Skip to content
Pubblicato inTerza età

Il prolasso della stomia: cos’è, quali sono le cause? E come intervenire?

I pazienti che hanno subito un’ileostomia o una colostomia devono convivere con lo stoma, un’apertura sulla parete addominale che permette l’espulsione delle feci. Cosa succede quando questa risulta prolassata? Come è possibile intervenire? Risponde la gastroenterologa

stomia-prolasso

Il prolasso della stomia è un problema che può presentarsi nei pazienti che hanno subito un’ileostomia o una colostomia, degli interventi con cui si devia una porzione di intestino (tenue nel primo caso; crasso nel secondo) verso un’apertura ricavata sulla parete addominale (stoma) che sostituisce l’orifizio anale e permette la fuoriuscita delle feci. 

Si tratta di una delle complicanze più diffuse per i pazienti stomizzati. Il rischio che si verifichi varia a seconda della tipologia di stomia: l’incidenza è del 3% nelle ileostomie e del 2% nelle colostomie.

In caso di prolasso viene solitamente utilizzata una sacca per stomia, che serve a raccogliere in modo sicuro e discreto il materiale fecale che potrebbe fuoriuscire dalla stomia.

Ma in cosa consiste il prolasso? Quali sono le cause che possono provocarlo e come è possibile intervenire in questi casi? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Maria Francesca Jaboli, gastroenterologa del Santagostino.

Prenota una visita gastroenterologica

Che cos’è un prolasso della stomia?

↑ top

Si parla di prolasso della stomia quando l’intestino sporge dallo stoma in modo eccessivo. La protrusione può avere lunghezza variabile: dai 2-3 cm fino ai 10 cm e oltre. Il prolasso si dice:

  • mobile o intermittente quando insorge in modo estemporaneo in seguito all’aumentare della pressione addominale (può comparire per esempio in posizione eretta e scomparire da supini)
  • permanente se si presenta invece in modo continuo.

A cosa è dovuto il prolasso stomale?

↑ top

Le cause del prolasso della stomia possono essere varie:

  • debolezza dei muscoli addominali, che influisce sulla capacità di mantenere l’intestino nella sua posizione corretta
  • età avanzata del paziente, cui si associa una minore elasticità dei tessuti
  • dimensioni eccessive dello stoma creato durante l’intervento chirurgico o la mancata adesione dei visceri alla parete addominale
  • sforzo fisico troppo intenso da cui deriva una pressione maggiore a livello addominale
  • aumento della pressione sull’intestino a causa di tosse o starnuti ricorrenti
  • tumore di grandi dimensioni nella regione addominale che preme in modo considerevole sull’intestino
  • obesità, con un aumento di peso tale da esercitare una pressione sull’addome

Come si manifesta e cosa può comportare?

↑ top

Ma come si riconosce uno stoma prolassato? Ecco alcuni sintomi che possono essere presenti:

  • sporge maggiormente rispetto al solito
  • appare gonfio
  • presenta cambiamenti nel colore: dal rosa chiaro al violaceo
  • è freddo al tatto

Il prolasso può provocare dolore, irritazione della cute peristomale (la pelle circostante alla stomia) e difficoltà nel posizionare correttamente la sacca di raccolta delle feci. L’irritazione cutanea intorno alla stomia, spesso derivante dall’esposizione prolungata a secrezioni, può causare infiammazione e arrossamento e rendere così doloroso il contatto con la sacca. Ulteriore irritazione può essere provocata inoltre dalla difficoltà nel fissare correttamente quest’ultima alla parete addominale.

Il prolasso si traduce in alcuni casi in una minore efficienza nel processo di transito ed espulsione delle feci, con conseguente sensazione di gonfiore, crampi e dolore addominale. Solo raramente, tuttavia, questo si traduce in un’ostruzione del passaggio fecale.

Nei casi più gravi, il tratto di intestino fuoriuscito può andare incontro a:

Cosa fare in caso di prolasso della stomia?

↑ top

Le opzioni di intervento in caso di prolasso della stomia dipendono dalle caratteristiche e dalla severità della condizione.

