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Pubblicato inSalute

Il palming, tecnica di rilassamento per gli occhi

Il Palming è una tecnica di rilassamento, presa in prestito dallo yoga, grazie alla quale possiamo dare sollievo ai nostri occhi affaticati dalle, troppe, ore di schermi e di monitor.

Grazie al palming possiamo rilassare, in pochi minuti al giorno, i nostri occhi affaticati dall’esposizione a monitor e fonti di luce fino a ore tarde.

Vediamo insieme in cosa consiste la tecnica, da dove ha origine e quali esercizi mirati, per rilassare la vista, possono essere svolti.

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Che cosa è il palming?

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Il palming è una tecnica di rilassamento degli occhi. Come vedremo, chiunque ne può beneficiare non solo una volta al giorno, ma anche in tutte le occasioni in cui gli occhi risultano appesantiti, secchi, stanchi, alla fine della giornata o per il continuo uso dei monitor dei computer o degli schermi degli smartphone.

Uso che può sfociare nell’abuso, come testimonia la dipendenza da internet.

Il palming dunque può aiutare ad alleviare l’affaticamento visivo, e può essere incluso tra le pratiche per fare in modo che i nostri occhi godano sempre di buona salute.

Dove ha origine questa tecnica?

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La tecnica prende origine dall’Asana Pranayama Mudra Bandha, uno dei più importanti volumi per lo studio e la pratica dello yoga, scritto da Swami Satyananda, maestro yoga. La tecnica illustrata nel manuale è stata poi ripresa da William Horatio Bates, medico oftalmologo di origini statunitensi.

Bates, nel ventennio del secolo scorso, ha sviluppato un metodo che prende il suo nome, e chiamato appunto metodo Bates, per la salute degli occhi, ascrivibile alla medicina alternativa. Tra le quattro tecniche che compongono il suo metodo, è presente il palming.

A cosa serve il palming?

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In termini più esatti, il palming è una tecnica di rilassamento per gli occhi e per la mente. Una tecnica che, si accennava, dovrebbe essere praticata in ogni occasione in cui gli occhi risultano stanchi.

Si possono spendere i dieci minuti, necessari a questa pratica, concretamente in ogni luogo: in ufficio, nello studio di casa, durante la sosta di una passeggiata, o prima di andare a dormire. Una tecnica che permette non solo di riposare gli occhi, ma anche di ripristinare il focus della mente. Come accade nella mindfulness.

Come eseguire il palming?

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Per eseguire in modo corretto il palming è necessario, come prima cosa, riscaldare le proprie mani. A questo fine è possibile sfregare i palmi delle mani tra loro e, se lo si ritiene opportuno, porle sotto acqua corrente calda, facendo attenzione che non sia bollente.

In seconda battuta si dovrebbe trovare una posizione comoda e, se possibile, un luogo confortevole. Essere seduti con un tavolo di fronte a sé, oppure sedersi nella posizione del mezzo loto, a gambe incrociate. L’importante è avere comunque la schiena e la testa in posizione dritta, facendo attenzione ad avere spalle e collo rilassati. Qualora si fosse seduti, si possono appoggiare i gomiti sul tavolo o sulla scrivania.

Quindi si mettono i palmi delle mani sui bulbi oculari facendo in modo di non esercitare alcuna pressione e di prestare attenzione affinché i palmi non interferiscano con la respirazione. In questo modo il calore passa dai palmi al bulbo oculare. Si può mantenere questa posizione dai 5 fino ai 10 minuti, fino a quando gli occhi, con le palpebre sempre chiuse e con i palmi fermi in posizione, inizieranno a vedere un nero piuttosto uniforme.

L’importanza del respiro profondo

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Un secondo aspetto estremamente utile per la buona riuscita di una sessione di palming è il respiro profondo, o respiro diaframmatico. Spesso, senza averne consapevolezza, si adotta un respiro toracico, che prevede l’espansione della cassa toracica nella fase della inspirazione. Sarebbe invece più opportuno riuscire a praticare un respiro che interessi il muscolo del diaframma.

Per ottenere questa respirazione basta poggiare, prima di iniziare la sessione di palming, una mano sul torace e una mano sullo stomaco, facendo quindi in modo che sia lo stomaco a espandersi durante l’inspirazione. Un tipo di respirazione, quella diaframmatica, che aiuta anche a ritrovare la calma durante gli stati di ansia.

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Cosa bisogna fare per rilassare i muscoli oculari?

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Per far sì che i muscoli oculari, e non solo i nostri occhi, abbiano sollievo e possano rilassarsi, si possono attuare altre pratiche. A partire dal blinking, altra tecnica mutuata da W. H. Bates, che consistere nello sbattere rapidamente le palpebre per alcuni minuti. Gli occhi ne trarranno sollievo.

Un’altra semplice pratica consiste nell’alzare gli occhi al cielo, e quindi rotearli in senso orario e in senso antiorario, con lentezza. Aiuta, affinché questo esercizio risulti utile, cercare di puntare lo sguardo lontano per quanto possibile.

Alternare impacchi caldi a impacchi freddi sugli occhi, e farlo almeno cinque volte tenendo gli impacchi per cinque secondi sugli occhi, è un’altra pratica che aiuta il rilassamento dei muscoli oculari.

Un ultimo esercizio consiste nello spostamento della messa a fuoco, che può essere svolto con l’alternare la visione di un oggetto che si trova in prossimità alla visione di un oggetto più distante. La visione dell’oggetto vicino, e di quello lontano, dovrebbe durare circa cinque secondi. In questo modo, a complemento degli esercizi precedenti, si rafforzano i muscoli oculari.