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Pubblicato inSalute

Le tappe dello sviluppo psicomotorio del bambino da 0 a 36 mesi

Dal rotolamento ai primi passi, dalle piccole smorfie al linguaggio: quali sono le tappe di sviluppo fondamentali per i bambini? Le risposte dello specialista

Mio figlio ha un anno e non cammina”, “Tra poco andrà all’asilo e porta ancora il pannolino. Mi devo preoccupare? Se sì, è grave?” Non c’è una risposta giusta, ogni bambino ha un proprio percorso di crescita, segue una sua linea di sviluppo, ognuno ha sperimentato esperienze diverse, ognuno ha i suoi tempi. Ci sono, però, delle età filtro che si utilizzano per monitorare le tappe dello sviluppo neuro-psicomotorio dei bambini. Quanto leggerete sotto è frutto di anni di ricerca e calcoli statistici, ma restano comunque delle tappe indicative. 

In caso di dubbi è sempre importante fissare un colloquio con uno specialista dell’età evolutiva. Al Santagostino, per i bambini di età inferiore ai 4 anni, è necessario prenotare un primo colloquio di neuropsichiatria infantile. 

Prenota un primo colloquio di neuropsichiatria infantile

Lo sviluppo del bambino nella fase 0 – 2 mesi

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Troppo spesso si sente dire che un neonato non può fare nulla. Non è così! Nei primi due mesi di vita il bambino impara a:

  • sollevare il capo quando è a pancia in giù
  • inseguire con lo sguardo i visi
  • giocare con le mani
  • iniziare la prima comunicazione (quando porta la mano alla bocca sta comunicando il suo senso di fame).

Lo sviluppo del bambino nella fase 3 – 6 mesi

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In questo periodo il neonato inizia a scoprire che può muoversi: compare il rotolamento, dal riflesso di prensione si passa ad afferrare in maniera consapevole, inizia a stare seduto e si ha il passaggio dall’allattamento ai cibi solidi. Se in questa fase sono ancora presenti i riflessi di suzione e prensione, sarebbe il caso di chiedere un consulto.

Lo sviluppo del bambino nella fase 7 – 10 mesi

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Inizia l’esplorazione dello spazio prossimo: il bambino inizia a strisciare, un movimento che pian piano si trasforma in gattonamento. Compaiono anche i primi suoni (gorgheggi, che diventano lallazioni e si evolvono in prime parole), la postura seduta è sempre più consolidata e ormai il bambino comincia a sperimentare il mangiare da solo. La prensione è sempre più raffinata ed ora compare un gioco condiviso.

Se fatica a rimanere seduto e non è interessato al movimento, è consigliabile parlarne con un terapista.

Lo sviluppo del bambino dai 12 mesi

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Si assiste alla comparsa della stazione eretta e dello spostamento: alcuni bambini utilizzano l’appoggio dei mobili o del divano per spostarsi, altri si limitano a giocare stando in piedi ed altri ancora sperimentano i primi passi in autonomia con un equilibrio ancora instabile.

Si struttura sempre di più il gioco, il bambino è in grado di giocare insieme ad altri bambini (inizia a comparire il concetto di turno ed attesa), la motricità fine è sempre più sviluppata (afferra piccoli oggetti, li manipola, infila).

Lo sviluppo del bambino dai 15 mesi

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Le competenze motorie sono ormai tutte acquisite: il bambino cammina, corre, si arrampica, sperimenta un rudimentale salto.

Si consolidano sempre di più le competenze lessicali e relazionali. La postura eretta è una prerogativa fondamentale, la sua assenza è segnale di ritardo nelle acquisizioni.

Lo sviluppo del bambino dai 18 mesi

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Iniziano a comparire le prime autonomie: il bambino sperimenta il mangiare da solo, utilizzando le posate, prova a svestirsi da solo e a lavarsi da solo.

Inizia ad interessarsi al disegno, che in prima battuta sarà solo uno scarabocchio (anche noi terapisti lo definiamo con questo termine).

Quando l’adulto nomina alcune parti del corpo ed alcuni oggetti di uso comune, il bambino li riconosce, li indica e li afferra. A questa età ci deve essere una buona relazione di sorrisi, smorfie e paroline con l’adulto di riferimento; l’assenza di sorrisi e isolamento sono segnali importanti, da valutare.

Lo sviluppo del bambino dai 24 mesi

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Il bambino acquisisce sempre maggior sicurezza nelle autonomie: inizia la fase del cosiddetto spannolinamento e tutto quanto vi legato (vestirsi e svestirsi da solo, alimentarsi da solo), è in grado di organizzare un gioco sempre più complesso, creando una storia intorno, si ha l’emergere del gioco di ruolo/finzione. Prova a sfogliare i libri in autonomia.

Lo sviluppo del bambino dai 36 mesi

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Si assiste al completo controllo degli sfinteri, il bambino conosce il suo nome ed il suo sesso, sa dire dove abita e racconta gli avvenimenti che vive durante la giornata, magari inserendo qualche “bugia” (il bambino sperimenta e gioca con l’adulto, cerca di creare situazioni divertenti) qua e là.

Lo sviluppo della coordinazione oculo-manuale e della prensione

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La posizione supina

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Nei primi mesi di vita il bambino passa la maggior parte del suo tempo in posizione supina: in questo periodo si assisterà ad un’evoluzione delle capacità di muovere gli arti superiori. Nei primissimi mesi, il bambino sperimenta la capacità di portare le sue mani alla bocca e ne prova piacere e autoconsolazione. Con il passare delle settimane, scoprirà di essere in grado di afferrare degli oggetti sulla linea mediana del suo corpo (grazie allo sviluppo della vista) e porterà anch’essi alla bocca, fino ad arrivare a riuscire ad afferrare degli oggetti sempre più piccoli e spostati verso un emicorpo (verso destra o verso sinistra).

La posizione prona

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Con il passaggio alla posizione prona e con la scoperta dello spazio intorno al lui, il bambino imparerà ad afferrare degli oggetti lontani da lui, imparerà ad organizzare i movimenti di braccio, avambraccio e mano, affinché il tutto risulti sempre più fluido e armonioso.

La postura eretta

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Con la comparsa della postura eretta, scopre anche la verticalità: sarà allora che avrà piacere a raggiungere degli oggetti/giochi posti più in alto. Solo quando la postura eretta si sarà stabilizzata (quindi il bambino sarà in grado di rimanere in piedi mantenendo l’equilibrio senza troppa fatica), la prensione inizierà ad affinarsi (si passa da una prensione “a tutta mano”, ad una con le dita che prevede il coinvolgimento del palmo della mano, per arrivare alla presa con la punta delle dita e soprattutto con l’opposizione del pollice all’indice, una delle prassi più complesse), come la capacità di costruire, infilare ed impilare, movimenti complessi che prevedono l’acquisizione di competenze in più settori (vista, coordinazione motoria fine e globale).

L’evoluzione del disegno

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Successivamente si assisterà all’evoluzione del disegno: prima si ha la comparsa dello scarabocchio, fase in cui il bambino si limita a lasciare un segno colorato sul foglio. Dal semplice scarabocchio circolare, si passa in seconda battuta ad uno scarabocchio al quale il bambino fornisce un suo personale significato, per poi arrivare al disegno sempre più riconoscibile a tutti (e non solo al bambino).

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