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Pubblicato inSalute

Vitamina K: dove si trova e perché è importante

La vitamina K è un composto di fondamentale importanza per alcuni processi che avvengono all’interno dell’organismo. Presente in alcuni alimenti, è prodotta anche dalla microflora intestinale.

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La vitamina K è una vitamina liposolubile, che riveste un ruolo fondamentale in diverse funzioni biologiche dell’organismo. In particolare, garantisce la corretta funzionalità di alcune specifiche proteine, implicate soprattutto nella coagulazione del sangue e nei processi di mineralizzazione delle ossa.

La dottoressa Savarè, ematologa del Santagostino, offre una breve guida alla conoscenza di questa vitamina, chiarendo i meccanismi d’azione, a cosa serve, e in quali alimenti si trova.

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Cos’è la vitamina K?

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La vitamina K è un composto liposolubile, che può essere introdotto in piccole quantità attraverso la dieta. Ha un ruolo di fondamentale importanza soprattutto nel processo della coagulazione del sangue, in quanto è un cofattore per l’attività di alcune proteine.

Perché la vitamina venga assorbita correttamente è importante che vi sia un normale assorbimento dei grassi, attraverso l’azione degli enzimi pancreatici e dei sali biliari a livello dell’intestino tenue. Successivamente, la vitamina viene trasportata al fegato e quindi passa in circolo legata alle lipoproteine. Il composto è presente nel nostro organismo come:

  • Vitamina K1 (fillochinone), presente negli alimenti, interviene nei processi di coagulazione del sangue 
  • Vitamina K2 (menachinone), prodotta dalla microflora intestinale, è essenziale per la salute delle ossa.

Esiste inoltre, una vitamina K3 (menadione idrosolubile), di origine sintetica, contenuta in alcuni farmaci che servono per regolare i processi di coagulazione sanguigna.

A cosa serve la vitamina K? Funzioni e benefici

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Le funzioni della vitamina K sono di diverso tipo. Nello specifico è necessaria per:

  • L’attività di enzimi che permettono l’attivazione dei fattori della coagulazione del sangue e della protrombina
  • L’attività degli anticoagulanti naturali (proteina C ed S)
  • È un cofattore di alcune proteine coinvolte nella mineralizzazione ossea.

Coagulazione del sangue

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La vitamina K, come accennato, svolge un ruolo di primaria importanza nel meccanismo di coagulazione del sangue, attraverso l’attivazione della protrombina e di altri fattori di coagulazione (VII, IX, X), che vengono attivati per via enzimatica, a livello epatico, grazie alla sua presenza.

Una sua carenza nel neonato, anche se piuttosto rara, può predisporre a sviluppare emorragie. Si tratta infatti di una delle poche vitamine necessarie ai bambini e viene somministrata alla nascita per via intramuscolare e durante i primi 3 mesi di vita.

Salute delle ossa

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Diverse ricerche suggeriscono che la vitamina K svolga un ruolo fondamentale anche per la salute delle ossa: è essenziale, infatti, per l’attivazione dell’osteocalcina, una proteina responsabile della mineralizzazione ossea. 

Una sua carenza potrebbe essere decisiva per lo sviluppo dell’osteoporosi, e inoltre, bassi valori di questa vitamina sono stati associati a un aumento del rischio di fratture dell’anca. Un buon livello della vitamina, al contrario, è stato correlato, in diversi studi clinici, a:

  • Minor rischio di fratture
  • Maggiore massa ossea.

Salute cardiovascolare

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Un’assunzione adeguata di vitamina K è correlata all’inibizione dei processi di calcificazione e irrigidimento delle arterie. Il nutriente, infatti, svolge un ruolo importante nella regolazione del metabolismo del calcio, aiutando a mantenere il calcio fuori dalle arterie. 

La calcificazione arteriosa è un processo patologico che può portare alla formazione di placche nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari come aterosclerosi, infarto del miocardio e ictus

Uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology ha dimostrato che l’assunzione di vitamina K2 può ridurre il rischio di calcificazione delle arterie coronarie e migliorare la funzione endoteliale, ovvero la capacità delle arterie di dilatarsi e contrarsi in risposta ai cambiamenti del flusso sanguigno.

Inoltre, può influenzare positivamente anche altri fattori di rischio cardiovascolare, come la pressione sanguigna e l’infiammazione. Uno studio pubblicato sul Journal of Hypertension ha dimostrato che l’assunzione di vitamina K2 può ridurre la pressione sanguigna in soggetti ipertesi.

