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Pubblicato inGenitori

 La SIDS o sindrome della morte in culla

La SIDS, o sindrome della morte improvvisa del lattante, è un evento che può verificarsi entro il primo anno di vita del bambino. Seppur raro, va prevenuto prendendo tutte le opportune misure di precauzione. Ecco quali.

morte in culla santagostino

 La SIDS o sindrome della morte in culla

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La SIDS, ovvero sindrome della morte improvvisa del lattante, è uno dei timori più grandi dei genitori nel primo anno di vita del bambino.

La dottoressa Daniela Callegari, pediatra del Santagostino, ci spiega in dettaglio che cos’è, quali fattori la favoriscono e quali comportamenti mettere in atto per prevenirla.

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Che cos’è la SIDS?

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SIDS è l’acronimo che sta per Sudden Infant Death Syndrome, ovvero sindrome della morte improvvisa del lattante. Con questo termine vengono indicate le morti inaspettate di neonati, apparentemente sani, tra il primo mese e il primo anno di vita. Il decesso avviene generalmente durante il sonno, e per questo la sindrome è nota anche come morte in culla.

In termini medici, la diagnosi di SIDS si definisce di esclusione. Ciò significa che la diagnosi di morte improvvisa viene data quando dall’esame autoptico vengono escluse tutte le altre possibili cause, ad esempio: patologie in atto, malformazioni, alterazioni genetiche, o eventi di tipo doloso, come i maltrattamenti.

Chi colpisce la SIDS?

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La sindrome della morte in culla colpisce prevalentemente i bambini di età inferiore a 6 mesi. Secondo le statistiche, il picco di decessi si raggiunge tra i 2 e i 4 mesi di vita.

Anche se si tratta di un evento raro, la SIDS rappresenta una delle cause di morte principali dei bambini dopo la nascita: ben il 40% di tutte le morti neonatali. Dagli studi condotti negli Stati Uniti, in Germania, Inghilterra e negli Stati centrali dell’Europa risulta che l’incidenza oscilla tra 1,4 e 1,5 morti su 1.000 bambini.

Quanti casi di SIDS in Italia?

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La SIDS è un evento piuttosto raro. Attualmente, non sono disponibili dati ufficiali sull’incidenza della sindrome in Italia, a causa della mancanza di un sistema uniforme di monitoraggio. In passato si è stimato che il fenomeno si attestasse  tra l’1 e l’1,5‰ dei neonati nati vivi nel paese, ma questo tasso sembra essere in diminuzione significativa e si aggira oggi intorno allo 0,5‰, corrispondente a circa 250 morti ogni anno.

Questo calo può essere interpretato come un segnale positivo dell’efficacia delle raccomandazioni per la prevenzione della SIDS, in particolare quelle riguardanti il corretto posizionamento (supino) dei neonati durante il sonno. 

A cosa è dovuta la SIDS? 

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Ad oggi la comunità scientifica non ha ancora trovato una spiegazione condivisa, cioè un nesso causa-effetto, per spiegare la SIDS. Gli studiosi però sono concordi nel ritenere che alla comparsa della sindrome concorrano un insieme di circostanze. 

Di recente è stata avanzata una nuova teoria: secondo alcuni studi si tratterebbe di un’anomalia funzionale, che quindi non lascerebbe alcuna traccia a livello organico. La disfunzione sarebbe dovuta all’immaturità della zona del cervello deputata alla regolazione di alcune funzioni vitali automatiche, come il ritmo sonno-veglia, il ritmo cardiaco e respiratorio e la regolazione della temperatura corporea. Se questa ipotesi fosse vera, non ci sarebbe alcuna prevenzione efficace per le morti in culla.

Quali sono i fattori di rischio della SIDS?

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Se una causa per la SIDS non è ancora stata trovata, a livello statistico sono stati però individuati dei fattori di rischio strettamente connessi a questa condizione. I fattori di rischio possono essere di diverso tipo. Esaminiamo i principali.

Tra i fattori familiari troviamo:

  • un basso livello socio-economico
  • giovane età della madre
  • mancata assistenza prima e dopo il parto
  • numerose gravidanze, a distanza ravvicinata.

Ci sono poi fattori legati alla gravidanza e al comportamento della madre come: 

Tra i fattori legati alla fisiologia e alle condizioni del bambino, figurano: 

  • sesso maschile del lattante
  • primo semestre di vita del lattante
  • prematurità, responsabile dello sviluppo incompleto di alcuni organi che si traduce in una ridotta funzionalità degli stessi
  • basso peso neonatale
  • qt lungo (una rara condizione cardiaca che si rileva grazie all’elettrocardiogramma pediatrico)
  • infezioni respiratorie
  • episodi di apnea neonatale.

