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Pubblicato inSalute

Botulino, il veleno che fa bene (al mal di testa)

Da qualche anno se ne è scoperta l’utilità anche per il trattamento delle emicranie croniche poiché la sua somministrazione può ridurre la durata media delle crisi in un mese

Botulino

Da qualche anno si è scoperta l’utilità del botulino anche per il trattamento delle emicranie croniche: con una serie di piccole iniezioni si riesce a ridurre la durata media delle crisi in un mese. Il neurologo ci spiega perché è un trattamento efficace e assolutamente sicuro.

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Che cos’è il botulino?

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Il botulino è un batterio anaerobico in grado di contaminare gli alimenti, rendendoli particolarmente pericolosi per la salute umana. L’ingestione di questi cibi determina un’intossicazione severa, il botulismo.

Esistono varie forme di botulismo:

  • botulismo infantile
  • botulismo alimentare, causato dalle tossine prodotte dal batterio Clostridium botulinum,  che si può presentare specialmente nelle conserve alimentari, nelle marmellate e confetture di produzione domestica, in assenza di ossigeno, in presenza di elevate quantità di acqua, con substrati non troppo acidi o contenenti fonti di proteine consistenti

A quale temperatura si scioglie il botulino?

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Le tossine botuliniche sono sensibili al calore e possono essere disattivate al trattamento termico di 75 – 80 gradi per almeno 5 minuti.

Il botulino in campo medico

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Il botulino è una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum, ampiamente usata in medicina. Non solo in ambito estetico, ma anche per trattare alcune patologie neuromuscolari, come la spasticità o l’iperattività delle ghiandole esocrine (l’iperidrosi).

Da qualche anno, però, si è scoperta un’altra virtù benefica del botox, vale a dire nel contrasto al mal di testa.

L’ufficializzazione è arrivata da due importanti studi clinici randomizzati in doppio cieco in cui sono stati arruolati 1400 pazienti sottoposti a cinque cicli di somministrazione di botox con intervalli di 12 settimane (clicca qui e qui per approfondire)

Con questi studi si è concluso che la terapia botulinica non è tanto efficace nel ridurre il numero degli attacchi, ma lo è nel ridurre il numero di giorni di durata delle crisi stesse in un mese. In altre parole, meno giorni di mal di testa in pazienti che soffrono di emicrania cronica, vale a dire che hanno mal di testa per più di 15 giorni al mese.

La cefalea indica tutti i tipi di mal di testa, e questi sono oltre 100: c’è la cefalea muscolo-tensiva, quella a grappolo e c’è l’emicrania, che riguarda il 15% delle persone nel mondo. Di questo 15% il 2-3% è affetto dalla forma cronica, che in Italia si aggira intorno ai 2 milioni di persone. La crisi di emicrania può durare dalle 4 ore ai 3 giorni. E si tratta, per molti di questi pazienti, di un’emicrania farmacoresistente, vale a dire nella quale si sono rivelati inefficaci sia gli analgesici che le cure preventive.

Il botulino utilizzato contro l’emicrania

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L’emicrania è una delle 20 prime cause di invalidità nel mondo ed è invalidante anche sotto il profilo della qualità della vita. Il beneficio di ridurre la durata delle crisi in questo tipo di pazienti è quindi evidente.

Il meccanismo che crea questo beneficio non è chiarissimo. L’emicrania – lo ricordiamo – è un dolore vascolare innescato dal sistema nervoso centrale che coinvolge alcuni neurotrasmettitori e alcuni circuiti del dolore. Probabilmente il beneficio di questo trattamento è legato proprio al fatto che il botulino sarebbe in grado di ridurre la sensibilizzazione a livello del sistema nervoso centrale, bloccando l’azione del CGRP, uno dei neurotrasmettitori legati all’emicrania.

Sicuramente in questo specifico caso non agisce solo sui muscoli, tanto è vero che nelle cefalee muscolo-tensive non funziona.

Certo, il botulino è un “veleno”, così come lo sono tutti i farmaci (e la parola farmaco deriva proprio dal termine greco che sta per “veleno”). Spesso chi soffre di emicrania paga un prezzo molto salato quando utilizza molti analgesici al mese. Questi, infatti, hanno effetti collaterali a livello gastrico e determinano una cronicizzazione delle crisi. È proprio l’assunzione di più di 15 analgesici al mese che provoca una cronicizzazione delle crisi. Tanto è vero che in casi come questi si ricorre alla disintossicazione in ospedale. Anche i farmaci usati per prevenire l’insorgere del mal di testa sono in prevalenza antidepressivi e antiepilettici. Questi possono dare effetti come l’aumento di peso o la sedazione temporanea.

Come si usa il botulino?

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La tossina botulinica, invece, è generalmente ben tollerata dal paziente e ha il vantaggio di essere smaltita dal nostro organismo e di essere iniettata in superficie. Ha pochi effetti collaterali, e questi possono insorgere nella zona del trattamento, dando: debolezza muscolare, dolore localizzato, infiammazione, eritema, gonfiore/edema. La quantità di Botox è talmente ridotta che l’effetto rimane localizzato all’area in cui si pratica l’iniezione. Non è riscontrabile a livello sistemico e non esistono indicazioni in merito a possibili intolleranze determinate dall’interferenza con altri farmaci.

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Come si fa il botulino?

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Il Botox viene iniettato in piccole quantità nei muscoli della testa, delle spalle e del collo con un ago sottilissimo. Il trattamento può essere ripetuto ogni 3 mesi, durante i quali non vi è la necessità di interrompere altre eventuali terapie in corso. La letteratura più recente sembra dimostrare che più aumentano le applicazioni, più aumentano i benefici.

Naturalmente il punto di partenza fondamentale è una diagnosi precisa, che può essere fatta solo da uno specialista in grado di inquadrare il tipo di disturbo, nella fattispecie dell’emicrania cronica.