In alcune circostanze, il prolasso può rientrare in modo spontaneo senza che vi sia la necessità di intervenire o richiedere l’assistenza di un medico o di un operatore sanitario. Quando questo non accade, il paziente stesso può provare a ridurre in autonomia il prolasso della stomia ricorrendo ai seguenti rimedi:

  • rilassare i muscoli addominali: distendersi in posizione supina per circa 20 minuti per alleviare la pressione sulla zona addominale
  • applicare una pressione delicata sull’estremità prolassata dello stoma per facilitare il ritorno dell’intestino nella posizione abituale, a condizione che lo stoma non sia gonfio
  • applicare impacchi freddi nel caso in cui lo stoma appaia gonfio: avvolgere dei cubetti di ghiaccio all’interno di un asciugamano e poggiare l’impacco così ricavato sulla sacca per stomia, avendo cura di non superare i 5 minuti
  • applicare una generosa quantità di zucchero semolato sullo stoma e lasciarlo agire per 20-30 minuti. Lo zucchero avrà l’effetto di assorbire i liquidi attorno allo stoma, riducendo il gonfiore e agevolando il ritorno del prolasso nella cavità addominale
  • utilizzare una cintura di supporto specifica per il prolasso dopo che lo stoma è stato riposizionato, per aiutare a mantenere la stomia nella giusta posizione

Altri accorgimenti utili

↑ top

Per una gestione più pratica ed efficace del prolasso è consigliabile inoltre tenere in considerazione ulteriori misure: 

  • ricorrere a una sacca di maggiori dimensioni che possa contenere anche il prolasso
  • se il prolasso compare a intermittenza in base alla posizione assunta, regolare la placca adesiva della sacca per ridurre il rischio di lesioni o irritazioni da attrito
  • svuotare o cambiare con maggiore frequenza la sacca
  • proteggere il prolasso da eventuali traumi esterni evitando situazioni che potrebbero causare risultare nocive per l’integrità della stomia. Le cinture di supporto specifiche per il prolasso possono fornire una valida protezione
  • osservare un’adeguata igiene della cute peristomale utilizzando prodotti formulati per il trattamento della stomia, così da mantenere la pelle detersa ed elastica
  • valutare l’adozione di un supporto monopezzo (in cui la placca adesiva e la sacca sono integrate): alcuni sistemi a due pezzi (in cui la placca e la sacca sono invece due elementi distinti) potrebbero risultare più problematici, poiché aumentano il rischio di sfregamento contro il prolasso o di intrappolamento di una parte dello stoma tra la sacca e la placca adesiva

Quando consultare un medico

↑ top

Quando invece il prolasso della stomia richiede una valutazione medica? Per riconoscere una condizione di maggiore gravità, è necessario prestare attenzione ad alcuni segnali fisici:

  • vi sono alterazioni nel colore dello stoma rispetto al normale aspetto arrossato e umido che potrebbero indicare una compromissione dell’ossigenazione 
  • il prolasso risulta freddo al tatto: un possibile sintomo di un’insufficiente irrorazione sanguigna
  • il prolasso continua ad apparire gonfio nonostante il ricorso alle tecniche di trattamento menzionate, come l’applicazione di impacchi freddi o zucchero semolato
  • il prolasso persiste per più di un’ora e le misure adottate non sembrano avere efficacia
  • la stomia è dolente

Nel caso in cui il prolasso sia di considerevole entità e le misure di trattamento conservativo risultino inefficaci, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico. Questo prevede la rimozione della porzione prolassata dell’intestino e la ricostruzione dello stoma al fine di prevenire recidive del prolasso e ripristinare la corretta funzionalità dell’apertura.

Prevenire il prolasso

↑ top

 La prevenzione e la corretta gestione della stomia sono essenziali per evitare di andare incontro a un prolasso. Ecco alcuni accorgimenti utili da osservare:

  • limitare uno sforzo fisico eccessivo, in particolare il sollevamento di oggetti pesanti, per non sovraccaricare i muscoli addominali
  • mantenere un peso corporeo equilibrato, per evitare di gravare eccessivamente sui muscoli addominali
  • valutare l’utilizzo di cinture specifiche per il supporto della stomia, chiedendo consiglio al proprio medico curante per capire quale presidio per stomia si adatti meglio alle proprie esigenze
  • seguire una dieta varia ed equilibrata con l’aiuto di uno specialista
  • fare un’attività sportiva moderata e costante per mantenersi in forma ed esercizi mirati per rafforzare i muscoli addominali

Prenota una visita gastroenterologica

Quante volte al giorno si cambia la sacca della stomia?

↑ top

In condizioni normali, un sistema monopezzo viene cambiato una o due volte al giorno. Nel caso di un sistema a due pezzi, al contrario, la placca può essere mantenuta fino a 3 giorni, mentre la sacca va sostituita tutti i giorni.

In presenza di un prolasso della stomia, potrebbe essere necessario cambiare o svuotare la sacca più frequentemente. Ciascun caso, ad ogni modo, va considerato individualmente.