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Pubblicato inGenitori

Cos’è la fase luteale del ciclo

La fase luteale è la terza e ultima delle fasi che compongono il ciclo mestruale. Ecco i cambiamenti ormonali e fisici che la contraddistinguono.

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La fase luteale o luteinica rappresenta lo stadio conclusivo del ciclo mestruale, in cui una serie di cambiamenti ormonali e fisici preparano l’utero a una possibile gravidanza o, in caso contrario, preparano il successivo flusso mestruale.

Scopriamone di più con l’aiuto del dott. Rosalbino Mantuano, ginecologo del Santagostino.

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Cosa significa fase luteale?

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La fase luteale è la terza fase del ciclo mestruale femminile, che segue alla fase ovulatoria e precede la fase follicolare del ciclo successivo, e con essa l’arrivo delle mestruazioni. Durante questa fase, il follicolo ovarico che durante l’ovulazione ha rilasciato l’ovulo si trasforma in corpo luteo, una struttura di tipo ghiandolare che secerne progesterone.

Il progesterone è infatti un ormone chiave in questo stadio poiché prepara l’utero a una possibile gravidanza perché:

  • provoca un ispessimento maturativo dell’endometrio, la mucosa interna che riveste l’utero, necessario a un eventuale impianto di embrione. Questa azione è supportata anche dagli estrogeni
  • induce l’addensamento del liquido cervicale prodotto dalle cellule della cervice uterina per impedire che spermatozoi o batteri possano penetrare nell’utero
  • causa un leggero aumento della temperatura basale allo scopo di rendere l’ambiente uterino più accogliente per un eventuale embrione.

Se l’ovulo non viene fecondato, il corpo luteo degenera, la secrezione di progesterone e di estrogeni cala, causando lo sfaldamento dell’endometrio e l’arrivo del flusso mestruale. Una volta terminate le mestruazioni, ha inizio un nuovo ciclo mestruale.

Se l’ovocita viene invece fecondato, le cellule circostanti all’embrione iniziano a secernere la gonadotropina corionica umana, un ormone che ha il compito di mantenere attivo il corpo luteo, garantendo la produzione di progesterone, fino a quando la placenta non è in grado di rilasciare autonomamente ormoni.

È proprio la rilevazione della gonadotropina corionica umana, e più precisamente di una sua frazione, le beta hcg, che permette di accertare o escludere una gravidanza. I test di gravidanza si basano infatti sull’aumento dei livelli di HCG nell’organismo.

Fase luteale: sintomi

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L’intensa attività ormonale in cui è impegnato l’organismo femminile durante la fase luteale del ciclo mestruale può tradursi in una variegata gamma di sintomi di intensità variabile, da leggeri a molto intensi fino a quella condizione molto fastidiosa che prende il nome di sindrome premestruale. Ne fanno parte le seguenti manifestazioni:

Quanto dura la fase luteale?

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La durata della fase luteale può variare da donna a donna. Quando il ciclo è regolare, si protrae solitamente dai 11 ai 17 giorni. La media si attesta tra i 12 e 14 giorni. Oltre questo intervallo, le cellule luteiniche subiscono un processo degenerativo per effetto della cessazione dell’attività ormonale.

Come capire se la fase luteale è corta?

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Una fase luteale può essere definita corta se le mestruazioni sopraggiungono a meno di 10 giorni dall’ovulazione. In questo caso l’endometrio potrebbe essere impossibilitato a svilupparsi adeguatamente per sostenere la crescita del feto. Di conseguenza, concepire potrebbe risultare difficile e comportare la necessità anche di terapie mediche.

Una fase luteale lunga si ha invece quando la mestruazione compare a distanza di 18 giorni o più dall’ovulazione. Questa eventualità non è necessariamente patologica, sebbene in alcuni casi possa essere legata a scompensi ormonali, come avviene, per esempio, in presenza della sindrome dell’ovaio policistico. Anche in questo caso il concepimento potrebbe richiedere il supporto terapeutico.

Quando c’è il corpo luteo si può rimanere incinta?

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Come abbiamo visto, la fase luteale inizia subito dopo l’ovulazione e si estende fino all’inizio del ciclo mestruale successivo. Poiché, una volta rilasciato, l’ovulo è fecondabile solo per circa 24 ore dopo l’ovulazione, è facile intuire che è poco probabile concepire nei giorni successivi. 

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In quale fase del ciclo si rimane incinta?

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La fase del ciclo in cui vi è maggiore probabilità di concepire è la fase ovulatoria. L’ovulazione – l’evento necessario affinché possa esserci fecondazione e l’inizio di una gravidanza – avviene infatti in questo stadio.

Per aumentare le probabilità di concepimento, dunque, è importante calcolare i giorni fertili e pianificare i rapporti sessuali in un arco che va dai due-tre giorni precedenti all’ovulazione fino a due-tre giorni successivi, anche tenendo conto delle leggere variazioni di durata del ciclo mestruale che possono presentarsi nel corso dell’anno.