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Pubblicato inTerza età

Il tremore essenziale negli anziani

Il tremore essenziale, nei pazienti anziani, richiede un trattamento farmacologico in grado di evitare una caduta nella disabilità. Garantendo una buona autonomia e qualità di vita.

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Il tremore essenziale, negli anziani, è un disordine del movimento i cui sintomi, nei casi gravi, possono gravare in modo invalidante sulla qualità della vita.

Quali sono le cause e i fattori di rischio di questo disturbo? Quali trattamenti possono essere utili per sostenere le persone con tremore? Risponde a queste domande il dottor Alberto Lerario, Medico Chirurgo Specialista in Neurologia del Santagostino.

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Come si definisce il tremore essenziale?

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Il tremore è definito come un movimento involontario, ritmico e oscillatorio di una parte del corpo. La sua causa è da ricercarsi nelle contrazioni alternate o sincrone dei muscoli antagonisti, i muscoli che si contraggono in opposizione ad uno specifico muscolo.

Il tremore è il più comune di tutti i disturbi del movimento, e si manifesta di tanto in tanto in molti individui normali sotto forma di tremore fisiologico esagerato. Il tremore essenziale è la causa più comune di tremore d’azione negli adulti.

Con quali sintomi si manifesta?

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Il tremore essenziale coinvolge classicamente le mani ed è evidenziato dal movimento del braccio e da posture antigravità sostenute. Influenza attività quotidiane comuni come scrivere, bere da un bicchiere e maneggiare posate, ma in alcuni casi può coinvolgere anche la testa, la voce e raramente le gambe.

I sintomi del tremore essenziale possono variare da lievi a gravi e possono peggiorare nel corso del tempo. A riposo, il tremore tende a diminuire o scomparire. Il tremore essenziale può influenzare la qualità della vita delle persone colpite, specialmente se il tremore diventa più pronunciato.

Che differenza c’è tra Parkinson e tremore essenziale?

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La malattia di Parkinson e il tremore essenziale sono due disturbi neurologici con caratteristiche distintive, sebbene entrambi siano caratterizzati dal tremore.

Nella sua forma classica, il tremore dovuto alla malattia di Parkinson è un tremore a riposo e all’esordio inizia tipicamente in modo unilaterale (da un lato solo del corpo), il che lo distingue dal tremore essenziale, che solitamente coinvolge entrambi gli arti durante il mantenimento di una postura o lo svolgimento di un’azione. Anche il tremore della testa, se associato a quello degli arti, è più frequentemente presente all’esordio nel tremore essenziale che nella malattia di Parkinson.

Il morbo di Parkinson è causato da un processo degenerativo di alcune aree del cervello, portando a sintomi come tremore, rigidità e lentezza nei movimenti, disturbi di deglutizione e talvolta deficit cognitivi. Al contrario, il tremore essenziale non ha una causa chiara, ma è caratterizzato da tremori isolati senza altri sintomi motori tipici del morbo di Parkinson.

Mentre il morbo di Parkinson è associato a un deficit nel metabolismo e funzionalità della dopamina, il tremore essenziale non mostra una connessione diretta con questo neurotrasmettitore. Da alcuni studi emerge che ci sia una forte componente genetica. Una storia familiare di tremore è presente nel 30% – 70% dei pazienti con tremore essenziale, e la percentuale arriva fino all’80% tra i pazienti con esordio prima dei 40 anni.

Come si diagnostica?

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La diagnosi di tremore essenziale si basa principalmente su un’accurata valutazione delle caratteristiche cliniche e della storia anamnestica che emergono durante la visita neurologica. Nei casi più tipici non sono necessari ulteriori approfondimenti strumentali.

Talvolta, in casi dubbi e selezionati si può ricorrere alla prescrizione dell’imaging del trasportatore della dopamina: tomografia computerizzata a emissione di fotone singolo (SPECT con DaTscan).

Quando il tremore deve preoccupare?

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Il tremore in sé non è sempre motivo di preoccupazione, poiché molte persone possono sperimentare episodi di tremore leggero o occasionale senza che ciò indichi necessariamente una condizione medica grave.

Ci sono poi situazioni in cui il tremore può essere un sintomo di una malattia sottostante che richiede una particolare attenzione medica. Situazioni quali:

  • persistenza e aggravamento nel tempo tale da interferire con lo svolgimento delle attività quotidiane
  • coinvolgimento di diverse parti del corpo
  • sintomi aggiuntivi come difficoltà nella coordinazione, debolezza muscolare, problemi di equilibrio o cambiamenti nella funzione cognitiva
  • insorgenza improvvisa
  • storia familiare di disturbi neurologici.

Come si può curare il tremore essenziale?

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Il trattamento del tremore essenziale è sintomatico e non sono disponibili terapie modificanti la malattia. Il grado di controllo del tremore fornito dai farmaci varia da paziente a paziente e spesso dipende dalla dose degli agenti utilizzati, dalla gravità del tremore e dalla risposta individuale del paziente all’agente scelto. I pazienti con tremore lieve possono comunque sperimentare la soppressione completa del tremore con le terapie disponibili.

Tuttavia, l’obiettivo della terapia per la maggior parte dei pazienti è ridurre la gravità del tremore in misura sufficiente a prevenire la disabilità, riducendo al minimo gli effetti collaterali dei farmaci. È importante sapere che il tremore solitamente peggiora lentamente nel tempo e che di conseguenza potrebbero essere necessari un aumento delle dosi e terapie di seconda linea. La progressione del tremore non è indicativa di una diagnosi alternativa, come quella della malattia di Parkinson, se non emergono ulteriori segni o sintomi.

Nelle fasi iniziali e più lievi può essere sufficiente cercare di ridurre fattori scatenanti che potrebbero esacerbare il tremore come alcune sostanze, per esempio il caffè, o stress emotivi. È noto inoltre che l’alcol riduce il tremore in molti pazienti con tremore essenziale e spesso ha un effetto in quantità modeste (p. es., da mezzo bicchiere a un bicchiere di vino).

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Trattamento farmacologico

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Nei casi più evidenti e disabilitanti si può ricorrere ad alcune terapie farmacologiche come:

  • beta-bloccanti, come ad esempio il propranololo
  • anti convulsivanti quali primidone o topiramato
  • talvolta benzodiazepine come il clonazepam.

Nei casi più invalidanti e refrattari alle terapie mediche è possibile valutare l’utilizzo di alcuni dispositivi per modulare o compensare in modo non invasivo la gravità del tremore. È quindi possibile ricorrere al trattamento con tossina botulinica, fino ad alcuni approcci chirurgici come la stimolazione cerebrale profonda del nucleo intermedio ventrale del talamo, gli ultrasuoni focalizzati guidati dalla risonanza magnetica e la talamotomia stereotassica.