In generale, gli studi suggeriscono che la vitamina può svolgere un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i suoi meccanismi di azione e per determinare la dose ottimale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Come deve essere assunta la vitamina K? E qual è il fabbisogno?

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La vitamina K, essendo una vitamina liposolubile, viene immagazzinata nel fegato, che la rilascia a piccole dosi quando è necessario. Di conseguenza, non c’è bisogno di assumerla di continuo attraverso gli alimenti, e come detto in precedenza, il nostro intestino è in grado di produrla.

In aggiunta, il fabbisogno giornaliero è basso, e consiste in:

  •  90 mg nella donna 
  • 120 mg nell’uomo. 

Una dieta normale ne fornisce una quantità adeguata.

Perché la vitamina D va presa con la vitamina K? 

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La vitamina D e la vitamina K sono due nutrienti importanti per la salute delle ossa e del sistema cardiovascolare. Sebbene siano due sostanze distinte, la loro interazione nel corpo umano è strettamente correlata.

La vitamina D è necessaria per l’assorbimento del calcio e del fosforo dall’intestino e per la mineralizzazione delle ossa. Tuttavia, l’assunzione di vitamina D può aumentare i livelli di calcio nel sangue, il che può essere problematico se non viene bilanciato dal giusto apporto di vitamina K.

La vitamina K è necessaria per attivare le proteine Gla (gamma-carbossiglutammato) che aiutano a mantenere il calcio nelle ossa e fuori dalle arterie, prevenendo la calcificazione arteriosa. Inoltre, come già detto, è importante per la coagulazione del sangue.

Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di vitamina D senza sufficiente vitamina K può portare a un aumento dei depositi di calcio nelle arterie, che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre, l’assunzione di vitamina K senza sufficiente vitamina D può portare a una ridotta mineralizzazione delle ossa e a un aumento del rischio di fratture.

In quali alimenti si trova la vitamina K?

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La vitamina K si trova prevalentemente negli alimenti di origine vegetale e nel fegato. Volendo fare una distinzione più precisa, la vitamina K1 si trova in:

  • Alcune verdure (a foglia verde soprattutto), come spinaci, cime di rapa, broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles, asparagi, etc
  • Alcuni oli vegetali, come olio di oliva, di colza, di soia.

La vitamina K2 che, come accennato in precedenza, viene prodotta dalla microflora intestinale, si trova in basse concentrazioni in:

  • Formaggi
  • Uova
  • Carni (soprattutto nel fegato). 

Che cosa succede se manca la vitamina K?

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Il deficit di vitamina K è raro nell’adulto, dal momento che, come detto sopra, il fabbisogno è basso. Vi possono essere, però, delle cause predisponenti alla carenza, come patologie o condizioni che provocano malassorbimento dei grassi, come:

Inoltre, un deficit può verificarsi in caso di terapia antibiotica prolungata, tale da modificare la flora batterica intestinale.

È possibile, invece, una carenza nel neonato, poiché il fegato è ancora immaturo e il contenuto di vitamina nel latte materno è scarso. Per questo, viene fatta una profilassi con somministrazione di 0,5-1 mg di vitamina K alla nascita.

Il sintomo principale della carenza è la diatesi emorragica, che si manifesta con lividi e sanguinamento più o meno grave delle mucose, dovuti al deficit dei fattori della coagulazione.

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Chi non deve prendere la vitamina K?

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La vitamina K deve essere somministrata con precauzione in pazienti che sono in terapia con farmaci anticoagulanti antagonisti della vitamina, come i dicumarolici (ad esempio, warfarin e coumadin). Può essere peraltro indicata in presenza di sanguinamento maggiore da alterazione importante della coagulazione. 

Il dosaggio, in questi casi, è di 10 mg somministrati per bocca o endovena, a lento rilascio per evitare il rischio di anafilassi. La tossicità da sovradosaggio di vitamina K è assolutamente rara.

Cosa succede in caso di eccesso di vitamina K?

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L’eccesso di vitamina K è un’eventualità molto rara, soprattutto negli adulti. Nei neonati, può essere riscontrata, nel caso in cui siano state somministrate dosi troppo alte di integratori, e i sintomi che si presentano sono quelli tipici dell’itterizia.

In generale, un eccesso di vitamina K può provocare: