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Pubblicato inBenessere

Differenze tra visita agonistica e non agonistica

Quali sono le differenze tra una visita per certificato sportivo agonistico e non agonistico? E quando è sufficiente un certificato per attività ludico-motoria? Le risposte dell’esperto.

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Quali sono le differenze tra visita agonistica e non agonistica?

Che tipo di certificato o più in generale quale certificato di idoneità serve quando il soggetto svolge una attività ludica, oppure una pratica sportiva non agonistica?

Scopriamo inoltre se sono adatte le competenze di un medico di medicina generale o servono figure più specifiche, quali i medici specialisti in medicina dello sport. Risponde a tutte queste domande il dott. Alberto Cereda, Medico Chirurgo Specialista in Cardiologia e malattie cardiovascolari del Santagostino.

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Differenze tra visita agonistica e non agonistica

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L’Italia è considerata, a livello internazionale, come un Paese all’avanguardia quando si parla di tutela sanitaria di chi pratica sport.

Diversamente dai Paesi anglofoni in cui il concetto di prevenzione è più liberale – motivo per cui, ad esempio, alcuni calciatori che hanno avuto problemi cardiaci pur non potendo più giocare in serie A militano tranquillamente nella Premier League, il massimo campionato inglese.

La Medicina dello Sport, in Italia, ha sviluppato un corpus normativo complesso con l’elaborazione di protocolli idoneativi obbligatori a tutela della salute delle persone e degli atleti.

Differenza tra visita agonistica e non agonistica: i tipi di certificati

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Possiamo distinguere due tipi di certificati:

  • i certificati non obbligatori per attività ludico-motoria
  • i certificati obbligatori, per attività sportiva agonistica, professionistica e non agonistica.

Ciascun tipo di certificato è regolamentato da leggi specifiche o, in alternativa, da un decreto del Ministero della Salute. Si tratta in ogni caso di un quadro normativo in continuo aggiornamento.

I certificati di idoneità possono essere una richiesta della società sportiva o della palestra che stiamo frequentando. E le tre non esclusive tipologie di certificazione possono essere:

Specifiche dei tre certificati: agonistico, non agonistico e attività ludica motoria

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Ognuno dei tre certificati viene rilasciato per obiettivi specifici.

Il certificato agonistico è richiesto per tutte le attività continuative che prevedono una partecipazione regolare a gare oppure a incontri. Si è dunque nel pieno dello sport agonistico, che viene praticato anche con allenamenti costanti da parte di atleti tesserati ad una federazione oppure a enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, il Comitato Olimpico Nazionale.

La definizione di sport non agonistico viene chiarita da un decreto del Ministero della Salute. Per il Ministero della Salute, infatti, questa categoria comprende le attività sportive svolte dai tesserati e organizzate dal Coni, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, da enti di promozione sportiva riconosciuta dal Coni e da organi scolastici.

Per attività ludico-motoria amatoriale si intende quella praticata da soggetti non tesserati con le federazioni sportive nazionali o con gli enti di promozione sportiva e finalizzata al raggiungimento e al mantenimento del benessere psico-fisico della persona. L’attività ludico-motoria amatoriale è tale se non finalizzata al raggiungimento di prestazioni sportive e non prevede alcun aspetto competitivo.

Come si svolge una visita sportiva agonistica?

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Per ottenere una certificazione sportiva agonistica è necessario che la visita sportiva agonistica sia effettuata da medici specializzati in Medicina dello sport. Nel contesto della valutazione devono svolgersi tre momenti.

Il primo momento è dato dall’anamnesi, affinché lo specialista conosca la storia del soggetto, gli sport praticati, eventuali traumi o interventi chirurgici subiti, e possa chiedere se il soggetto soffra di condizioni croniche che potrebbero richiedere particolare attenzione, in un contesto agonistico, come il diabete.

Il secondo momento è definito dall’esame obiettivo, durante il quale lo specialista è alla ricerca di segni o sintomi che potrebbero essere indicativi di possibili condizioni da approfondire. Segue quindi l’insieme degli esami strumentali. Lo specialista si incaricherà di rilevare i parametri antropometrici:

  • l’Indice di Massa Corporea, ottenuto dal rapporto tra peso e altezza del soggetto
  • la plicometria, per la misurazione del grasso corporeo
  • le circonferenze corporee, che interessano torace, braccio, vita, fianchi e coscia.

Il rapporto tra vita e fianchi, si aggiunge in inciso, può essere predittivo di alcune patologie quali la sindrome metabolica. Tra gli esami strumentali si indicano:

Come si svolge una visita sportiva non agonistica?

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La potestà certificatoria, in caso di visita sportiva non agonistica, spetta al pediatra, al medico di medicina generale, al medico dello sport e medici tesserati della Federazione Medico Sportiva.

La visita comprende:

  • anamnesi
  • esame obiettivo comprensivo di profilo pressorio
  • elettrocardiogramma a riposo.

L’elettrocardiogramma annuale è sempre consigliato ma è obbligatorio con periodicità annuale per coloro che hanno superato i 60 anni di età e che associano altri fattori di rischio cardiovascolare e per coloro che, a prescindere dall’età, hanno patologie croniche conclamate, comportanti un aumentato rischio cardiovascolare.

La visita per attività ludico-motoria amatoriale

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Questa certificazione può essere rilasciata da ogni medico e dal 2013 non è più obbligatoria. È possibile ottenere un certificato medico ludico motorio su richiesta da qualsiasi medico iscritto all’Albo professionale.

Non comporta l’obbligo di un elettrocardiogramma, anche se alcuni centri sanitari lo fanno comunque di prassi, ed è valido per un anno.

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Oltre le differenze tra visita agonistica e non agonistica: quali altri certificati?

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Al fine del protocollo idoneativo bastano gli accertamenti indicati per ciascuna tipologia di certificato. Ovviamente l’atleta, su suggerimento del medico, può anche effettuare esami di secondo livello cardio-pneumologici come l’ecocardiogramma, l’Ecg Holter, il test da sforzo e prove respiratorie dinamiche.

Posto che non esiste un “rischio zero”, il rischio sportivo è individuale e ogni scelta pertanto comporta costi e benefici. Il rischio infatti può essere definito come “l’aumento del pericolo” al quale consegue una probabilità più elevata che un determinato evento possa verificarsi.

In base alla stratificazione di questo rischio individuale, ogni atleta può personalizzare la certificazione sportiva con altri accertamenti diagnostici su indicazione specialistica. La legislazione sportiva italiana si ispira alla cultura ippocratica di prevenzione, con lo scopo di prevenire il rischio di malattie non trasmissibili e importanti ricadute sociali, economiche e sanitarie.

Quando si tratta di fare esercizio fisico non c’è un: “Io inizierò domani”. Domani è la malattia e lo sport è il miglior antiruggine per una salute di ferro.