- Quali sono i rimedi per l’allergia?
- Quando intraprendere una terapia antistaminica?
- È opportuno sospendere gli antistaminici con remissione dei sintomi?
- L’antistaminico causa sonnolenza?
- A cosa sono dovuti i sintomi della sonnolenza?
- L’immunoterapia
- Quali sono i rimedi per l’allergia naturali?
- Rimedi per l’allergia durante la gravidanza?
I rimedi per l’allergia sono suddivisibili in due principali approcci. Da un lato c’è l’approccio farmacologico, che consente interventi anche rapidi per questo tipo di reazione.
Esistono tuttavia rimedi per l’allergia naturali o, detti altrimenti omeopatici. In grado di lenire i fastidiosi sintomi quali il prurito, il naso chiuso, mal di testa; altri sintomi possono inoltre interessare gli occhi di un soggetto allergico.
Infine, non bisogna dimenticare che le donne in gravidanza hanno necessità di particolari cure per la risoluzione di un attacco allergico.
A fare luce su questo tema ci prova Guglielmo Meregalli, Medico Chirurgo Specialista in Allergologia e Pneumologia del Centro Medico Santagostino. Insieme a lui cercheremo di definire in modo chiaro cosa si intenda per allergia, quali sono i sintomi più ricorrenti e in che modo affrontare questa condizione, sempre più diffusa.
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Quali sono i rimedi per l’allergia?
↑ topNella maggior parte dei casi, per contrastare i sintomi dell’eccessivo rilascio di istamina nell’organismo, meccanismo che è alla base della reazione allergica, si può innanzitutto ricorrere ad una terapia farmacologica che può prevedere l’assunzione di:
- antistaminici quali acrivastina, idrossizina o terfenadina
- vasocostrittori come la nafazolina nitrato, per liberare il naso chiuso e alleviare l’ostruzione nasale
- cortisonici come prednisone o metilprednisolone
- spray nasali decongestionanti a base di mometasone o fluticasone
- colliri corticosteroidi, per alleviare prurito agli occhi e lacrimazione
- adrenalina, per via intramuscolare, nei casi di shock anafilattico
- broncodilatatori, nel caso di asma allergica.
Quando intraprendere una terapia antistaminica?
↑ topUna terapia antistaminica può aiutare quando intrapresa al sorgere dei primi sintomi, per chi soffre di rinite o asma allergica. Certamente sotto valutazione medica, evitando poi che la sintomatologia si aggravi. Resistere non solo non serve a niente, ma può essere pericoloso.
Gli antistaminici infatti permettono di bloccare la flogosi allergica nella grande maggioranza dei casi. Questo accade perché viene impedito il rilascio dei mediatori chimici che determinano la reazione allergica e la trasformano, per così dire, in una infiammazione vera e propria.
L’istamina, è importante ricordarlo, viene rilasciata da diverse cellule del nostro corpo, come mastociti e basofili, proprio nel luogo in cui il nostro corpo entra in contatto con l’esterno: naso, gola, polmoni, pelle. La reazione allergica dipende quindi da una reazione spropositata del sistema immunitario, a differenza delle intolleranze, che non lo coinvolgono.
La reazione immunitaria, nella maggior parte delle persone, è appropriata. Mentre è eccessiva nelle persone allergiche. E proprio queste persone hanno il bisogno, e il compito, di mantenere sotto controllo i livelli di istamina continuativamente. Diversamente, l’aiuto dei farmaci arriverebbe tardi e avrebbe meno efficacia.
È opportuno sospendere gli antistaminici con remissione dei sintomi?
↑ topIn linea generale no. Chi è affetto da rinite allergica e asma stagionale, tipicamente nel periodo di fioritura, previa valutazione medica, deve eseguire la terapia antistaminica ogni giorno, anche se i sintomi sono ben controllati. Infatti il buon controllo dei sintomi conferma l’utilità della terapia ed è un controsenso “provare a fare a meno del farmaco”.
La continuità del trattamento serve proprio a garantire un controllo dei sintomi, in modo da non avere continui picchi infiammatori causati dal rilascio di istamina, che richiederebbero quindi un intervento massivo e meno benefico per l’organismo, oltre che spesso potenzialmente inefficace.
L’antistaminico causa sonnolenza?
↑ topÈ ormai raro che gli antistaminici di ultima generazione possono dare come effetto collaterale la sonnolenza, che di solito è di moderata entità. Consigliamo di persistere con la terapia, poiché dopo alcuni giorni la sonnolenza tende a ridursi notevolmente.
Una valida alternativa potrebbe essere tentare un antistaminico diverso. In ogni caso, va tenuta in conto la possibilità di patire una certa astenia e debolezza, che spesso rientrano tra i sintomi dell’allergia. Dipendono allora non dal farmaco, ma dalla patologia.
A cosa sono dovuti i sintomi della sonnolenza?
