- Influenza e allattamento: una premessa
- Cosa succede se si allatta con la febbre?
- Come non attaccare l’influenza al neonato?
- Cosa prendere in allattamento per l’influenza?
- Rimedi per alleviare i sintomi
- Vaccino antinfluenzale e allattamento
- Influenza e allattamento: consulenza gratuita sulle medicine
Il binomio influenza e allattamento è motivo di preoccupazione per molte mamme.
Il timore principale è che, allattando quando non si sta bene, si possa mettere a rischio in qualche modo il benessere del bambino.
Ma è davvero così? Serve prendere delle precauzioni? È possibile assumere farmaci per facilitare la guarigione e, se sì, quali? Facciamo chiarezza con l’aiuto della dott.ssa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino.
Influenza e allattamento: una premessa
↑ topPrima di ogni cosa è importare chiarire cosa si intenda per allattamento con l’influenza. Spesso infatti si tende a fare confusione tra influenza e raffreddore.
L’influenza è una malattia infettiva virale, che provoca febbre alta – con un rapido rialzo della temperatura corporea – mal di gola, congestione nasale e sintomi sistemici come dolore muscolare, dolori articolari e spossatezza.
Il classico raffreddore, invece, si manifesta con alterazione delle vie aeree superiori, presenza di muco e sintomi da raffreddamento. La febbre in genere non compare o rimane molto bassa. I sintomi si attenuano nell’arco di 7-10 giorni.
Il sintomo che fa la vera differenza, quindi, è la febbre. L’influenza inoltre è a maggior rischio di complicanze soprattutto per le categorie più fragili.
Cosa succede se si allatta con la febbre?
↑ topA dispetto di quanto spesso si pensa, una mamma che è influenzata e allatta il suo bambino al seno non è affatto vettore di malattia per il piccolo. In realtà accade proprio il contrario. L’allattamento al seno stimola il sistema immunitario del neonato: attraverso il latte, infatti, la mamma ammalata trasmette al neonato gli anticorpi per i suoi stessi virus. Anche se la mamma è ammalata o ha la febbre, dunque, è corretto continuare ad allattare.
Il neonato è maggiormente esposto al virus se sta vicino alla mamma ammalata senza essere allattato.
Come non attaccare l’influenza al neonato?
↑ topIn generale per prevenire il contagio del piccolo, è bene seguire le consuete regole di buon senso:
- fare in modo che non solo la mamma che allatta ma anche tutti i membri della famiglia effettuino frequenti lavaggi delle mani al rientro a casa, soprattutto dopo essere stati in luoghi pubblici o affollati. A maggior ragione se si è ammalati, è bene lavare spesso le mani ed evitare di lasciare in giro fazzoletti o altri oggetti che possono essere veicolo di virus
- per quanto possibile evitare luoghi molto affollati
- se la mamma è ammalata, dovrebbe coprire naso e bocca quando sta vicino al bambino. Il passaggio del virus è sempre mediato dalle goccioline di saliva
- è bene che la mamma influenzata mantenga una buona idratazione, bevendo almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno e tisane non zuccherate, e consumando frutta e verdura
- uscire all’aperto coprendo adeguatamente il neonato, senza esagerare: utilizzare un cappellino, il sacco passeggino e una copertina. Per le uscite con il neonato è sempre meglio scegliere una passeggiata all’aperto, anche se le temperature sono basse, rispetto a luoghi chiusi come i centri commerciali.
Cosa prendere in allattamento per l’influenza?
↑ topSe una donna che allatta prende l’influenza come deve comportarsi? Anche per una mamma che allatta il riferimento è il medico di base. Il medico monitora la situazione e se i sintomi sono importanti prescrive il paracetamolo. Nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono al massimo entro sette giorni.
Si può ricorrere al paracetamolo – assumendo un farmaco come la tachipirina – anche in autonomia, ma per un numero di giorni limitato. È importante non superare la dose giornaliera consigliata: il farmaco è efficace contro la febbre, ma non è particolarmente indicato per trattare altri sintomi. Se la febbre persiste per alcuni giorni è opportuno farsi visitare dal proprio medico.
È sconsigliato invece l’uso di antibiotici, perché raramente ce n’è reale necessità. I sintomi dell’influenza e del raffreddore, infatti, sono normalmente mediati da virus, mentre l’antibiotico si usa solo in presenza di coinfezioni batteriche. In ogni caso è sempre e soltanto il medico a poterne prescrivere l’uso, scegliendo una formulazione con principi attivi compatibili con l’allattamento.
Rimedi per alleviare i sintomi
↑ topPer alleviare i sintomi influenzali si può ricorrere ai tradizionali rimedi contro l’influenza, validi anche per le donne in allattamento. Sono efficaci:
- i suffumigi
- i lavaggi nasali con soluzione fisiologica.
A seconda della sintomatologia possono essere utili anche i mucolitici o gli sciroppi per la tosse (antitussigeni), sempre da assumere sotto consiglio del medico o del farmacista.
Vaccino antinfluenzale e allattamento
↑ topIl vaccino antinfluenzale è assolutamente raccomandato per tutte le mamme che allattano nel periodo del picco dell’influenza, a meno che non si siano già sottoposte alla vaccinazione durante la gravidanza. Il vaccino protegge anche il neonato, perché la mamma in questo modo non fa da vettore per eventuali virus influenzali.
Per le donne che si sono vaccinate in gravidanza nel secondo e terzo trimestre – nel periodo ottobre-dicembre – la copertura è fino a due-tre mesi dal parto, quindi l’efficacia perdura per l’intero periodo del picco.
Influenza e allattamento: consulenza gratuita sulle medicine
↑ topCome detto, è fondamentale evitare l’automedicazione, fatta eccezione per l’assunzione di paracetamolo per un numero di giorni limitato. Oltre ad affidarsi alle indicazioni del proprio medico curante, può essere utile contattare la linea telefonica gratuita dell’unità operativa di tossicologia clinica-centro anti veleni ospedali riuniti di Bergamo. Il servizio è attivo 24 ore su 24 al numero verde 800 883300 e prevede consulenza telefonica per l’esposizione a farmaci e sostanze chimiche in gravidanza e in allattamento.