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Pubblicato inSalute

Respiro affannoso: da cosa dipende

Il respiro affannoso può essere causato da problemi respiratori, allergie, patologie cardiache o stati d’ansia: come riconoscere i sintomi e quando occorre rivolgersi al medico

Respiro affannoso

La sensazione del respiro affannoso può avere diverse cause, riconducibili solo in determinati casi a patologie cardiache. Altre volte, può derivare da malattie polmonari o allergie, ma le difficoltà respiratorie possono essere legate anche a stati d’ansia. Le persone che sperimentano improvvisamente un respiro affannoso devono recarsi immediatamente al Pronto Soccorso, se i sintomi non diminuiscono in tempi rapidi. Successivamente, è bene sottoporsi ad ulteriori accertamenti e ad una visita cardiologica. Ne parliamo nel dettaglio con Gina Biasillo, Medico chirurgo specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare.

 

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Cosa provoca un respiro affannoso?

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Il respiro affannoso, definito come dispnea, è la sensazione spiacevole di difficoltà nel respirare, descritta dal paziente come mancanza di fiato o sensazione di fame d’aria.

Le cause possibili e più frequenti sono:

Meno frequentemente si presenta come sintomo in altro tipo di patologia, quali tireopatie, reflusso gastro-esofageo.

Il respiro affannoso può verificarsi sotto sforzo fisico, durante una attività fisica più o meno intensa, ma anche a riposo, ad esempio mentre si dorme (dispnea parossistica notturna).

Cosa fare in caso di respiro affannoso?

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Se l’affanno compare all’improvviso e/o tende a persistere o peggiorare è importante accedere presso il più vicino Pronto Soccorso (PS) per verificare la presenza di patologie acute che richiedano un trattamento immediato.

È importante rivolgersi all’attenzione del medico quando

  • l’affanno si propone in persone già affette da problematiche cardiache o polmonari
  • il sintomo tende a peggiorare col tempo
  • si è costretti a limitare le attività prima normalmente svolte.

Quali esami fare in caso di affanno?

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Il medico che valuta il paziente che riferisce respiro affannoso esegue un attento esame clinico e controlla vari parametri, quali frequenza cardiaca, pressione arteriosa e saturazione di ossigeno. In seguito, può indirizzare il paziente verso approfondimenti mirati sulla base del sospetto clinico.

Gli esami impiegati sono esami del sangue ed esami strumentali, in particolare esame radiografico del torace (Rx torace), TC torace, broncoscopie laddove si sospetti un problema respiratorio. Si ricorre a visita cardiologica con ECG ed ecocardiogrammacolor Doppler laddove vi sia il sospetto di una patologia cardiaca. Infine, si può procedere a valutazione allergologica e test specifici nel caso in cui si sospetti una problematica allergologica.

Esami di altro tipo sono indicati sulla base del sospetto clinico posto in sede di valutazione, poiché il sintomo del respiro affannoso, come abbiamo visto, può avere diverse origini.

Come capire se è ansia o problemi respiratori?

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È molto difficile individuare, per il paziente, la causa del respiro affannoso  e distinguere tra ansia e problemi respiratori, poiché entrambe le condizioni possono manifestarsi con sintomi simili. In linea di massima, nella maggior parte dei casi, negli stati d’ansia il respiro affannoso è di breve durata, non limita in modo significativo le normali attività del paziente, si risolve con il rilassamento, non si associa a riduzione della saturazione di ossigeno. Tuttavia è sempre bene escludere cause più gravi in sede di visita medica.

Nel caso in cui si sperimenti una condizione di respiro affannoso riconducibile a stati d’ansia o attacchi di panico è utile praticare tecniche di respirazione e rilassamento, sedendosi con la schiena dritta e cercando di inspirare lentamente con il naso ed espirare lentamente dalla bocca.

Quando preoccuparsi per il respiro?

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Il peggioramento dell’affanno, la necessità di limitare le proprie attività, la concomitante presenza di patologie cardiache o respiratorie costituiscono campanelli di allarme che dovrebbero orientare il paziente verso una valutazione clinica.

Come dicevamo prima, se  l’affanno compare all’improvviso, tende a persistere o peggiorare, se si associa ad altri sintomi quali dolore toracico, palpitazioni, perdita di coscienza o si evidenza calo di saturazione di ossigeno, è importante accedere presso il più vicino Pronto Soccorso per verificare la presenza di patologie acute che richiedano un trattamento immediato.

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Quando l’affanno viene dal cuore?

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L’affanno può essere sintomo di diverse patologie cardiache. Tuttavia, allo stesso tempo, è un sintomo comunemente presente anche in altre patologie, dunque è sempre importante, da parte del medico, eseguire un’attenta valutazione clinica per formulare la diagnosi corretta.

Indizi che orientano verso una probabile problematica cardiaca possono essere:

  • la comparsa dell’affanno in concomitanza con sforzi, e in particolare in concomitanza di sforzi di entità progressivamente più bassa
  • la comparsa o il peggioramento dell’affanno in posizione sdraiata
  • la concomitante presenza di altri sintomi o segni, quali episodi di palpitazioni, fastidio toracico o gonfiore delle caviglie.

Naturalmente la presenza di fattori di rischio cardiovascolare, quali ipertensione, diabete, abitudine al fumo, ipercolesterolemia, obesità, familiarità per malattie cardiovascolari o la presenza di una cardiopatia già nota rendono il sintomo più sospetto per essere spia di un problema cardiovascolare.

Esami impiegati per la diagnosi e confermare o escludere l’origine cardiaca del sintomo sono esami ematochimici, in particolare il dosaggio di BNP (parametro importante nello studio dello scompenso cardiaco), e strumentali, in particolare ECG ed ecocardiogramma color Doppler, che è possibile eseguire in sede di visita cardiologica.