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Pubblicato inGenitori

Come calcolare i giorni fertili

In quale periodo è più facile rimanere incinta e come si calcola la settimana fertile. Tutte le risposte per chi cerca una gravidanza.

giorni fertili

Ogni donna che sta cercando una gravidanza vuole conoscere in che modo effettuare il calcolo dei propri giorni fertili. Come può farlo? Grazie a un calcolo a posteriori del giorno della propria ovulazione, vale a dire il momento in cui un ovulo lascia l’ovaio della donna per poter essere fecondato dagli spermatozoi dell’uomo. Per fare ciò è sempre fondamentale avere un’idea di quando inizierà il successivo ciclo mestruale. Infatti grazie a una media statistica lo si può prevedere con una certa efficacia.

Cosa ci serve per farlo? Un calendario, un’agenda, o più semplicemente una delle tante app che aiutano le donne a tenere sotto controllo la regolarità del proprio ciclo mestruale. Ricordiamo che quest’ultimo è da considerarsi regolare se ha una durata media piuttosto costante che va dai 25 ai 36 giorni e non solo di 28 come comunemente si crede.

Qual è il periodo più fertile per rimanere incinta? Quanti giorni al mese si può rimanere incinta? Come riconoscere l’ovulazione? Scopriamone di più.

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Come si contano i giorni di fertilità?

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Come detto, possiamo calcolare l’ovulazione a posteriori. Ovvero, gli unici calcolabili con certezza sono gli ultimi 14 giorni del ciclo mestruale.

Quindi per ottenere la data dell’ovulazione bisogna andare a ritroso di 14 giorni a partire dal primo giorno di mestruazioni. Ovviamente, se teniamo conto dell’andamento del ciclo per mesi o ancora meglio per anni, possiamo fare una media statistica tanto da ipotizzare la data dell’ovulazione e ricavare così i possibili giorni fertili con una maggiore attendibilità.

In presenza di un ciclo irregolare, tuttavia, questo metodo di calcolo dei giorni fertili diventa poco funzionale, perché non in grado di prevedere in modo efficace l’ovulazione. Come fare allora in questi casi? Sarà d’aiuto fare riferimento ad altri parametri, come per esempio i cambiamenti che si accompagnano alla fase ovulatoria.

Calcolo giorni fertili: come faccio a capire se sono in ovulazione?

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L’ovulazione è caratterizzata da un cambiamento delle caratteristiche fisiche del muco cervicale: aumentano la quantità, la trasparenza e la filanza. Le secrezioni vaginali nel periodo a ridosso dell’ovulazione diventano dunque facilmente riconoscibili: vengono definite infatti a chiara d’uovo per il loro aspetto somigliante all’albume. La maggiore quantità di muco aumenta la lubrificazione spontanea e predispone il corpo ad accogliere una gravidanza.

Come le trasformazioni a livello del muco cervicale, anche l’aumento della temperatura basale, vale a dire la temperatura corporea a riposo, è un altro fattore utile da tenere sotto osservazione: la sua variazione da 3 a 5 decimi è attribuibile all’azione del progesterone, l’ormone femminile che, in sinergia con gli estrogeni, governa il ciclo mestruale e cresce in modo considerevole subito dopo l’ovulazione.

Per monitorare questo cambiamento, è raccomandata la misurazione giornaliera della temperatura basale mediante l’uso di un termometro vaginale. L’osservazione di un incremento nei valori suggerisce l’imminenza del periodo ovulatorio. Per cercare di ottenere una valutazione più precisa, potrebbe essere opportuno mantenere un registro delle temperature per alcuni mesi al fine di identificare il periodo medio associato all’ovulazione.

È bene ricordare che ogni donna ha le sue caratteristiche, e per questo è importante imparare a conoscersi tramite un’attenta osservazione delle modificazioni del proprio corpo. Questo aspetto è fondamentale non solo per chi cerca una gravidanza ma anche per chi adotta un tipo di contraccezione naturale, quindi non basato sull’utilizzo di metodi di barriera o ormonali. Sia le caratteristiche del muco cervicale sia l’incremento della temperatura basale permettono infatti di riconoscere i giorni in cui si è più fertili.

Quanti giorni si resta fertili? Quanti giorni prima dell’ovulazione si può rimanere incinta?

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Ovviamente non esiste un solo giorno fertile, ma lo sono anche quelli intorno al picco dell’ovulazione. Non sapendo con certezza assoluta quando realmente si inizierà a ovulare, la probabilità di rimanere incinta interessa un arco di giorni piuttosto ampio.

