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Pubblicato inSalute

Il vero costo della sanità in Italia

Come funziona il Sistema sanitario nazionale? Quanto spende il l’italia in proporzione al prodotto interno lordo rispetto agli altri Paesi in Europa.

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Come agisce il nostro sistema sanitario nazionale? Quanto incide la spesa sanitaria pubblica sulla finanza pubblica, anche rispetto ai sistemi sanitari nazionali degli altri Paesi dell’UE?

In questo articolo proveremo a rispondere a queste ed altre domande, indicando inoltre a quanto ammonta, in Italia, la spesa sanitaria privata.

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Costo della sanità in Italia, quali riferimenti?

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L’Italia è uno dei Paesi europei a spendere meno nella sanità oltre ad avere, nel corso degli ultimi anni, tagliato le risorse per questo settore. Anche per via dell’ultimo decennio di crisi economica.

Allo stesso tempo, la qualità dell’assistenza sanitaria italiana viene riconosciuta anche dall’OMS. Cerchiamo di approfondire quindi la spesa sanitaria nel nostro Paese, il funzionamento del sistema sanitario, scoprendo quali sono le regioni più virtuose per beni e servizi nell’ambito della salute.

Quanto si spende per la sanità in Italia?

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La spesa sanitaria pro capite in Italia è pari a 2.473 euro, stando al report 2020 dell’OCSE (ultimo disponibile) intitolato Health at Glance, Europe 2020. Si tratta di un importo drasticamente inferiore rispetto ad altri Paesi quali Francia o Germania, che esprimono spese pro capite rispettivamente di 3644 e 4504 euro.

La media italiana è complessivamente inferiore alla spesa media pro capite europea, che si assesta sui 2572 euro.

Finanziamento del Servizio sanitario nazionale nel 2023

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Questi dati meritano comunque una integrazione. La legge di bilancio 2022 (L. n. 234/2021) ha stabilito un nuovo fabbisogno per la sanità pubblica e per la sanità accreditata. Le cifre sono:

  • 124.061 milioni di euro per il 2022
  • 126.061 milioni di euro per il 2023
  • 128.061 milioni di euro per il 2024.

Cifre in controtendenza, rispetto ai tagli alla sanità che sono stati applicati tra il 2008 e il 2013, gli anni della crisi economica. La successiva legge di bilancio 2023 prevede infatti un aumento complessivo di finanziamento alla sanità, ricompreso nel bilancio dello Stato, pari a 2 miliardi di euro.

Quanto incide la sanità sul PIL?

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La quota di PIL occupata dalla spesa pubblica sanitaria, tra soldi pubblici e privati, è del 8,7%. La finanza pubblica, quindi lo Stato, dà un contributo del 6,4%, mentre il 2,2% arriva dalla spesa privata.

Rimane la distanza con altri Paesi industrializzati, ma l’Italia ha uno 0,4% in più di quota PIL rispetto alla media europea, che è dell’8,3%. La Germania e la Francia, ad esempio, hanno quote PIL destinate alla sanità dell’11,7% e del 9,4%.

Come viene finanziato il Sistema sanitario italiano?

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L’istituzione del Sistema sanitario nazionale, che rientra tra i servizi pubblici, risale al 1978. I princìpi che lo animano sono:

  • universalità delle prestazioni sanitarie
  • uguaglianza, ovvero l’accesso alle cure senza alcuna discriminazione
  • equità, quindi una parità di accesso a parità di condizioni di salute

Il Sistema sanitario è sostenuto dai cittadini per mezzo della fiscalità generale, in proporzione al reddito di cui dispongono e attraverso il pagamento di un ticket, per le prestazioni sanitarie, da parte di chi è privo del diritto all’esenzione. Il ticket, introdotto nel 1982, deve essere pagato nei casi di:

Viene riconosciuta l’esenzione nei casi di specifiche condizioni economiche o sociali, o in presenza di patologie croniche, come ad esempio il diabete, o ancore per condizioni di invalidità o stato di gravidanza.

Obiettivo del Sistema sanitario italiano è garantire la copertura universale, e per la gran parte gratuita, e garantire allo stesso tempo la copertura totale a vantaggio delle persone affette da patologie croniche.

Chi gestisce la sanità in Italia?

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In Italia è compito del governo amministrare, controllare e distribuire il budget per la spesa sanitaria, mentre la Ragioneria Generale dello Stato si occupa di monitorare e svolgere attività di report. L’esecutivo, inoltre definisce i benefici nazionali garantiti ai cittadini, residenti stranieri compresi.

Le Regioni, poi, hanno il compito di organizzare, pianificare e fornire i servizi sanitari con il supporto delle autorità sanitarie locali. I finanziamenti arrivano grazie ad una legge di Stato dedicata, e si compongono di ticket, ricavi delle attività intramoenia, da quanto finanziato direttamente dallo Stato e dalla fiscalità regionale (componente finanziamento sanità Irap e addizionale Irpef).

Le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano concorrono alla spesa sanitaria per tutto il fabbisogno non coperto da entrate sanitarie e fiscalità. Con eccezione della Sicilia, in cui la quota non deve superare il 49,11% del totale del fabbisogno sanitario regionale.

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Dove funziona meglio la sanità in Italia?

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La decima edizione, datata 2022, del rapporto Le performance regionali stilato da Crea Sanità ha stabilito quattro Regioni con dei livelli di performance e tutela sanitaria significativamente elevati: il Veneto è al primo posto, ed è seguìto da Emilia Romagna, Toscana e infine Lombardia.

Tra le Regioni che purtroppo hanno bisogno di recuperare posizioni nella classifica ci sono Sicilia, Puglia, Molise, e infine Abruzzo, Campania e Calabria.

Sanità integrativa in Italia

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Una ultima considerazione può essere svolta in merito alla sanità integrativa in Italia, che nel 2022 ha rappresentato una spesa pari a 4,3 miliardi di euro. Con una spesa diretta, da parte delle famiglie, di circa 38 miliardi di euro.