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Pubblicato inTerza età

Come aiutare e calmare un malato di demenza senile?

Si tratta di un aspetto molto importante per convivere al meglio con questa malattia cronica e progressiva, sia per il paziente sia per il caregiver che gli fornisce assistenza

demenza senile come comportarsi

Calmare un malato affetto da demenza senile è un aspetto molto importante della gestione di questa patologia cronica e progressiva.

Oltre al deterioramento cognitivo spesso i pazienti affetti da demenza presentano anche disturbi del comportamento. Questi possono comprendere:

  • deliri
  • allucinazioni
  • insonnia
  • agitazione
  • affaccendamento
  • nervosismo
  • rabbia
  • aggressività.

Prendersi cura di un paziente affetto da demenza senile è piuttosto complesso e può creare, se non vengono messe in atto strategie corrette, alti livelli di stress sia nel malato sia nel caregiver.

In questo articolo cercheremo di capire quali sono i principali segnali di demenza, qual è il decorso di questa malattia e quali sono le strategie di comportamento più adatte nella gestione della persona malata, in particolare quando compaiono disturbi del comportamento.

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Come capire se c’è demenza senile?

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Per demenza senile si intende una condizione caratterizzata da una riduzione delle capacità cognitive nell’anziano (quali la memoria, il ragionamento, il linguaggio) tali da compromettere le autonomie del soggetto nelle attività del vivere quotidiano e le relazioni.

Esistono diverse forme di demenza nell’anziano che comprendono sia forme neurodegenerative (ad esempio la malattia di Alzheimer, la demenza frontotemporale, la demenza a corpi di Lewy) sia forme secondarie ad altre patologie (ad esempio la demenza dovuta a danni vascolari a livello cerebrale oppure a danni metabolici o ancora la demenza legata ad idrocefalo normoteso, ad abuso alcolico o a malattie infettive e immunitarie).

Le forme più frequenti di demenza nell’anziano sono la malattia di Alzheimer e la demenza vascolare che possono presentarsi sia singolarmente sia sommate tra loro.

Ogni demenza ha delle caratteristiche peculiari che aiutano nella diagnosi differenziale, ma in generale il deterioramento cognitivo può comprendere i seguenti sintomi iniziali che è sempre opportuno valutare tramite visita medica specialistica:

  • perdita di memoria, inizialmente a breve termine (memoria recente) successivamente anche a lungo termine (memoria passata)
  • anomie
  • disorientamento spazio-temporale
  • alterazioni della personalità o accentuazioni di caratteristiche della personalità del soggetto
  • perdita di hobby e interessi
  • alterazioni delle capacità esecutive in particolare quando bisogna svolgere compiti complessi con più azioni in sequenza

Demenza senile: decorso della malattia

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Solitamente la demenza ha un decorso irreversibile e progressivo fatta eccezione di alcune forme reversibili di demenza che se individuate possono far tornare il soggetto ad un quadro cognitivo normale.

Queste forme di demenza reversibili comprendono le patologie intracraniche (es. meningiomi, idrocefalo normoteso), stati deficitari (es. carenza di folati e vitamina B12), malattie endocrinologiche (es. problemi alla tiroide), intossicazioni da farmaci e metalli, infezioni (es. ascessi cerebrali) e malattie psichiatriche (es. depressione).

La demenza comporta sia sintomi cognitivi sia sintomi comportamentali.

Il decorso della malattia può tradursi, quindi, in un progressivo decadimento della memoria, sia per quanto riguarda la possibilità di apprendere nuove cose sia di conservare conoscenze già acquisite.

Il decadimento cognitivo si manifesta anche con difficoltà a utilizzare conoscenze e informazioni quando necessario.

Il decorso della patologia comporta, inoltre, una compromissione del linguaggio, con conseguenti difficoltà ad interagire con gli altri e a comprenderli; un deficit di attenzione e delle abilità percettive (ad esempio riconoscere e utilizzare determinati oggetti) e un rallentamento nelle capacità di ragionamento logico.

Il deterioramento cognitivo può andare ad impattare negativamente su tutte le operazioni quotidiane, anche le più semplici, come lavarsi o vestirsi.

La demenza senile può coinvolgere anche la sfera comportamentale del paziente, con il rischio di sviluppare:

  • irritabilità e nervosismo
  • sospettosità e fobie
  • deliri
  • allucinazioni
  • aggressività verbale e fisica
  • insonnia fino a quadri di inversione del ritmo sonno-veglia
  • depressione
  • vagabondaggio (con alto rischio di perdersi se il paziente esce di casa da solo)
  • affaccendamento

Nell’ultimo stadio della demenza possono subentrare rigidità motoria fino all’allettamento e perdita del controllo degli sfinteri. Il paziente necessita di assistenza continua e talvolta può essere necessario il ricovero in strutture protette.