Se si considera che la sopravvivenza della cellula uovo è di circa due giorni e che, invece, la durata dello sperma all’interno della vagina va da qualche ora fino a quattro giorni, si parla, in linea generale, di 6 giorni fertili.

Quindi, se l’intenzione è quella di evitare una gravidanza, bisogna sempre usare le necessarie precauzioni. Se al contrario si ha il desiderio di rimanere incinta, è necessario non limitare i tentativi di concepimento soltanto ai presunti giorni fertili, che ricordiamo essere quelli attorno al 14esimo giorno prima del nuovo flusso. Un rapporto avuto tre o quattro giorno prima dell’ovulazione, infatti, può ugualmente condurre alla fecondazione e al concepimento.

Quando iniziare a contare i giorni del ciclo?

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L’inizio del ciclo si calcola dal primo giorno di flusso mestruale, quindi dalla comparsa delle perdite di sangue.

È la data da tenere a mente quando si fanno esami come il Pap test o quando bisogna rispondere alla più classica delle domande che vi verranno poste dai medici durante la gravidanza: quando avete avuto l’ultima mestruazione? La risposta corretta è la data del primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale.

Quando si è fertili, prima o dopo le mestruazioni?

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In base a quanto detto sin qui, possiamo affermare che si è più fertili fra una mestruazione e l’altra, più precisamente intorno al 14esimo giorno prima dell’inizio del nuovo ciclo mestruale.

Nei giorni fertili il corpo è più predisposto ad accogliere una gravidanza, ma ricordiamo che anche nei restanti c’è la probabilità, statisticamente più bassa, di rimanere incinta.

Quante probabilità ci sono di rimanere incinta nel periodo non fertile?

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Teoricamente le possibilità di rimanere incinta al di fuori del periodo non fertile sono nulle. Questo perché, come abbiamo visto, affinché vi sia fecondazione, deve essere avvenuta l’ovulazione. Tuttavia, non di rado i cicli mestruali possono essere irregolari e di conseguenza alterare il calcolo del periodo fertile: l’ovulazione può essere precoce o tardiva rispetto a quanto preventivato. Quelli che si consideravano giorni non fertili, in queste circostanze, possono diventare fertili.

Calcolo giorni fertili: perché è utile usare le app

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Le app che tengono conto dell’andamento del ciclo mestruale possono essere uno strumento molto utile: possono aiutare sia le giovanissime sia chi cerca una gravidanza. Viene offerta la possibilità di monitorare sia l’andamento della propria regolarità mestruale sia la comparsa dei vari sintomi mensili. Per renderle il più possibile utili, devono essere aggiornate con costanza e precisione.

In questo modo sarà possibile capire se è presente qualche problema nell’andamento delle mestruazioni, se si soffre di dismenorrea (dolori mestruali), metrorragia (sanguinamento atipico tra due mestruazioni) o menorragia (perdite mestruali particolarmente abbondanti o prolungate) oltre che, ovviamente, monitorare il calcolo dei giorni fertili se si è alla ricerca di una gravidanza.

L’algoritmo calcola e indica, in base alla media statistica del ciclo, come giorni fertili 2 giorni prima e 3 giorni dopo la presunta data dell’ovulazione. Il consiglio è di usare le app come strumento di supporto, senza fare però un cieco affidamento riguardo alle date indicate come giorni fertili.

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Quanti giorni di ritardo può avere il ciclo?

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Come anticipato, è considerato regolare un ciclo che ha durata fra i 25 e i 36 giorni. Chiaramente, si parla di una durata media: se una donna alterna cicli da 25 giorni con altri da 35 o da 20 giorni, allora può considerare irregolare il proprio ciclo. In questi casi bisogna rivolgersi al ginecologo per un approfondimento su cosa può influenzare in maniera così preponderante la mestruazione.

Diversi fattori esterni possono modificare infatti la durata del ciclo mestruale. Fra questi, l’assunzione di medicinali o di particolari terapie che possono andare ad influire sull’andamento ormonale. Anche l’ambiente, lo stile di vita, le abitudini alimentari, lo sport e i risvolti emotivi possono influire sulla normale regolarità mestruale. Pensiamo ad esempio al primo lockdown, quello avvenuto nella primavera del 2020 in risposta alla pandemia da Covid-19, quando è stata registrata un’alterazione delle dinamiche mestruali di molte donne a causa di un notevole cambiamento nella quotidianità.

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