↑ topL’istamina rilasciata dall’organismo interagisce sui recettori presenti in diverse cellule. Pertanto, i farmaci adottati per bloccare la sua azione si ritrovano a volte ad agire sui diversi meccanismi mediati proprio dall’istamina.
Gli antistaminici di prima generazione non facevano alcuna distinzione tra i recettori dell’istamina e potevano attraversare la barriera emato-encefalica, arrivando a penetrare il sistema nervoso centrale. Raggiunto il sistema nervoso centrale, inibivano una specifica funzione dell’istamina, tra le altre: la regolazione del sonno e della veglia. Era questa interruzione dell’azione delle istamine nel cervello a provocare sonnolenza.
Gli antistaminici di nuova generazione hanno invece dimostrato di agire con maggiore selettività sui sintomi legati all’allergia, producendo meno effetti a livello centrale.
L’immunoterapia
↑ topL’immunoterapia è un innovativo approccio utilizzato per la risoluzione degli attacchi allergici. Consiste nella inoculazione di un vaccino contenente come principio attivo l’allergene a cui il soggetto è allergico. Questo vaccino deve essere somministrato al paziente a dosi crescenti nel corso di un periodo di 3, massimo 5 anni, con l’obiettivo di desensibilizzare la risposta del sistema immunitario nei confronti dello specifico allergene.
Durante la fase di somministrazione, che di solito ha una frequenza settimanale, la dose di allergene viene aumentata progressivamente fino ad arrivare a una dose di mantenimento. La frequenza delle iniezioni viene quindi ridotta a solitamente ad una ogni quattro settimane.
L’immunoterapia può aiutare con due principali effetti:
- modificare il sistema immunitario del soggetto allergico, riducendo la risposta esagerata
- aumentare la produzione di anticorpi specifici che possono neutralizzare l’allergene stesso.
Quali sono i rimedi per l’allergia naturali?
↑ topAccanto all’adozione di una terapia farmacologica, segnaliamo l’esistenza di sostanze naturali, contenute negli alimenti, che contribuiscono all’abbassamento dei livelli di istamina. Stiamo parlando di antistaminici naturali:
- ribes nero
- olio di perilla
- tè verde e rosso
- camomilla
- tutti gli alimenti che contengono vitamina C. Arance, kiwi, melograno, limoni, ananas.
L’allergia può essere quindi contrastata anche attraverso l’alimentazione. Per questa ragione dovremmo ridurre il consumo di cibi, o di prodotti, che abbondano di istamina: estratti di lievito, alimenti fermentati, spinaci, formaggi.
Ci sono poi degli alimenti chiamati istamino-liberatori, come cioccolato, alcol, frutti di mare, banane. Questi alimenti aiutano il nostro organismo a rilasciare istamina. Dovremmo, al contrario, includere alimenti quali:
- carni bianche e magre
- formaggi freschi
- frutta fresca
- cereali
- pane, pasta, riso integrale
- verdure a foglia larga
- pesci freschi.
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Rimedi per l’allergia durante la gravidanza?
↑ topDurante la gravidanza, è importante adottare precauzioni extra per gestire gli attacchi di allergia in modo sicuro. È necessario consultare un medico prima di prendere qualsiasi farmaco o intraprendere un trattamento per l’allergia durante la gravidanza.
Evitare gli allergeni può aiutare a prevenire gli attacchi allergici. Identificare gli allergeni che scatenano le reazioni allergiche, come polline, peli di animali o polvere, e ridurre il contatto con essi è cruciale. L’utilizzo di soluzioni saline per lavare la cavità nasale può avere come conseguenza una ridotta congestione, alleviando i sintomi allergici.
In alcune situazioni, il medico potrebbe consigliare l’uso di farmaci topici, quindi per uso locale, la cui azione non interessa la placenta: in alcuni casi, per esempio, antistaminici o leggeri vasocostrittori in gocce o colliri. Corticosteroidi possono essere assunti in spray nasali, specie nei casi di allergie stagionali. Mantenere un ambiente pulito e privo di allergeni può aiutare a ridurre la frequenza degli attacchi allergici.
Sono allergico al gatto, posso vivere con un gatto in casa?
↑ topPartiamo dall’assunto che gli animali domestici possono causare reazione allergica. Nello specifico, l’agente scatenante non è il pelo dell’animale, piuttosto il sebo, la saliva, il sudore e l’urina che rimangono sui peli. Sono i loro componenti proteici ad innescare la reazione del sistema immunitario.
È sconsigliato vivere insieme ad un gatto in caso di allergia, dal momento che questa tende a peggiorare nel tempo e, con una certa frequenza, può provocare asma. Tuttavia possiamo non essere assoluti, perché se il soggetto presenta sintomi lievi (rinite o prurito cutaneo) può verificarsi una desensibilizzazione progressiva, che permette la convivenza con il nostro animale domestico.
Image by Christian Ferrari” / FreeImages