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Cataratta. Sintomi, cause e interventi


La cataratta è una malattia dell'occhio che provoca la opacizzazione graduale del cristallino. Si manifesta con vista annebbiata e alterazione della visione dei colori. Scopriamone cause, sintomi e modalità di trattamento

Cos’è la cataratta?

La cataratta è una condizione che determina l’offuscamento, o l’opacità, del cristallino. La sua principale conseguenza è la perdita della vista, che avviene in modo progressivo e senza alcun dolore.

Il cristallino è una piccola lente trasparente all’interno dell’occhio, situata dietro l’iride, ed è composto da acqua e fibrille proteiche disposte in modo ordinato, determinando trasparenza e potere diottrico. Il potere diottrico, a sua volta, è una misura che indica la capacità di una lente di deviare i raggi di luce.

Funzione del cristallino è quindi la messa a fuoco degli oggetti a varie distanze e la sua trasparenza, che consente alla luce di raggiungere la retina, rischia di essere definitivamente compromessa dall’opacizzazione causata dalla cataratta.

La cataratta appare, vista dall’esterno, come una massa opaca dal colore azzurrino.

Tipi di cataratta

A seconda della tipologia la cataratta è definita:

  • nucleare, caratterizzata dall’offuscamento della parte centrale del cristallino e responsabile di una miopia che nel tempo, arriva a sdoppiare le immagini e le chiazza di giallo
  • corticale, ai bordi del cristallino, che appaiono biancastri o presentano colorazioni anomale. Con il tempo tendono ad avvicinarsi al nucleo del cristallino, interferendo con la luce e causando abbagliamento
  • sottocapsulare posteriore: interessa la parte posteriore del cristallino. È diffusa soprattutto tra pazienti giovani che lamentano abbagliamento, regressione della vista da vicino, difficoltà a leggere e nella visione notturna
  • pseudoesfoliativa o PEX: caratterizzata dalla tendenza a esfoliarsi e a perdere quindi parte della capsula esterna con il passare del tempo. Spesso si associa al rischio di sviluppare glaucomi e altre complicazioni durante l’intervento di cataratta.

Quali sono i primi sintomi della cataratta?

L’opacizzazione del cristallino avviene in modo lento durante gli anni. I primi sintomi che il paziente riscontra sono riconducibili a un deficit visivo, che può manifestarsi in:

  • luci contornate da bagliori e aloni
  • difficoltà nel leggere per diminuita capacità nella distinzione tra lettere chiare e lettere scure
  • difficoltà nel distinguere tra nero e blu scuro
  • vista offuscata
  • colori percepiti con minore intensità e più tendenti al giallo.

Come ci si accorge di avere la cataratta?

Il primo sintomo riconducibile alla cataratta dell’occhio, come indicato, è la riduzione della qualità e della quantità della visione. Una persona affetta da questa patologia ha la sensazione di avere la vista annebbiata: le immagini si fanno fosche e confuse, e possono essere oscurate da piccole macchie.

A cosa si va incontro se non si opera una cataratta?

La cataratta, che può interessare uno o entrambi gli occhi, se non curata porta alla cecità.

Cosa può provocare la cataratta?

Nella maggior parte dei casi la cataratta è un disturbo connesso all'avanzare dell’età e quindi all'invecchiamento (cataratta senile). Ne soffre circa il 30% dei pazienti che hanno superato i 65 anni di età e oltre il 70% dei pazienti dagli 85 anni in su.

A seconda delle cause, tuttavia, può avere una comparsa più precoce. Si parla di cataratta congenita quando a esserne colpiti sono bambini, e di cataratta giovanile quando il disturbo compare intorno ai 40 anni d’età.

Tra le cause di insorgenza più comuni troviamo: 

Quali farmaci provocano la cataratta?

L’uso prolungato di alcuni cortisonici può determinare lo sviluppo di cataratta sottocapsulare posteriore. I cortisonici che maggiormente determinano questo effetto collaterale sono prednisone, desametasone e cortisone.

È possibile prevenire la cataratta?

Proteggere gli occhi dalla luce solare è certamente il primo accorgimento da osservare per prevenire l’invecchiamento oculare. È dunque fondamentale indossare occhiali da vista o occhiali da sole con lenti filtrate per gli ultravioletti (UV).

