Skip to content
Pubblicato inGenitori

La lallazione: cos’è e come stimolarla

Prima di iniziare a parlare i bambini attraversano una serie di fasi preliminari nello sviluppo del linguaggio. La lallazione è un momento fondamentale in questo processo. Ecco di cosa si tratta.

lallazione

La lallazione rappresenta un momento cruciale nello sviluppo del linguaggio infantile, una vera e propria palestra per l’acquisizione della capacità di parlare.

In questa fase, infatti, i bambini cominciano a esplorare e a sperimentare con i suoni, preparandosi a sviluppare il linguaggio verbale. Quando e come si manifesta la lallazione? Come bisogna comportarsi quando è assente o tarda a svilupparsi? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino.

Prenota una visita ostetrica

Che cos’è la lallazione?

↑ top

La lallazione, dal latino lallatio, vale a dire “canterellare”, è un processo durante il quale il bambino inizia a produrre sequenze di consonanti e vocali ripetute. Si tratta di suoni che, diversamente dai vocalizzi dei primi mesi di vita, assomigliano a delle parole ma non veicolano un significato specifico: sono piuttosto un esercizio per l’apprendimento e l’allenamento della voce da parte del piccolo.

La lallazione è infatti la prima forma di comunicazione, l’inizio di un processo tramite il quale il bambino impara a parlare.

È interessante notare come, stando ai risultati di alcuni studi, la lallazione vari a seconda della madrelingua e come possa esserci una correlazione tra le sillabe riprodotte in questa fase e le prime parole pronunciate dal bambino. 

Quando un bambino inizia la lallazione?

↑ top

La fase della lallazione si presenta solitamente intorno ai 6-7 mesi di età e si protrae fino ai 12-14 mesi, quando i bambini iniziano a emettere le loro prime parole.

Come inizia la lallazione? Come riconoscere la lallazione? 

↑ top

Si possono distinguere due fasi principali nel processo di lallazione:

  • la lallazione canonica, che in genere inizia intorno ai 6-8 mesi di età, è caratterizzata dalla ripetizione di sequenze di consonante e vocale, come ad esempio “dedede” o “mamama”. Durante questa fase, il bambino riproduce suoni formati perlopiù dalla vocale “a” e dalle consonanti “m”, “p”, “b”, “t”, “d”, più facili da pronunciare grazie a uno schema motorio relativamente semplice. Questa forma di lallazione è considerata un segno positivo di sviluppo linguistico e indica che il neonato sta iniziando ad esercitarsi con i suoni del linguaggio
  • la lallazione variata, invece, si manifesta solitamente intorno ai 9-10 mesi di età e vede il bambino pronunciare suoni più diversificati e complessi, in cui si alternano diverse consonanti e vocali. Ad esempio, il piccolo potrebbe produrre sequenze come “papana” o “totito”. Questa evoluzione nella lallazione è spesso accompagnata da altre importanti acquisizioni linguistiche e comunicative, come la comprensione di un numero maggiore di parole e l’inizio dell’uso di gesti per comunicare le proprie esigenze (fare ciao con la manina, indicare con il dito per fare una richiesta, ecc.).

Come aiutare a lallare?

↑ top

Stimolare la lallazione nei bambini significa cercare di creare un ambiente favorevole e delle condizioni che supportino il naturale processo dello sviluppo del linguaggio da parte del bambino.

Ecco alcuni modi efficaci per aiutare i bambini a lallare:

  • interagire e parlare con il bambino utilizzando il proprio tono di voce e scandendo le parole in modo chiaro. È fondamentale pronunciare frasi semplici e ripetere spesso i suoni e le parole per facilitare il bambino nell’apprendimento e nell’emulazione dei suoni; rispettare le sue pause e rimanere in ascolto 
  • utilizzare filastrocche e canzoni: un modo divertente e coinvolgente per stimolare il bambino a praticare i suoni del linguaggio in modo giocoso
  • fornire feedback positivo: quando il bambino emette dei vocalizzi o pronuncia delle sillabe, è importante rispondere in modo positivo ed entusiasta. Anche se i suoni non sono ancora chiaramente riconoscibili come parole, è essenziale riconoscere gli sforzi del bambino incoraggiandolo a continuare a fare pratica e abituarlo allo scambio comunicativo
  • leggere libri e raccontare storie è un altro modo per stimolare la capacità di lallare. Le storie e le immagini possono infatti catturare l’attenzione del bambino e incoraggiarlo a produrre dei suoni 
  • creare un ambiente stimolante e ricco di opportunità di apprendimento: giocattoli interattivi (che simulino per esempio versi di animali o rumori), specchi e situazioni che coinvolgono interazioni sociali possono tutti contribuire a incoraggiare la lallazione
  • parlare al bambino sin dai primi giorni di vita: raccontare al neonato ciò che si sta facendo durante la giornata gli permette di associare le parole alle azioni e ai momenti che caratterizzano la sua routine.

Quando preoccuparsi se il bambino non lalla?

↑ top

I primi mesi di vita sono per i bambini un periodo denso di scoperte, nuove conquiste e traguardi da raggiungere, e può capitare che le diverse facoltà non maturino tutte nello stesso tempo. Un bambino potrebbe manifestare uno sviluppo motorio precoce e tardare invece a parlare.

È normale dunque che la lallazione avvenga in tempi diversi da bambino a bambino. È bene tuttavia conoscere le tappe di sviluppo della capacità di linguaggio per rilevare un eventuale ritardo e intervenire per tempo consultando uno specialista.

Intorno ai tre mesi, un bambino:

  • manifesta gioia sorridendo alla mamma e al papà, dimostrando di riconoscerli
  • dimostra di riconoscere la voce della madre
  • inizia a emettere suoni e a fare versi, esplorando le sue capacità vocali
  • risponde con sorrisi o rimanendo in silenzio quando gli si parla, mostrando una forma primitiva di interazione sociale
  • esprime bisogni distinti attraverso un modo diverso di piangere, attivando una prima forma di comunicazione non verbale.

Verso i sei mesi:

  • produce suoni durante il gioco o anche quando è da solo, sperimentando con la propria voce
  • emette una varietà di suoni e balbettii, indicando un progresso nella sua capacità di esprimersi vocalmente
  • utilizza la voce per esprimere disagio o piacere
  • riesce a cogliere le variazioni nel tono di voce degli altri
  • mostra interesse verso la musica, evidenziando una sensibilità alle stimolazioni sonore.

Intorno ai dodici mesi:

  • inizia a imitare i suoni che sente con una certa precisione
  • pronuncia le prime parole, solitamente “mamma” o “papà”
  • fa ciao con la manina
  • riconosce il nome degli oggetti più comuni, indicando una crescente consapevolezza del linguaggio e del mondo circostante
  • comprende istruzioni semplici e risponde ad esse, per esempio si avvicina quando viene chiamato, dimostrando una capacità di comprensione e risposta verbale
  • si volta nella direzione da cui proviene un suono, mostrando un’abilità nel rispondere agli stimoli uditivi.

Prenota una visita ostetrica

Quando consultare uno specialista

↑ top

Può essere dunque opportuno richiedere un consulto medico qualora si verifichino le seguenti condizioni:

  • assenza di reazione agli stimoli sonori nei primi 6 mesi di vita 
  • assenza totale di lallazione o emissioni di suoni vocali entro i primi 12 mesi di vita
  • assenza di altri segni di sviluppo del linguaggio, come comprendere semplici istruzioni o fare tentativi di comunicare attraverso gesti o espressioni facciali