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Pubblicato inSalute

La dieta del gruppo sanguigno: funziona davvero?

La dieta del gruppo sanguigno è un piano alimentare che si basa appunto sul tipo di gruppo sanguigno che si possiede per determinare il tipo di alimentazione più adatta a ciascuno. Vediamo se è davvero attendibile.

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La dieta del gruppo sanguigno è un argomento che ha suscitato un notevole interesse e dibattito negli ultimi decenni. Sviluppata dal naturopata Peter J. D’Adamo, questa teoria sostiene che il gruppo sanguigno dovrebbe influenzare ciò che si mangia al fine di migliorare salute e benessere.

La teoria è stata a più riprese criticata e oggi non è considerata attendibile dalla comunità scientifica.

La dottoressa Rimini, biologa e nutrizionista del Santagostino, fa chiarezza sul tema, spiegando cos’è la dieta del gruppo sanguigno, e quali sono le principali problematiche da un punto di vista medico.

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Cos’è la dieta del gruppo sanguigno?

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La dieta del gruppo sanguigno è un regime alimentare che si basa sulla teoria che ogni gruppo sanguigno richieda un’alimentazione specifica per mantenere uno stato di salute ottimale. Secondo questa teoria, ogni gruppo sanguigno ha sviluppato determinate caratteristiche metaboliche in risposta all’ambiente e all’alimentazione dei propri antenati. 

Questo approccio dietetico è stato proposto per la prima volta dal naturopata e autore Peter J. D’Adamo nel suo libro del 1996 intitolato Eat Right for Your Type (mangia in base al tuo gruppo sanguigno).

La dieta prevede quindi l’eliminazione di alcuni alimenti e l’aumento del consumo di altri, in base al gruppo sanguigno di appartenenza.

È importante ricordare che la dieta del gruppo sanguigno non ha nessuna evidenza scientifica. 

Quali sono i principi della dieta del gruppo sanguigno?

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L’ideatore di questa dieta, Peter J. D’Adamo, parte dal presupposto che la diversificazione dei gruppi sanguigni nell’essere umano sia emersa nel corso dell’evoluzione darwiniana. Sostiene che il gruppo sanguigno possa rappresentare una traccia genetica di una predisposizione innata verso determinati comportamenti alimentari e attività fisiche.

Secondo la teoria di D’Adamo, alcuni alimenti contengono proteine particolari chiamate lectine, che influenzerebbero in modo diverso i vari gruppi sanguigni.

Secondo D’Adamo, ciascuna persona mostra intolleranza verso alcune lectine in base al proprio gruppo sanguigno. Si sostiene che queste proteine, una volta introdotte nell’organismo attraverso gli alimenti, possano attaccare i globuli rossi, causando un processo di agglutinazione, un termine spesso utilizzato per descrivere la reazione specifica degli anticorpi.

D’Adamo afferma che consumare queste lectine “nemiche” con la dieta sarebbe equivalente a subire una sorta di piccola trasfusione da parte di un donatore con un gruppo sanguigno diverso. Questo, secondo la sua teoria, spiegherebbe l’epidemia di intolleranze alimentari e disturbi legati a scelte dietetiche specifiche. Attraverso il suo libro Eat Right for Your Type, D’Adamo lancia un appello globale invitando le persone a seguire la sua dieta del gruppo sanguigno, promettendo che problemi digestivi, spossatezza e persino alcuni disturbi cronici saranno solo un ricordo del passato.

Come devono mangiare le persone in base al gruppo sanguigno?

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La teoria che sta alla base della dieta dei gruppi sanguigni, come detto, suggerisce che il gruppo sanguigno di una persona dovrebbe influenzare le sue scelte alimentari al fine di massimizzare la salute e il benessere.

Di seguito, esamineremo come si suppone che le persone debbano mangiare in base al loro gruppo sanguigno, tenendo conto delle informazioni fornite.

Gruppo 0

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Il gruppo sanguigno 0 è considerato il capostipite dei vari gruppi sanguigni ed è associato a un profilo di cacciatori. Queste persone sono descritte come aventi un fisico atletico e una forte predisposizione ai cibi di origine animale, come la carne. Di conseguenza, secondo la teoria, trarrebbero benefici dalle diete iperproteiche e chetogeniche, come la dieta paleo

Al contrario, sono sconsigliati:

  • Latticini 
  • Leguminose 
  • Cereali, tra cui il pane, la pasta e il riso. 

È interessante notare che si sostiene che i soggetti con gruppo sanguigno 0 abbiano una maggiore tendenza alla celiachia. In linea con la loro presunta predisposizione da cacciatori primitivi, si ritiene che queste persone debbano svolgere regolarmente attività fisiche intense caratterizzate dall’uso massiccio della forza e della velocità di breve durata.

Gruppo A

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Il gruppo sanguigno A è considerato tipico degli agricoltori e si suppone che queste persone beneficino di una dieta ricca di alimenti vegetali, tra cui ortaggi, frutta, cereali, leguminose e pseudocereali. 

Al contrario, dovrebbero limitare il consumo di carne ed evitare i latticini. Si fa riferimento al fatto che il passaggio storico all’agricoltura abbia influenzato la loro dieta. Poiché il lavoro agricolo è presunto essere meno faticoso rispetto alla caccia, si consiglia l’associazione di attività fisiche rilassanti o comunque non troppo impegnative, come il golf o lo yoga.

Gruppo B

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Il gruppo sanguigno B è associato alle popolazioni nomadi e si presume che abbiano un sistema immunitario robusto e un apparato digerente efficiente. Secondo la teoria, queste persone possono consumare latticini con tranquillità e dovrebbero evitare alimenti ricchi di conservanti e zuccheri semplici. Poiché le popolazioni nomadi sono caratterizzate dagli spostamenti frequenti e da periodi di riflessione, si ritiene che siano più adatte ad attività fisiche leggere con un’importante componente mentale, come il tennis o la camminata.

Gruppo AB

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Il gruppo sanguigno AB è descritto come “enigmatico” e rappresenta il gradino più alto della scala evolutiva secondo questa teoria. Dal punto di vista dietetico e sportivo, si colloca a metà strada tra i gruppi A e B. Si afferma che queste persone possono consumare con moderazione una vasta gamma di cibi, senza esagerare con i latticini.

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Quanto è affidabile la dieta del gruppo sanguigno?

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La dieta dei gruppi sanguigni è ampiamente considerata inattendibile dalla comunità scientifica. Non ci sono prove scientifiche che confermino i presunti benefici per la salute derivanti da questa dieta, e mancano dimostrazioni chiare delle basi scientifiche su cui si basa. 

In una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel 2013, gli autori hanno concluso che non esistono prove fattuali a sostegno dei benefici attribuiti a questa dieta. Uno studio condotto su quasi 1.500 persone ha confermato queste conclusioni, suggerendo che i benefici per la salute osservati sono in realtà indipendenti dal gruppo sanguigno e che seguendo una dieta equilibrata si possono ottenere risultati simili. 

In sintesi, la dieta dei gruppi sanguigni manca di fondamento scientifico e non è raccomandata dalla comunità medica.