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Pubblicato inSalute

Cosa fare se il neonato non fa il ruttino: consigli pratici

Un neonato che non fa il ruttino potrebbe avere più difficoltà digestive. Tuttavia, non è sempre necessario che lo faccia. Vediamo perché e quali consigli per le poppate dei più piccoli.

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Cosa succede se il neonato non fa il ruttino? È davvero indispensabile che lo faccia? 

La salute e il benessere dei piccoli sono al centro delle preoccupazioni di ogni genitore, soprattutto durante i primi mesi di vita.

Tra le tante piccole grandi sfide che si presentano, garantire che il neonato faccia il ruttino dopo la poppata è considerato fondamentale per il suo comfort e la sua tranquillità. Ma cosa succede quando, nonostante gli sforzi, il bambino non riesce a farlo? 

La dottoressa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino, spiega tutto quello che c’è da sapere sull’argomento, chiarendo l’utilità del ruttino e perché può capitare che non lo faccia.

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A cosa serve il ruttino?

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La funzione principale del ruttino è quella di espellere l’aria che il neonato ingurgita insieme al latte durante la poppata. Tale processo è fondamentale dal momento che, se l’aria accumulata non venisse espulsa, potrebbe causare disagio, gonfiore e potenzialmente coliche nel bambino, portando a pianto e irritabilità. 

Oltre a ciò, il ruttino contribuisce a regolare la digestione del neonato, consentendo una migliore assimilazione del nutrimento e prevenendo eventuali problemi digestivi che potrebbero emergere a causa dell’accumulo di aria nello stomaco.

Quindi, il ruttino è un meccanismo importante per i neonati. Che si tratti di allattamento al seno o di allattamento artificiale, infatti, la possibilità che il neonato ingurgiti dell’aria non è mai del tutto esclusa. Eliminare l’aria è quindi essenziale per favorire lo svuotamento dello stomaco e una migliore digestione.

Inoltre, i bambini possono necessitare di fare il ruttino anche nel caso in cui mangino troppo velocemente, se sono posizionati male durante l’allattamento, o se soffrono di problemi gastrointestinali che possono causare difficoltà digestive.

Ruttino del neonato: è davvero necessario?

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Il ruttino, come abbiamo detto, aiuta a espellere l’aria che il neonato ingurgita insieme al latte durante l’allattamento. 

Tuttavia, è importante notare che non sempre il ruttino è necessario per ogni neonato. In alcuni casi, il bambino potrebbe non avere ingurgitato aria durante la poppata o potrebbe essere in grado di espellere l’aria senza necessità di aiuto. Oppure, semplicemente, a volte non si percepisce il suono del ruttino, che talvolta può somigliare a uno sbuffo o a un brontolio. Quindi, se al termine del pasto il neonato non emette il ruttino, non c’è motivo di preoccuparsi. 

In generale, i neonati allattati al seno tendono a ingurgitare meno aria rispetto ai bimbi allattati con biberon. Quindi potrebbero avere meno necessità di fare il ruttino.

Come si capisce se il neonato deve fare il ruttino?

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Si può capire se un neonato ha bisogno di fare il ruttino osservando alcuni segnali. Ad esempio, se dopo la poppata, il neonato appare inquieto, si dimena, piange senza un motivo apparente, oppure se ha difficoltà a dormire.

Inoltre, se si nota che il bambino ha interrotto la poppata in modo brusco, mostrando segni di disagio come smorfie o colpi di tosse, questi possono essere altri indicatori che c’è aria nello stomaco che potrebbe richiedere un ruttino. In questi casi è consigliabile fare una piccola pausa per aiutare il neonato a espellere l’aria e riprendere la poppata subito dopo.

Come aiutare il neonato a fare il ruttino?

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Aiutare il neonato a fare il ruttino è una pratica comune che può rivelarsi molto utile per garantirgli benessere dopo la poppata. Ci sono vari metodi e tecniche per incoraggiare questo naturale processo di espulsione dell’aria, e i genitori, con il tempo, impareranno a conoscere e applicare quello più adatto al loro bambino.

Tra le pratiche più diffuse c’è quella di tenere il bambino in posizione verticale, appoggiato alla propria spalla. In questa posizione si fornisce un adeguato sostegno al fondoschiena con una mano. Con l’altra si dà sostegno alla testa e al collo del bambino, facendo attenzione che quest’ultimo rimanga in una posizione leggermente più elevata. Questa disposizione aiuta il neonato a sentirsi sicuro e nel frattempo consente al genitore di dare delle leggere pacche o dei movimenti circolari sulla schiena del piccolo, esattamente tra le scapole, per aiutarlo a espellere l’aria accumulata.

Se il neonato rigurgita, è assolutamente normale ed è consigliabile mettersi un tovagliolo sulla spalla.

Un altro metodo prevede di posizionare il bambino seduto sulle proprie gambe, inclinato un po’ in avanti. Questa posizione viene sostenuta ancorando delicatamente una mano sul petto del neonato. Mentre, con l’altro braccio, si fornisce un supporto rassicurante alla schiena, dove si possono effettuare dolci pacche per stimolare il ruttino.

C’è anche chi preferisce adagiare il neonato a pancia in giù, magari sulle proprie ginocchia, facendo attenzione a tenere la testolina del piccolo leggermente più alta rispetto al resto del corpo. Anche in questo caso, leggere pacche o carezze sulla schiena possono facilitare l’espulsione dell’aria.

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L’importanza di un ambiente tranquillo per il neonato

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Nonostante queste pratiche, è importante ricordare di agire sempre con dolcezza e pazienza. A volte potrebbe essere necessario un po’ di tempo affinché il neonato riesca a rilasciare l’aria. Molte volte, un lieve massaggio o solo la pressione e il movimento del corpo possono fare la differenza. 

Il contesto gioca un ruolo importante: provare a rilassarsi in un ambiente tranquillo può aiutare il neonato e favorire l’emissione del ruttino. Se, nonostante gli sforzi, il bambino sembra provare disagio o non riesce a fare il ruttino, potrebbe essere il caso di consultare un pediatra per escludere altre cause di malessere.

Ricordiamo che il ruttino non è obbligatorio neanche per i bambini che lo fanno quasi sempre. Potrebbero capitare delle poppate in cui non è necessario, se il bambino è tranquillo o dorme non è necessario stimolarlo ulteriormente.