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Pubblicato inBenessere

Esercizio fisico, salute dell’organismo ed esposizione alle malattie: come possiamo intervenire per difenderci al meglio

Come facciamo a sapere come stanno il nostro apparato cardiovascolare, polmonare e muscolo scheletrico? E quanto incide la salute di questi tre importantissimi sistemi sul resto dell’organismo? E ancora, se questi fattori fossero correlati alla nostra esposizione a malattie come il Covid-19? Ecco qualche utile definizione per provare a capire questi temi e per intervenire con consapevolezza, con l’aiuto degli ultimi studi scientifici.

Massima Capacità di Esercizio: che cosa è perchè è importante

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La Massima Capacità di Esercizio è un indice che riflette la capacità massima del sistema cardiovascolare di fornire ossigeno al sistema muscolo scheletrico durante l’esercizio e la capacità massimale, da parte del muscolo in esercizio, di estrarre ossigeno dal sangue. Questo parametro viene utilizzato di fatto come indice della salute funzionale dei sistemi cardiovascolare, polmonare e muscolo-scheletrico.

La Massima Capacità di Esercizio è calcolata facendo svolgere una camminata o corsa su treadmill e monitorandola tramite elettrocardiografo con vari elettrodi attaccati al corpo. Vengono solitamente monitorati anche i volumi di ventilazione e gli scambi di gas respiratori, prima, durante e dopo l’esercizio.

La Massima Capacità di Esercizio può essere quantificata in “MET” o equivalenti metabolici. Per esempio, a riposo, sdraiato a letto, il corpo di ogni individuo utilizza un livello di ossigeno basale per svolgere le funzioni metaboliche di base. Questo livello di utilizzo di ossigeno è indicato come un equivalente metabolico, come 1 MET. Mentre si cammina su un terreno pianeggiante, la persona media raddoppia il suo consumo di ossigeno, cioè il suo consumo di ossigeno aumenta a 2 MET. Poi arrivano livelli più elevati di esercizio, come fare jogging a 6 miglia all’ora, che richiede infatti 6 MET. Gli atleti altamente allenati possono raggiungere 15 MET o più.

È un dato importantissimo perché la capacità di esercizio è uno dei più forti predittori di mortalità nella popolazione comune e nella popolazione affetta da patologie (BPCO, diabete di tipo II, patologie cardiovascolari, etc..). Così, maggiore è la funzionalità cardio respiratoria – correlata, appunto, alla Massima Capacità di Esercizio –  e migliore sarà la risposta di un organismo a eventi stressanti come una malattia o un intervento chirurgico.

Diversi studi hanno, inoltre, dimostrato come una migliore funzionalità cardio respiratoria riduca il rischio di ricovero in ospedale in pazienti con problemi cronici, come cardiopatie, patologie renali o insufficienze cardiache.

Letteratura scientifica: ultime scoperte su esercizio fisico e Covid-19

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È ampiamente documentata l’efficacia dell’esercizio fisico aerobico, quando praticato con regolarità e sulla base delle esigenze specifiche del corpo, nel migliorare la funzione immunitaria, ridurre l’infiammazione cronica di basso grado e abbassare il rischio di infezioni respiratorie. Se questo è vero, però, moltissimi studi effettuati su pazienti affetti da Covid-19, pur identificando i fattori associati a un peggiore decorso clinico – come patologie pre-esistenti (per esempio, quelle polmonari e cardiache) o stile di vita scorretto (fumo e obesità) – non hanno trovato la correlazione con il livello di attività fisica.

Uno studio molto recente ha invece studiato proprio questo aspetto, dimostrando l’efficacia dell’esercizio fisico nel diminuire il rischio di ricovero ospedaliero nei pazienti affetti da Covid-19.

Lo studio ha preso in considerazione una popolazione di 21.196 soggetti, monitorati per 4 anni attraverso specifici test di valutazione funzionale mirati a valutare le capacità aerobiche. In questo gruppo, 1.181 persone sono state testate per Covid-19 con tampone molecolare e 246 di loro sono risultati positivi.

La capacità di lavoro aerobico di ciascun soggetto è stata successivamente valutata in MET (cioè quel “equivalente metabolico del lavoro” che abbiamo visto sopra).

Le analisi statistiche hanno rilevato una tendenza significativa: maggiore è il livello di capacità fisica del paziente, minore è il rischio di ospedalizzazione e di decorso clinico grave. In particolare, a ogni aumento di unità di MET (quindi ad ogni aumento di livello di capacità fisica) è associato il 13% in meno di probabilità di essere ricoverati in ospedale.

Questo studio apre alcune riflessioni sul significato dell’efficienza fisica, dell’allenamento e dell’attività motoria in generale, praticata oggi nel contesto che osserviamo tutti i giorni.

La Massima Capacità di Esercizio rappresenta un indice significativo della capacità di risposta a eventi stressanti, sia interni sia esterni, come Covid-19. Quello che ci dice lo studio è importante perché il livello di efficienza fisica (cioè quanto siamo “in forma” e allenati) è un fattore sul quale possiamo intervenire direttamente, modificando il nostro stile di vita, con una proposta di esercizio fisico individualizzato e gradualmente crescente nel tempo.

 

Al Santagostino le proposte motorie si inseriscono nel più generale approccio integrato proposto dalla medicina funzionale, per valorizzare il percorsi personalizzati strutturati sulla base del paziente. Un esercizio fisico “fatto bene” fa bene, viceversa un esercizio fisico proposto in modo scorretto o autogestito può essere dannoso.

Affidarsi a équipe di professionisti, come medici dello sport, fisioterapisti e laureati in scienze motorie, è fondamentale per migliorare la propria capacità massima di esercizio senza provocare danni alla salute.

 

Photo by Peter Conlan on Unsplash