L’influenza in arrivo per questa stagione sarà più severa di quella degli anni passati, eppure la copertura vaccinale soprattutto tra le categorie a rischio è ancora troppo bassa. I consigli dello pneumologo per un inverno a prova di virus
↑ topCi stiamo avvicinando alla stagione invernale e con questa all’arrivo dell’influenza, che a causa della sua estrema contagiosità e variabilità antigenica dei virus influenzali rappresenta uno dei più importanti problemi di salute pubblica. Basti ricordare che è la più frequente causa di assenza dal lavoro ed a scuola. L’influenza inoltre è ancora oggi la terza causa di morte per patologia infettiva, preceduta solo da AIDS e tubercolosi.
Il primo strumento di prevenzione per la diffusione della malattia è ancora rappresentato dalla vaccinazione contro il virus influenzale con un duplice obbiettivo:
- protezione individuale: in quanto la risposta immunitaria indotta dalla sua somministrazione protegge il soggetto dalla malattia stessa. Questo è particolarmente importante per quelle persone per cui le complicanze dell’infezione potrebbero essere particolarmente gravi. Per esempio i soggetti sopra i 65 anni ed affetti da particolari malattie (elenco completo delle categorie a rischio contenuto nella circolare ministeriale). Quest’anno i medici di famiglia consigliano la vaccinazione anche per le persone sane tra i 50 e i 60 anni, che a causa della mutazione del virus saranno a breve più colpite dall’influenza.
- protezione della collettività: la vaccinazione, riducendo il numero di malati e la carica virale dei soggetti infetti riduce la diffusione del virus ad altri componenti della collettività e riduce la diffusione interumana del virus. Per questo motivo inoltre è fortemente consigliata la vaccinazione a persone che per attività lavorativa sono particolarmente esposti al contagio: lavoratori della sanità e della scuola, forze di polizia, vigili del fuoco, addetti a particolari tipi di attività come allevatori ,trasportatori di animali vivi (in contatto con animali potenzialmente veicolatori di virus umani).
Purtroppo i dati epidemiologici confermano che la copertura vaccinale,in particolare sopra gli over 65, è in notevole riduzione negli ultimi anni: in Lombardia, secondo i dati del Ministero della Salute l’immunizzazione nel 2015-2016 in questa fascia di età ha raggiunto il 47,7% con un calo di oltre 17 punti rispetto a 10 anni fa, ben lontani dai valori di copertura minimi (75%) ed ottimali (95%) raccomandati dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale per limitare la diffusione del virus.
Gli esperti prevedono che, dopo anni di stagioni miti, l’influenza di quest’anno si presenterà più severa: 6-7 milioni di italiani a letto, contro i meno di 5 milioni della scorsa stagione. Tutto questo fa prevedere un maggior carico di complicanze che porteranno a 11mila morti contro gli 8mila della stagione 2015-16. L’andamento dell’influenza dipenderà inoltre anche dal meteo: se quest’inverno dovesse essere più lungo e freddo, sicuramente si avranno pazienti più influenzati. Se al contrario sarà ancora un inverno mite, saranno più miti anche le conseguenze.
È importante ricordare che ai casi di influenza “vera”, dovuta al virus dell’influenza, ci saranno i casi ancor più numerosi (almeno 10 milioni) dovuta ai virus parainfluenzali che portano sintomi meno intensi e simili a quelli dell’influenza stessa, con un andamento più benigno ed assenza di complicanze
L’influenza di quest’anno sarà caratterizzata dall’azione dei seguenti virus: l’H2A/Hong/Kong, l’H1N1 A /California ed il Virus B/Brisbane costituenti del vaccino trivalente. A complicare le cose può aggiungersi un altro Virus B, il B/Phuket che è inserito nel vaccino quadrivalente (disponbile al Centro Medico Santagostino), che potrebbe garantire una maggior copertura.
Andiamo quindi a farci vaccinare. ricordiamoci che la copertura, prevista per il 70-80% dei casi, inizia due settimane dopo la somministrazione. Prevedendo il picco nel massimo della stagione fredda (dicembre-gennaio) è importante farsi vaccinare entro metà-fine novembre.
La somministrazione del vaccino non ci autorizza a non utilizzare le norme per prevenire la diffusione del virus: lavare frequentemente le mani, mettere la mano davanti alla bocca quando si tossisce o starnutisce. Il freddo sicuramente contribuisce la diffusione a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie, ma non è il freddo a farci ammalare , ma il contagio che avviene soprattutto nei luoghi chiusi e particolarmente affollati.
Una norma che andrebbe applicata è quella di evitare laddove possibile il contatto con le persone affette. È quindi sconsigliabile, per esempio lasciare ai nonni ultrasessantacinquenni i bambini che restano a casa perché hanno preso l’influenza.
Per quanto riguarda la terapia è fondamentale il riposo a letto a casa. Chi continua ad andare in giro ed al lavoro nonostante l’influenza contagia gli altri, non guarisce e va incontro a complicanze come bronchiti e polmoniti.
La terapia deve essere solo sintomatica, con antipiretici, calmanti della tosse, sintomatici per i dolori e la diarrea. Per l’influenza l’antibiotico non serve .Va somministrato dal medico nel caso in cui sospetti una complicanza.
Attenzione: l’abuso di terapia antibiotica, oltre a poter dare luogo a effetti collaterali, sta creando un problema di salute pubblica: l’insorgenza di resistenza agli antibiotici.