È importante poi intervenire sui diversi fattori di rischio, limitando per esempio il consumo di alcool e di fumo e controllando il diabete.

È inoltre indicato osservare una dieta ricca di vitamina C, vitamina A e carotenoidi, oltre che sottoporsi a regolari controlli dal medico oculista.

Come avviene la diagnosi?

La cataratta viene di norma diagnosticata durante una visita oculistica: lo specialista esegue un esame oculare con lampada a fessura, che gli consente di analizzare le strutture collocate nella parte anteriore dell’occhio.

A questa procedura si aggiunge di norma il test dell’acutezza visiva e della refrazione. In vista dell'intervento, inoltre, vengono spesso effettuati i seguenti accertamenti clinici:

  • Ecobiometria, utile a valutare le caratteristiche della lente sostitutiva da inserire
  • Biomicroscopia dell’endotelio corneale, per appurare lo stato della cornea ed eventuali fattori che possano aumentare i rischi legati all'operazione
  • Ecografia bulbare, che permette di analizzare la morfologia della retina e della cavità interna dell’occhio nei casi in cui lo stadio della cataratta non permetta l’osservazione delle strutture con altri esami
  • Eventuali esami retinici, come la fluorangiografia e la tomografia OCT
  • Topografia e tomografia corneale, volta a individuare la forma e lo spessore della cornea
  • Campimetria computerizzata e pachimetria corneale
  • Esame della motilità con visita ortottica

Qual è il trattamento per la cataratta?

Il solo trattamento totalmente risolutivo è quello chirurgico, che consiste nella rimozione (facoemulsificazione) del cristallino e nella sua sostituzione con una lente artificiale in polimero di silicone (IOL : intraocular lens), posizionata all'interno del sacco capsulare.

L’operazione, piuttosto semplice, avviene solitamente in anestesia locale (tramite collirio o iniezione nella regione peribulbare) e tramite l’eventuale somministrazione di un sedativo. Il chirurgo procede prima l’estrazione del cristallino mediante una sonda a ultrasuoni che ne causa la rottura, poi all’aspirazione dei frammenti tramite una minima incisione nell’occhio, e infine all’inserimento della lente sostitutiva, in plastica o silicone.

Negli ultimi anni, grazie ai recenti progressi della medicina, si è diffusa, in alternativa alla facoemulsificazione tradizionale, una procedura che ricorre all’utilizzo del laser a femtosecondi. Si tratta di una tecnica che consente di eseguire incisioni corneali più precise, di facilitare la rottura del cristallino tramite ultrasuoni, rendendola meno traumatica, e di recidere in modo più accurato la capsula entro la quale è contenuto. Nel caso in cui non sia possibile rompere il cristallino per mezzo degli ultrasuoni, si opera un’estrazione extracapsulare.

Oltre a ripristinare la trasparenza dell'asse visivo, l'intervento chirurgico può porsi l'obiettivo di correggere i difetti di refrazione preesistenti (miopia, ipermetropia, astigmatismo), tramite la modulazione del potere della lente intraoculare. Oggi grazie alle nuove tecnologie è possibile agire inoltre sul problema della presbiopia utilizzando lenti intraoculari toriche (correttive dell'astigmatismo) o lenti intraoculari multifocali che permettono anche una buona visione da vicino.

Che esami si fanno prima di operare la cataratta?

Tra gli esami che precedono l’intervento si possono indicare le analisi del sangue generali, gli esami per piastrine, coagulazione, le analisi delle urine, l’esame per la glicemia. Altri esami riguardano la bilirubina, proteine, creatinina, urea e indice di protrombina.

Sono inoltre necessari una valutazione oculistica, la conta endoteliale, per analizzare le cellule che costituiscono lo strato corneale più profondo. Sono previste anche una topografia corneale e una ecobiometria, per la misurazione della profondità camera anteriore, ovvero lo spazio tra iride e cornea.

Cosa bisogna fare prima di un intervento di cataratta?

