonite o favorirne la comparsa.