Troviamo poi dei fattori ambientali:

  • fumo passivo
  • alta temperatura degli ambienti
  • infezioni
  • allattamento non materno.

In ultimo, favoriscono la SIDS alcuni fattori legati all’igiene del sonno:

  • posizione prona (a pancia in giù) o sul fianco durante il sonno, che può pregiudicare la corretta respirazione da parte del bambino
  • presenza di coperte, cuscini, materassi soffici, in cui il piccolo può sprofondare
  • condivisione del letto con i genitori (co-sleeping): il corpo della persona adulta può riversarsi su quello del neonato, inducendone il soffocamento
  • assenza del ciuccio.

Come accade la morte bianca o morte in culla?

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I casi di SIDS si verificano durante il sonno notturno o diurno. Secondo alcune statistiche, la fascia oraria più a rischio è quella compresa tra la mezzanotte e le 9 del mattino.

Come si manifesta la SIDS?

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La SIDS non mostra alcun segno o sintomo sul neonato, nel senso che avviene silenziosamente: il neonato non piange, non mostra anomalie né nello stato di salute né nel comportamento. Secondo le ultime ricerche, la morte sopravviene in modo rapido, in pochi minuti o addirittura pochi secondi. 

Quando finisce il rischio di SIDS? 

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Il rischio di SIDS inizia a ridursi gradualmente a partire dal sesto mese, fino alla completa risoluzione, che avviene intorno al compimento di un anno di età.

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Cosa fare per evitare la morte in culla? 

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Ma come far dormire il bambino in sicurezza e prevenire la morte in culla? Garantire un ambiente sicuro durante il sonno del bambino è possibile. Ecco come:

  • è opportuno far dormire il bambino in posizione supina, non sul fianco
  • il bambino deve avere i piedi attaccati alla sponda inferiore del letto, così da evitare che scivoli sotto le coperte
  • le coperte vanno rimboccate sotto il materasso e posizionate sotto le ascelle del bambino, che deve quindi avere le braccia fuori dalle coperte (una buona alternativa può essere il sacco-nanna)
  • occorre prestare attenzione allo swaddling: qualora si decida di utilizzare questa tecnica di fasciatura (di cui non è stata tuttavia dimostrata l’efficacia preventiva del rischio di SIDS), è importante farlo in modo sicuro, assicurandosi che la coperta non possa aprirsi e limitando la pratica finché il bambino non sia in grado di rotolare da supino a prono e viceversa
  • non vanno inseriti nel lettino peluche o cuscini che potrebbero impedire al bambino di respirare
  • il lettino deve avere un materasso rigido 
  • non vanno utilizzati paracolpi
  • non bisogna coprire eccessivamente il bambino o farlo dormire in un ambiente troppo caldo: la temperatura della camera non deve superare i 20 °C
  • l’ambiente deve essere areato
  • non si deve dormire tutti insieme nello stesso letto: il bed sharing, spesso correlato all’allattamento, può essere evitato mettendo a riposare il bambino nella culla dopo la poppata
  • non va esposto il lattante al fumo passivo
  • se possibile, è preferibile allattare al seno: è raccomandato per i primi sei mesi e se ne consiglia la continuazione per almeno un anno. Andrebbe incentivato specialmente nei neonati pretermine e di basso peso alla nascita
  • è bene dare al bambino il ciuccio: regolarizza il ritmo della respirazione
  • è consigliabile praticare i lavaggi nasali, che prevengono le infezioni e liberano il naso.

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Qual è la posizione migliore per far dormire un neonato? Quanto inclinare la culla del neonato?

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Come già detto, la posizione più sicura per far dormire un neonato, almeno per il primo anno di vita, è quella supina, a pancia in su. Ma quali altri accorgimenti è bene osservare per garantire un ambiente sicuro durante il sonno del bambino e ridurre il rischio di morte in culla?

Per quanto riguarda l’inclinazione della superficie su cui riposa il neonato, stando alle raccomandazioni più recenti dell’Accademia Americana di Pediatria (AAP), aggiornate a luglio 2022, è consigliabile che il bambino dorma su una superficie non inclinata, con un angolo massimo di 10 gradi. Questo aiuta a prevenire il rischio di soffocamento o di intrappolamento (per esempio tra due superfici).

Quando il bambino dorme nel marsupio o nella fascia, è importante mantenere la testa del bambino sollevata e le vie aeree ben visibili durante il sonno.