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Pubblicato inSalute

Cosa fare quando si va in iperventilazione?

L’iperventilazione può dipendere da cause di tipo psicologico o più propriamente fisico. Per questa ragione è essenziale svolgere un approfondimento diagnostico, per sapere quale approccio terapeutico sia più opportuno.

iperventilazione, sintomi, cause e cura

Per quanto fastidioso e preoccupante, un episodio di iperventilazione di per sé può essere gestito senza che determini alcuna conseguenza significativa.

L’iperventilazione può avere cause psicologiche, ed essere associata ad esempio ad un disturbo d’ansia generalizzata, un disturbo di panico o ad una fobia specifica. Possono tuttavia esserci anche cause organiche, riconducibili ad infezioni o a patologie polmonari.

Come comportarsi quando si verifica un episodio di iperventilazione? E cosa fare quando le cause non sono psicologiche, e si ha diagnosi di una patologia organica? Risponde il dottor Bruno Andreuzzi, cardiologo del Santagostino.

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Cos’è l’iperventilazione?

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Per iperventilazione si intende un respiro più rapido e profondo rispetto alla norma e alle esigenze dell’organismo.

Con quali sintomi si manifesta?

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Il sintomo tipico è la dispnea, ovvero una sensazione di affanno, di mancanza d’aria. A seconda poi della causa dell’iperventilazione, ci potranno essere altri disturbi associati. Ad esempio:

Qualora non ci sia una causa organica si può parlare di sindrome da iperventilazione, in genere legata all’ansia. in questo caso si associano spesso parestesia, cioè sensazione di formicolio o mancanza di sensibilità agli arti, mal di testa, capogiro, tetania, ovvero contrazioni muscolari.

Quali sono le caratteristiche della sindrome da iperventilazione

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L’eccesso di ventilazione, con aumento della frequenza e della profondità del respiro, porta ad un calo della anidride carbonica nel sangue, che porta alla alcalosi. La conseguenza è una riduzione dell’arrivo di sangue al cervello e, si ipotizza, squilibri nei livelli di calcio nel sangue. Queste potrebbero essere la causa dei capogiri, talora anche svenimenti, e delle contrazioni dei muscoli.

Quali possono essere le cause dell’iperventilazione

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Si possono indicare tre categorie di cause che possono determinare un episodio di iperventilazione:

Come va indagata l’iperventilazione?

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Se si tratta di una situazione fisiologica, naturalmente non è necessaria nessuna indagine. Se l’iperventilazione si verifica durante una fase di ansia o per attacchi di panico, sarà necessaria una valutazione psicologica o psichiatrica. In caso di dubbi, si potrà utilizzare il pulsossimetro, che rivelerà una saturazione di ossigeno anche di 100, invece dei normali 96-97%.

Se invece l’iperventilazione si verifica in momento di tranquillità emotiva, bisogna escludere una causa organica. Si procede con i seguenti passaggi:

  • raccogliere una accurata storia del soggetto, ovvero una anamnesi, e fare una approfondita visita medica, ovvero un esame obiettivo, che in genere permettono di porre una ipotesi di malattia
  • esami di laboratorio, che possono confermare il sospetto. Ad esempio funzione della tiroide, emocromo e PCR per escludere una infezione, D-Dimero per escludere embolia polmonare, enzimi cardiaci e BNP, peptide natriuretico di tipo b, per escludere problemi cardiaci. Poi esami di funzione renale, per escludere una insufficienza renale. Glicemia, per escludere il diabete
  • esami strumentali mirati, come elettrocardiogramma ed ecocardiogramma in caso si sospetti una malattia cardiaca. Radiografia ed eventuale TAC del torace, spirometria nel caso si sospetti una malattia polmonare. Se si sospetta un’embolia polmonare, sarà fatta una angio-TAC polmonare
  • emogasanalisi, ovvero analisi dei livelli di ossigeno, anidride carbonica, bicarbonati, misura del pH, che aiuta molto nella diagnosi differenziale.

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Come si cura l’iperventilazione?

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Se la causa della iperventilazione è organica, va naturalmente curata la malattia che la causa.

Se invece la causa è da ansia, è richiesta una valutazione psicologica o psichiatrica; sarà poi cura del medico proporre una serie di trattamenti per correggere lo stato ansioso. Nell’attacco acuto di sindrome da iperventilazione, talora viene consigliato di respirare in un sacchetto di carta, ma questo non è consigliabile e può essere pericoloso, soprattutto se la causa dell’iperventilazione è anche organica, non solo da ansia.

Meglio cercare di rassicurare con calma il soggetto e chiedergli di: «inspirare lentamente in 4 secondi, trattenere il fiato per pochi secondi ed espirare in 8 secondi». Già dopo 5, 10 di questi cicli respiratori si dovrebbe ottenere un netto miglioramento dei disturbi.

Il metodo migliore di trattamento acuto pare essere la rieducazione respiratoria. A soggetto disteso, gli si chiede di porre una mano sulla pancia ed una sul torace, si deve poi valutare quale mano si muove con maggiore escursione, in caso di sindrome da iperventilazione sarà quella sul torace. A quel punto dovrà cercare di far fare maggiore escursione alla mano sulla pancia, mentre quella sul torace si muoverà appena. Questa tecnica richiede un po’ di allenamento per essere ben appresa e messa in pratica.