Le carrube sono il frutto di un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle leguminose, il carrubo (Ceratonia siliqua), la cui storia e relativo utilizzo risalgono addirittura all’antica Grecia.
I frutti si trovano dentro baccelli, come per tutti i legumi. La pianta originaria del Mediterraneo è ora coltivata in tutto il mondo.
Trova infatti un largo utilizzo nell’industria alimentare per le sue capacità di assorbire acqua, e viene indicata nelle etichette con la sigla E410.
Da un punto di vista nutrizionale presenta diverse proprietà di cui abbiamo discusso con la dott.ssa Natascia Badolato, biologa nutrizionista del Santagostino.
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Carrube, calorie e valori nutrizionali
↑ topL’apporto calorico del frutto del carrubo è tutto sommato ridotto. Stiamo parlando di circa 207 kcal per 100 grammi di prodotto, il cui 91% è costituito da carboidrati.
Per quello che riguarda altri nutrienti, le carrube contengono:
- vitamina A, che svolge una funzione protettiva nei confronti di mucose, pelle e vista, oltre ad avere una discreta funzione antiossidante
- vitamina C, coinvolta nei processi biologici del sistema immunitario e anch’essa con proprietà antiossidanti
- vitamine del gruppo B,(B2, B3, B6) fondamentali per una serie piuttosto ampia di processi biologici
- rame, che serve a metabolizzare il ferro ed partecipa al processo di formazione del tessuto connettivo
- potassio, fondamentale per il sistema cardiocircolatorio e per la contrazione e il rilassamento muscolare
- manganese, utile alle ossa e anch’esso parte del processo di formazione dei tessuti connettivi
- selenio, coinvolto nel mantenimento della salute cellulare e della tiroide
- calcio, fondamentale per la salute del sistema scheletrico
- magnesio, che riduce il senso di stanchezza e fatica
- zinco, fondamentale per il metabolismo
Le carrube sono poi ricche di fibre, che hanno una funzione molto importante nel controllo del colesterolo. Rallentano, infatti, l’assorbimento dei lipidi (il colesterolo è un lipide) e degli zuccheri.
Questa caratteristica le rende adatte all’utilizzo in regimi alimentari ipocalorici, per la ricomposizione corporea o anche solo per la perdita di peso.
Un altro componente molto importante con alcuni benefici per la salute sono i tannini, in particolare l’acido gallico.
I tannini infatti, oltre ad avere proprietà antibatteriche, hanno una funziona di denaturazione proteica. Scindono in altre parole le proteine facilitandone il metabolismo.
I tannini hanno inoltre proprietà astringenti, il che rende le carrube un alimento che può essere utilizzato come complemento alimentare nei casi di pazienti che presentino problemi di diarrea.
L’acido gallico infine, che come detto è un tannino a sua volta, pare abbia una funzione stimolante per il microbiota intestinale e per il sistema immunitario.
Carrube, come si mangiano?
↑ topQuesti legumi si possono utilizzare in cucina come sostituto del cacao, data la somiglianza organolettica che la farina di carruba ha con esso.
Essendo naturalmente dolce inoltre la carruba può essere indicata per torte o usata per la preparazione di bevande, senza che ci sia la necessità di ulteriore dolcificazione.
Per le citate capacità addensanti, la carruba viene utilizzata anche come additivo ad alcuni piatti liquidi per la nutrizione dei bambini in fasce, in quanto è utile a prevenire i rigurgiti.
Questa sua capacità di attirare molecole d’acqua risulta utile anche per alleviare i sintomi da reflusso gastroesofageo.
Prodotti a base di semi di carrube si trovano in commercio in varie forme, come la polvere appunto, degli sciroppi, ma anche barrette o snack e compresse.
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Controindicazioni delle carrube
↑ topÈ importante che il consumo di questo prodotto avvenga sotto supervisione medica in due casi:
- ipercolesterolemia
- diabete
I pazienti affetti da queste due condizioni solitamente seguono terapie a base di farmaci come la statina e le iniezioni di insulina.
Poiché la carruba ha di per sé un naturale potere di regolazione dell’assorbimento dei grassi e degli zuccheri, il suo utilizzo nell’alimentazione di pazienti con colesterolo alto o resistenza all’insulina potrebbe andare ad alterare gli effetti della terapia farmacologica.