Prima di sottoporsi all'intervento di cataratta, è fondamentale seguire alcune indicazioni per garantire il miglior esito possibile dell’operazione. Ecco gli accorgimenti da osservare:

  • applicare i colliri prescritti per la preparazione dell’occhio all’intervento
  • assicurarsi di lavare il viso accuratamente, evitando l'uso di trucchi o cosmetici il giorno dell'intervento
  • seguire attentamente le indicazioni riguardanti l’alimentazione, astenendosi dal mangiare durante nelle tre ore precedenti all'intervento e bevendo solo acqua
  • continuare a prendere i farmaci abituali, salvo parere contrario del medico. Nel caso in cui si assumano anticoagulanti o antiaggreganti, consultare l'oculista e il medico di base per eventuali modifiche alla terapia prima dell'intervento
  • portare con sé gli esami preoperatori richiesti
  • venire accompagnati il giorno dell'intervento, o, qualora non sia possibile, considerare l'uso di mezzi comodi come il taxi
  • portare con sé un paio di occhiali protettivi da sole per schermare gli occhi dopo l'intervento
  • rimuovere i gioielli prima di recarsi in sala operatoria

Quanti minuti dura l’intervento alla cataratta?

Nella maggioranza dei casi, l’intervento è indolore, poiché effettuato in anestesia locale, e ha una durata di 30-45 minuti. Non richiede punti di sutura, dal momento che l’incisione oculare ha dimensioni molto ridotte e si rimargina di solito in modo spontaneo. Qualora la cataratta sia estesa a entrambi gli occhi, vengono effettuate due distinte operazioni chirurgiche a distanza di circa due settimane l’una dall’altra, al fine di consentire il recupero del primo occhio operato.

Convalescenza

Generalmente la ripresa della vista avviene rapidamente, dopo un breve periodo di riposo in cui è consigliato non toccare l’occhio operato e di preservarlo dal contatto con acqua e sapone. Ai pazienti può essere raccomandato inoltre di evitare alcuni movimenti come sollevare dei pesi o piegarsi in avanti. In alcuni casi, temporaneamente, possono presentarsi disturbi della vista come visione offuscata o sensibilità a luci intense.

Di solito, per le settimane successive all’intervento viene prescritto l'utilizzo di uno o più colliri ad azione antinfiammatoria e antibiotica, per combattere eventuali infezioni e favorire la cicatrizzazione. In alcuni casi può essere inoltre richiesto l’utilizzo di occhiali da vista calibrati sulla nuova capacità visiva.

Il giorno successivo all'intervento il paziente viene sottoposto a una visita di controllo durante la quale il medico si accerta delle sue condizioni postoperatorie; ne seguono poi altre due, solitamente a distanza di una settimana e di un mese.

Quando è il momento di operare la cataratta?

L’intervento alla cataratta generalmente si rende necessario quando l’alterazione della vista è tale da condizionare lo svolgimento delle attività quotidiane, rendendo la persona insicura di muoversi in modo autonomo.

Quando non operare?

L’operazione alla cataratta è sconsigliata per pazienti che abbiano fino ai 40 anni. Perché in seguito all’intervento si perde la capacità di accomodamento, ovvero la capacità di messa a fuoco sia da lontano che da vicino. L’operazione è sconsigliata anche in presenza di patologie oculari quali glaucoma o maculopatia.

Complicazioni: la cataratta secondaria

Talvolta a distanza di mesi o anni dalla chirurgia della cataratta può svilupparsi la cosiddetta cataratta secondaria o fibrosi capsulare, un disturbo che provoca l'offuscamento della capsula nella quale è stato collocato il cristallino sostitutivo, con una nuova alterazione della vista.

Questa problematica, contrariamente al primo intervento di cataratta, non necessita di una risoluzione chirurgica. Viene trattata con una procedura laser rapida e indolore chiamata capsulotomia laser yag, che permette di incidere la fibrosi liberando l'asse visivo e ripristinando la nitidezza della visione.

Quanto costa l’intervento di cataratta?

Quando viene erogata dal servizio sanitario nazionale, l’operazione alla cataratta prevede solo il pagamento di un ticket, il cui importo varia a seconda della regione di appartenenza. In regime privato, l’intervento può richiedere una spesa dai 1500 ai 4000 euro, a seconda delle tecnologie utilizzate, della complessità dell’operazione e della tipologia delle lenti inserite.