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Pubblicato inTerza età

L’incontinenza fecale negli anziani, come gestirla

L’incontinenza fecale è un disturbo di cui si parla ancora poco, ma interessa circa l’1%-2% della popolazione. Di cosa si tratta esattamente? E come si può intervenire?

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L’incontinenza fecale interessa non solo la fetta di popolazione degli anziani, la forbice dell’età oscilla infatti dai 18 anni fino ai 70. Questo tipo di incontinenza, insieme anche all’incontinenza urinaria, può caratterizzare negativamente la qualità di vita di chi ne soffre.

Poco più del 57% dei pazienti che hanno questo disturbo finisce effettivamente per parlarne in sede clinica e nel privato, per ragioni forse legate a vergogna o alla difficoltà che questo tipo di condizione può determinare. Per venire incontro ai bisogni dei pazienti, nel 2006 è stata istituita la Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza.

In Italia, inoltre, esiste la FAIS, la Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati, con sede a Milano. Ha tra i suoi obiettivi la garanzia dei diritti delle persone incontinenti e stomizzate, ovvero persone che hanno subìto un’apertura chirurgica in sede di addome, a causa di un tumore, per permettere la fuoriuscita di materiale fecale e urine.

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Cosa si intende per incontinenza fecale?

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Per incontinenza fecale si intende un disturbo caratterizzato dalla perdita involontaria di feci e gas. Questa condizione interessa circa l’1%-2% della popolazione e, in particolare, si presenta nelle persone anziane, generalmente per la mancanza di controllo sfinterico.

È stata inoltre riscontrata una maggiore prevalenza di incontinenza fecale nel sesso femminile, a causa della maggiore lassità dei muscoli pelvici. La fascia di età che risulta essere più colpita è ricompresa dai 40 anni in su e la gravità di questo disturbo, come approfondiremo a breve, può variare da individuo a individuo.

Quali sono i principali sintomi dell’incontinenza fecale negli anziani?

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I sintomi dell’incontinenza fecale sono rappresentati dalla perdita di feci e gas legata alla impossibilità di controllare o di rinviare l’impulso a defecare; e in questo caso parliamo di incontinenza attiva.

L’incontinenza fecale può quindi essere legata alla mancanza di avvertire lo stimolo, e in questa seconda evenienza abbiamo a che vedere con l’incontinenza passiva. A seconda della gravità, l’incontinenza fecale può essere definita:

  • completa, nei casi di perdita di feci solide, liquide e di gas intestinali
  • moderata, quando si ha perdita di feci liquide e gas intestinali
  • incontinenza ai gas
  • soiling, se si verificano solo piccole perdite.

Ulteriori sintomi

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Altri sintomi che possono comparire nei casi di incontinenza fecale sono il gonfiore addominale, le ulcere anali, il prurito anale. Sintomi che possono essere comunque legati alla patologia di base causa dell’incontinenza.

Non meno importanti sono i sintomi secondari all’incontinenza fecale e questi possono comprendere irritazioni della pelle e del retto, infezioni delle vie urinarie ed importante stress psicologico, legato alle ripercussioni che questo disturbo può avere sulla vita sociale.

Quali sono i fattori eziologici?

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L’incontinenza fecale è solitamente di origine multifattoriale, ci sono quindi diverse cause e diversi fattori di rischio, e può essere legata a:

  • una riduzione del tono degli sfinteri anali
  • all’indebolimento del pavimento pelvico
  • all’impossibilità di percepire lo stimolo della defecazione
  • alla perdita di coordinamento anorettale.

Tutte queste condizioni sono favorite dall’invecchiamento ed è per questo che l’incontinenza fecale è più frequente negli anziani.

Per quanto riguarda le patologie maggiormente responsabili di incontinenza fecale nell’anziano, poiché vanno ad agire sui meccanismi sopracitati, possiamo indicare:

  • prolasso rettale
  • disturbi neurologici quali demenza, neuropatia diabetica, ictus, sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale
  • interventi chirurgici, in particolare proctologici
  • emorroidi gravi
  • stipsi, diarrea cronica e patologie infiammatorie intestinali.

Cosa fare quando non si riesce a trattenere le feci?

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Quando non si riesce a trattenere le feci è importante rivolgersi al proprio medico curante per una prima valutazione clinica ed essere indirizzati circa il percorso diagnostico-terapeutico più indicato.

Potrà essere necessario effettuare una visita specialista gastroenterologica o proctologica e successivamente, a seconda dei casi, potrebbero essere indicati alcuni esami diagnostici quali:

Come trattare l’incontinenza fecale e rinforzare lo sfintere anale?

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Per trattare l’incontinenza fecale e rinforzare lo sfintere anale solitamente è necessario un trattamento riabilitativo specialistico. Questo trattamento comprende solitamente:

  • fisiokinesiterapia, che consiste in esercizi di contrazione e rilasciamento, sincronizzati con gli atti del respiro per il rinforzo della muscolatura del pavimento pelvico e dell’apparato sfinteriale
  • biofeedback, una tecnica che ha la funzione di riacquisire consapevolezza sulle funzioni fisiologiche
  • elettrostimolazione, ovvero l’applicazione di stimoli elettrici agli sfinteri anali e ai muscoli del pavimento pelvico per determinare movimenti funzionalmente efficaci.

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Alimentazione ed eventuali trattamenti chirurgici

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Oltre al rafforzamento dello sfintere anale possono essere indicati alcuni accorgimenti dietetici se la causa dell’incontinenza sono la stipsi o la diarrea. In caso di stipsi ad esempio può essere utile aggiungere fibre all’alimentazione e garantire un adeguato apporto idrico: circa un litro e mezzo di acqua al giorno. Viceversa, in caso di diarrea cercare di evitare bevande alcoliche e caffeina.

Nei casi in cui la terapia conservativa fallisca o nei casi in cui ci siano difetti certamente identificati può essere necessario ricorrere alla terapia chirurgica. In tutti i casi di incontinenza fecale è infine essenziale un’attenta igiene intima per prevenire irritazioni ed infezioni.

Quando l’incontinenza fecale non è più curabile, ad esempio nei casi avanzati di demenza, occorre procurarsi presìdi assorbenti (pannoloni) che potranno essere prescritti dal medico curante.

Sfondo foto creata da pressfoto – it.freepik.com