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Pubblicato inMonitoring

COVID-19, si ferma l’indagine sulle origini della pandemia

COVID-19: l’OMS sospende l’indagine sulle origini della pandemia, la comunità scientifica delusa: “La politica in tutto il mondo ha ostacolato i progressi”.

origini del COVID-19 coronavirus in Cina

Comprendere le origini del coronavirus SARS-CoV-2 e come siano avvenute le prime infezioni umane è un processo scientifico ed è essenziale per prevenire future ondate.

Come è nato il coronavirus  SARS-CoV-2?

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Sembra però che questo fondamentale processo per comprendere le origini del coronavirus SARS-CoV-2 sia destinato ad arenarsi, visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di accantonare la seconda fase della sua indagine scientifica sulle origini della pandemia di COVID-19. L’allarme arriva dalla prestigiosa rivista scientifica Nature in un suo recente articolo: “Senza l’accesso alla Cina, c’è poco che l’OMS possa fare per far avanzare gli studi”, afferma nell’articolo Angela Rasmussen, virologa dell’Università del Saskatchewan a Saskatoon, in Canada. “Le loro mani sono davvero legate.”

Nel maggio 2020, durante il difficile periodo dei primi mesi di diffusione del virus (basti ricordare le dichiarazioni, prive di supporto documentale, di alcuni membri dell’amministrazione Trump circa una ipotetica origine del virus nei laboratori cinesi, alcuni dei quali, nella zona di Wuhan, lavorano su coronavirus), alcuni stati membri dell’OMS promossero una commissione scientifica internazionale per lo studio delle origini della pandemia. La Cina si dichiarò favorevole.

Questa commissione faceva parte della Fase 1 prevista dalla OMS, una fase preliminare ad un successivo periodo di studi della durata possibile di mesi o anche anni. A detta dei componenti della commissione (1), non ci si aspettava dunque che fornisse risposte definitive circa l’origine di SARS-CoV-2, quanto invece raccomandazioni per lo studio, in Fase 2, delle ipotesi più probabili, concordate dal team internazionale e quello cinese. La commissione ricostruì le prime fasi della pandemia, i cui primi casi erano stati riportati a Wuhan, ed estese la lista dei punti sollevati inizialmente dall’OMS, elaborando un piano dettagliato per i successivi studi, come illustrato nel report della missione, pubblicato a marzo 2021 (2). La possibilità dell’origine del virus in laboratorio, inizialmente non prevista, era stata considerata rilevante e inclusa nello studio, dopo essere stata discussa con la controparte cinese.

Cosa ha scoperto la commissione di indagine sulle origini del coronavirus SARS-CoV-2?

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Tra i risultati, gli autori concordano sulla mancanza di documentazione dei primissimi casi, come accade spesso per nuove malattie. 

Nel report della commissione (2), poi, il salto del virus da pipistrelli a umani viene presentato come lo scenario più probabile delle origini del coronavirus SARS-CoV-2 , mentre l’incidente di laboratorio viene classificato come ‘extremely unikely’ (estremamente improbabile). Eventuali nuove ipotesi successive allo studio avrebbero dovute essere incluse nella Fase 2.

Nel mese di luglio, la OMS trasmise una circolare agli stati membri riguardante il piano per il proseguimento degli studi, comprendente una valutazione dei mercati di animali selvatici dentro e vicino a Wuhan, e delle fattorie che alimentavano questi mercati, insieme a controlli sui laboratori dell’area. Quest’ultimo punto fu particolarmente inviso alla Cina, con l’argomentazione di non soffermarsi su ipotesi già scartate come estremamente improbabili.

Nel corso del mese successivo, agosto 2021, i membri della missione di studio pubblicarono un commento su Nature (2) per portare l’attenzione sull’urgenza della Fase 2: la finestra temporale per condurre alcuni alcuni studi essenziali non sarebbe rimasta aperta per sempre. Nel processo scientifico di analisi dell’origine di questa pandemia, bisogna considerare che gli anticorpi vanno declinando, che gli animali selvatici nelle fattorie possono essere abbattuti per motivi di sicurezza e così via. Bisognava fare presto.

Tuttavia, a quasi due anni dalla prima missione, i piani della OMS sembrano essere cambiati (3). Vengono citate difficoltà politiche. “Non esiste una Fase 2″, ha detto a Nature Maria Van Kerkhove, epidemiologa dell’OMS a Ginevra, in Svizzera. “La politica in tutto il mondo ha davvero ostacolato i progressi nella comprensione delle origini”.

Quali sono state le difficoltà nell’indagine?

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Durante la prima fase dello studio, il team di esperti dell’OMS ha lavorato a stretto contatto con le autorità cinesi. Tuttavia, alcuni esperti hanno criticato la mancanza di trasparenza e di accesso ai dati grezzi da parte della Cina. E anche alcuni Governi hanno fatto lo stesso: la questione dell’origine del virus, per cui sarebbe fondamentale una cooperazione internazionale e un accesso trasparente ai dati, è diventata anche una questione politica, con una forte pressione sulla Cina per fornire informazioni dettagliate sulla questione.

Per ora, però, il ministero degli Affari esteri cinese non ha risposto alle domande della rivista Nature sulle ragioni dello stallo.

Proseguono intanto studi indipendenti sulla diffusione del virus. Tali studi includono la ricerca di virus simili in specie di pipistrelli in alcune zone della Cina, lo studio delle acque reflue e delle donazioni di sangue relativi ai periodi immediatamente pre-pandemici e pandemici.

Ma, con il tempo che passa, la finestra si sta irrefrenabilmente chiudendo.

Questo articolo è prodotto da “Santagostino Monitoring – Osservatorio sulla Salute”, un gruppo di studio che riunisce un pool di data scientist e professionisti sanitari per produrre ed elaborare dati e ricerche sul tema della sanità, della prevenzione, del benessere

Foto di Lucas Vasques su Unsplash

  1. https://www.nature.com/articles/d41586-021-02263-6
  2. https://www.who.int/publications/i/item/who-convened-global-study-of-origins-of-sars-cov-2-china-part
  3. https://www.nature.com/articles/d41586-023-00283-y