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Pubblicato inSalute

Le tappe dello sviluppo del gioco: dalla nascita ai 5 anni

Il bambino gioca fin dalla nascita, seguendo diversi momenti. Si inizia da uno scambio di sguardi, fino all’interazione con gli oggetti e al gioco con ruoli e regole esplicite. Ecco tutte le tappe passo passo, spiegate dalla terapista della neuro e psicomotricità

In caso di dubbi è sempre importante fissare un colloquio con uno specialista dell’età evolutiva. Al Santagostino, per i bambini di età inferiore ai 4 anni, è necessario prenotare un primo colloquio di neuropsichiatria infantile.

Prenota un primo colloquio di neuropsichiatria infantile

0-6 mesi: gioco tonico-emozionale

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L’interazione genitore-bambino è caratterizzata da uno scambio di segnali comunicativi verbali e non verbali: sorrisi, espressioni del volto, vocalizzi, contatti di sguardo, e da stimolazioni corporee in giochi di postura e di movimento.

6-12 mesi: gioco sensoriale e sensomotorio

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Grazie all’acquisizione di abilità di spostamento pre-locomotorie, il bambino esplora l’ambiente e mostra un interesse sempre maggiore per gli oggetti. È interessato al gioco attivo attraverso la conoscenza ed esplorazione del proprio corpo nello spazio e la manipolazione sensoriale degli oggetti: lancia, sbatte e “assaggia” i giochi.

Dai 9-10 mesi il bambino ricerca la condivisione dell’attenzione con il genitore sull’oggetto di interesse. Inizia la comprensione dei primi rapporti di causa-effetto e la ricerca degli oggetti nascosti.

12-18 mesi: gioco funzionale e proto-simbolico

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Il bambino inizia a comprendere la funzione degli oggetti e ad utilizzarli in modo appropriato al loro uso. Emergono brevi sequenze di gioco imitativo delle scene osservate dalle figure familiari: pettinare, mangiare, cullare, guidare.

Il bambino è interessato a sperimentare i rapporti spaziali nell’ambiente e i contrasti tra gli oggetti: apre-chiude, mette dentro e fuori, vicino e lontano. Ricerca attiva del coinvolgimento delle figure di riferimento nei momenti di gioco.

18-24 mesi: gioco simbolico

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Nasce il primo gioco simbolico, in cui il bambino simula azioni quotidiane (mangiare, dormire, vestirsi, cucinare) prima con il proprio corpo e poi utilizzando gli oggetti (bambole, macchinine, pupazzi). È presente il gioco parallelo, il bambino gioca soddisfatto vicino agli altri bambini ma non insieme a loro.

24-36 mesi: gioco di finzione

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Grazie all’esplosione del linguaggio e delle abilità imitative il gioco simbolico del bambino si arricchisce di elementi e personaggi, diventando più elaborato e utilizzando gli oggetti come se ne rappresentassero altri. Il bambino improvvisa la messa in scena di piccole storie che commenta con una “cronaca in diretta”. Il gioco può essere condiviso per brevi momenti con i pari.

Dai 3 ai 5 anni: gioco di rappresentazione

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Il bambino esegue progressivamente giochi sempre più elaborati di rappresentazione e narrazione di contenuti reali o immaginari attraverso il modellaggio e le costruzioni, il grafismo e la pittura o la messa in scena di giochi socio-drammatici.
Il gioco diventa condiviso tra i coetanei, a cui vengono assegnati ruoli e regole esplicite.

I prerequisiti non verbali del linguaggio

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Riguardano un insieme di abilità della comunicazione non verbale e del gioco che sono propedeutiche all’acquisizione del linguaggio verbale. L’assenza o il ritardo di alcune di queste competenze può rappresentare un fattore di rischio ed ostacolare lo sviluppo tipico del linguaggio e della comunicazione.

    • Contatto di sguardo e attenzione alla voce: fin dalla nascita il bambino mostra una preferenza per gli stimoli del volto e della voce umana.
    • Sorriso sociale (dal 3°mese di vita): il sorriso del bambino da endogeno ed involontario diventa volontario e comunicativo dell’interesse all’interazione con le figure familiari.
    • Risposta al nome (dai 9 mesi): il bambino riconosce e si volta se chiamato per nome.
    • Attenzione condivisa (9-10 mesi): il bambino ricerca l’attenzione di un’altra persona sull’oggetto di interesse: iniziano le interazioni triadiche bambino-oggetto-altro.
    • Gesti deittici e referenziali (dai 10-12 mesi): il bambino indica gli oggetti che vuole ottenere o mostrare all’adulto (pointing), imita gli oggetti con le proprie mani ed utilizza gesti dal significato condiviso dal contesto sociale di appartenenza (es. ciao, ciao).
    • Imitazione: processo in evoluzione dalla nascita e che permane come fondamentale modalità di apprendimento, ma particolarmente evidente all’anno; il bambino imita e riproduce azioni osservate dagli adulti
    • Gioco simbolico (dai 18-24 mesi): il bambino inizia ad imitare nel gioco le azioni dei genitori e man mano le amplia e le modifica, dando libero sfogo alla sua fantasia. Le capacità simboliche di manipolazione e trasformazione dei significati saranno poi fondamentali allo sviluppo del linguaggio.
    • Rispetto dei turni: abilità complessa del funzionamento esecutivo fondamentale per l’alternanza dei turni conversazionali. Durante il gioco il bambino diventa sempre più in grado di posticipare le gratificazioni ed aspettare il proprio turno.

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