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Pubblicato inGenitori

Come combattere l’obesità infantile

L’obesità infantile è diffusa in Italia, come nel resto dei Paesi industrializzati. Combatterla è possibile, così da prevenire l’insorgenza delle patologie ad essa legate.

obesità infantile come combatterla

L’obesità infantile è un problema. Il numero di bambini obesi, oltre che di bambini che soffrono di sovrappeso, è un dato in continua crescita nei paesi industrializzati e non solo. Si parla sul piano globale di una persona su 8 con problemi di obesità e, al versante opposto, una persona su 9 che soffre di fame.

Prevenire l’obesità infantile è diventato un imperativo. Cattiva alimentazione e stili di vita scorretti sono i primi due fattori da contrastare. Per combattere l’obesità infantile, in ogni caso, basta il buon esempio dei genitori e del sano buon senso. Ce ne parla Ilaria Goria, biologa nutrizionista del Santagostino.

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L’obesità infantile in cifre

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Il quadro risulta particolarmente severo quando si parla di obesità in età pediatrica. I dati del 2017 parlano di quella che l’OMS definisce senza mezzi termini una tra le epidemie più gravi del terzo millennio.

Su scala mondiale, il 5,6% dei bambini con età inferiore ai 5 anni è in sovrappeso; si tratta di un numero che corrisponde a circa 38,3 milioni di bambini. A questo dato se ne aggiungono altri due:

Questi fattori, combinati tra loro, gettano le basi per l’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili. Facciamo riferimento a patologie quali:

L’insorgenza del diabete di tipo 2 e dell’ipertensione sta interessando anche bambini e adolescenti, categorie finora non particolarmente interessate da queste specifiche patologie.

Si aggiunga come, di norma, i bambini dei paesi industrializzati trascorrano dalle 2 alle 3 ore al giorno davanti a uno schermo, sostanzialmente ogni giorno: la sedentarietà è un fattore di rischio che deve essere contrastato.

Obesità infantile in Italia

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Per quanto riguarda l’Italia, è attivo il progetto OKkio alla Salute, la cui ultima indagine nazionale, risalente al 2019 e presentata a Roma nel novembre 2020, ha interessato oltre 50.000 bambini della terza classe della scuola primaria.

Da questa indagine è emerso come il 20,4% dei bambini è sovrappeso e il 9,4% è obeso, con la specifica che i valori di obesità dei maschi sono di poco superiori rispetto all’obesità femminile, mentre le regioni del Sud vedono valori più alti, di eccesso ponderale, sia per i maschi che per le femmine.

Quando si parla di obesità nei bambini?

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Ma come si definisce più precisamente l’obesità? In termini generali, l’obesità ha origine quando l’intake calorico di un individuo supera di gran lunga il fabbisogno del suo organismo, e dà luogo dunque a un accumulo di adipe. Volendo fornire un inquadramento più esatto del problema in età infantile, occorre fare riferimento a valori come l’indice di massa corporea.

Quando un bambino si considera obeso?

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Tanto il sovrappeso quanto l’obesità vengono valutati per mezzo dell’Indice di massa corporea (IMC), in inglese Body Mass Index (BMI). L’IMC viene calcolato attraverso la divisione del proprio peso corporeo, in chilogrammi, per il quadrato dell’altezza, in metri.

Secondo le indicazioni dell’OMS:

  • con un IMC uguale o maggiore di 25 si ha sovrappeso
  • con un IMC uguale o maggiore di 30 si ha obesità.

Per i bambini, poi, entrano in gioco diversi parametri, oltre all’IMC, che comunque varia in base all’età e al sesso. Meglio sarebbe usare come riferimento le tabelle con le curve di crescita presenti sul sito dell’OMS.

Qual è la causa principale di obesità nel bambino?

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Come si è visto, l’obesità infantile trae origine principalmente da abitudini alimentari inadeguate e uno stile di vita sedentario. Saltare la colazione, consumare spuntini poco nutrienti durante la giornata, mangiare porzioni troppo abbondanti, prediligere cibi spazzatura ad alto contenuto calorico e basso valore nutritivo, assumere una quantità insufficiente di frutta e verdura sono tutti fattori che contribuiscono all’eccesso di peso.

A ciò si aggiunge la mancanza di un’attività motoria regolare, che impedisce un consumo calorico appropriato.

L’obesità nei bambini, come negli adulti, non è tuttavia una patologia riconducibile esclusivamente al cattivo regime alimentare o a uno scarso movimento. Può essere meglio definita come una patologia dalla genesi multifattoriale: sono circa 50 le forme di obesità. Per esempio, vi sono tipologie di obesità che possono essere associate a sindromi di tipo genetico, come la sindrome di Down o la sindrome di Prader Will. 

All’origine dell’obesità infantile possono intervenire inoltre cause psicologiche. Gli approcci recenti alla prevenzione dell’obesità nei bambini evidenziano infatti l’importanza di prestare attenzione agli aspetti emozionali e relazionali che influenzano i comportamenti di alimentazione e il controllo del peso. Un problema di sovrappeso o di obesità può derivare dalla difficoltà nell’identificare e nel gestire in modo efficace le proprie emozioni, e dalla conseguente ricerca di consolazione nel cibo.

Obesità infantile: conseguenze

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Se non affrontata, l’obesità infantile ha un’elevata probabilità di persistere nella vita adulta, aumentando in maniera significativa il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, metaboliche e tumorali, oltre a considerevoli conseguenze psicologiche.

Come accennato, l’obesità nei bambini è frequentemente accompagnata da una vasta gamma di complicazioni sanitarie, tra cui:

Come risolvere l’obesità infantile?

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Le buone abitudini alimentari dei bambini partono dai consigli, e soprattutto dagli esempi, dei genitori. Il primo consiglio che si può dare alle madri è quello di allattare il proprio bambino in modo esclusivo nei primi 6 mesi di vita, tenendo conto del fatto che l’allattamento materno può arrivare ai 2 anni.

Dopo lo svezzamento, i genitori dovrebbero impartire ai propri figli una giusta educazione alimentare, una educazione che preveda anche esercizio fisico.

Una giusta educazione alimentare

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Il bambino ha bisogno di regolarità. Fondamentale dunque un’alimentazione giornaliera che sia divisa in quattro pasti regolari, composti da alimenti freschi, sani e naturali, e non da “sostituzioni industriali”. La spremuta, per esempio, è sempre preferibile al succo di frutta all’arancia, le bevande zuccherate vanno evitate.

Già la prima colazione deve prevedere del latte, vaccino oppure vegetale, con pochi cucchiai di cereali e un frutto. Se il bambino non vuole fare colazione, si compenserà con la merenda: uno yogurt da bere accompagnato da due biscotti. Nella merenda non vanno superate le 150kcal.

Se il bambino trascorre il pranzo a mensa, nella cena vanno evitati gli alimenti assunti durante il pranzo. Tra le regole per combattere l’obesità infantile, poi, si possono aggiungere le seguenti indicazioni:

  • mangiare insieme al proprio bambino
  • non insistere se a volte un bambino rifiuta il cibo
  • mai usare il cibo come strumento di gratificazione o ricatto.

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Movimento e attività fisica

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Nei primi tre anni di vita sviluppo cerebrale e movimento sono in stretta correlazione. È bene dunque mettere da parte il passeggino appena possibile, ovvero intorno ai 2 anni di età.

La sedentarietà va assolutamente scongiurata, con lo sport o con qualsiasi altra attività che metta in movimento un organismo che ha bisogno di crescere in modo sano con una alimentazione altrettanto sana.