Calmare un malato di demenza: come comportarsi

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Uno degli aspetti più importanti nella gestione dei pazienti che soffrono di demenza senile è quello di cercare di mantenere costante la routine quotidiana. Per farlo, sarebbe opportuno iniziare dagli ambienti nei quali trascorrono la maggior parte del loro tempo, come la casa.

Avere una struttura della giornata consolidata e un ambiente facilmente riconoscibile dà al malato un senso di rassicurazione e può ridurre le probabilità che sviluppi disturbi del comportamento legati ai cambiamenti della routine.

Le buone abitudini quotidiane

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Dalle buone abitudini quotidiane passa quindi una corretta e adeguata gestione delle persone che soffrono di demenza. In sintesi è opportuno:

  • mantenere routine orarie costanti (risveglio, pasti, addormentamento)
  • fare esercizio fisico regolare in momenti precisi della giornata (ad esempio delle passeggiate dopo i pasti)
  • avere dei percorsi sicuri all’interno dell’abitazione o del luogo in cui vive il paziente (ad esempio eliminando tappeti per evitare cadute, favorire un’adeguata illuminazione anche di notte se il paziente si alza per andare in bagno, eliminare ove possibile le barriere architettoniche)
  • guardare il calendario ricordando al malato giorno, mese, anno e stagione
  • guardare fotografie di famiglia
  • ascoltare musica o guardare film
  • fare lavoretti manuali (bricolage o puzzle)

Manifestazioni della malattia come l’agitazione e il nervosismo possono essere combattute con una passeggiata. Può essere molto utile sia a livello fisico che mentale, infatti, allontanare il paziente dalle eventuali fonti di disagio portandolo a camminare all’aria aperta.

Per calmare un malato di demenza senile, è importante anche distrarlo, cercando di evitare tutti i comportamenti che inneschino una specifica reazione e fornire supporto emotivo e affettivo.

Per quanto riguarda i deliri e le allucinazioni è importante ignorare le false accuse e non cercare di convincerlo del contrario, favorire la socializzazione e distrarre il paziente dall’idea dominante spostando la sua attenzione su altri oggetti, luoghi o attività.

Calmare un malato di demenza: come farlo addormentare

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Le persone affette da demenza senile sviluppano spesso anche disturbi del sonno, in particolare l’insonnia fino ad arrivare ai casi di inversione del ritmo sonno-veglia nelle fasi più avanzate della malattia.

I disturbi del sonno possono essere aggravati dal fatto che i pazienti dormono o restano inattivi durante il giorno: ecco perché un ottimo modo per conciliare il riposo notturno è quello di mantenere attivi i malati impedendo loro di dormire troppo a lungo nel corso della giornata, ad esempio con attività fisica all’aria aperta.

Per garantire un adeguato riposo notturno è importante anche intervenire sull’ambiente in cui il paziente dorme:

  • assicurare una stanza buia (ricordandosi però di illuminare il corridoio ad esempio tramite luci di emergenza se il paziente si alza per andare in bagno)
  • eliminare tutte le eventuali fonti di distrazione che potrebbero spingere il malato a restare sveglio o muoversi durante la notte
  • prestare attenzione al suo comfort
  • assicurare che i locali in cui dorme abbiano la giusta temperatura
  • assicurare che il letto sia adeguato alle esigenze dell’assistito (materasso, cuscini e coperte)

Infine, anche bere del latte caldo o una camomilla prima di andare a dormire può conciliare il sonno, mentre vanno assolutamente evitate bevande o alimenti che contengono teina o caffeina.

Le terapie farmacologiche

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Per quanto riguarda l’eventuale ricorso ai farmaci per il trattamento delle principali manifestazioni sintomatologiche della demenza, è fondamentale che chi assiste i malati si attenga in maniera scrupolosa a quelle che sono le prescrizioni del medico. Non bisogna assolutamente cambiare in autonomia le terapie senza il consulto dello specialista, magari interrompendo la somministrazione di farmaci, modificando le dosi o introducendone di nuovi, in particolare se si tratta di antipsicotici o sedativi.

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Quanto può vivere un anziano con demenza senile?

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L’aspettativa di vita di una persona che soffre di demenza senile va dai tre ai dieci anni. La differenza di aspettativa di vita tra un paziente e l’altro dipende oltre che dal tipo di demenza anche dalla comparsa di complicanze (es. sindrome da allettamento, scompenso cardiaco, infezioni in particolari respiratorie).

La capacità di cura e assistenza del malato possono, però, arginare anche in modo significativo la sintomatologia della malattia e migliorare la qualità di vita sia del paziente che del caregiver.

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