- Che benefici hanno i datteri?
- Quanti datteri si possono mangiare in un giorno?
- Quando non mangiare i datteri?
Il dattero è un frutto originario di zone climaticamente molto calde che cresce tutto l’anno, in particolare in Nord Africa e nel Mediterraneo Sud-orientale, come anche nella Penisola Arabica.
Si tratta di un frutto con un alto potenziale calorico dovuto ad una presenza piuttosto consistente di zuccheri, che ha parimenti un quantitativo molto basso, anche per un frutto, di proteine.
Questo lo rende un alimento che può essere inadatto per chi sta seguendo un regime alimentare ipocalorico, mentre è particolarmente indicato come spuntino per individui che abbiano necessità di un alto quantitativo di energia immediatamente disponibile.
Con la dott.ssa Natascia Badolato del Santagostino, scopriamo tutte le proprietà dei datteri e quali benefici apportano, così come alcune precauzioni da tenere in considerazione.
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Che benefici hanno i datteri?
↑ topPrima di tutto quando parliamo di datteri, intendiamo i datteri freschi. Specialmente in regime dietetico ipocalorico, o maggior ragione nei casi di diabete, è opportuno evitare i datteri essiccati o quelli ripieni.
Questi ultimi possono contenere ulteriori zuccheri rispetto a quelli naturali; ma anche quando non sono addizionati – a causa della ridotta quantità di acqua presente al loro interno rispetto al frutto fresco – presentano una densità calorica molto più alta.
E il dattero ha già di per sé parecchie calorie. In 100 grammi di prodotto troviamo 250 – 300 kcal.
A parte questo i datteri hanno molti folati, che migliorano il sistema immunitario. Servono anche anche nei processi di costruzione degli amminoacidi, i componenti fondamentali delle proteine.
I datteri favoriscono in qualche modo la crescita dei tessuti all’interno dell’organismo.
Contengono poi varie vitamine:
- vitamina A, importante per la vista e la protezione delle mucose
- vitamina K, importante per i processi di coagulazione del sangue
- vitamine del gruppo B, che regolano i processi metabolici
Nei datteri sono inoltre presenti i tannini, polifenoli di origine vegetale, che svolgono una funzione antiemorragica, antinfiammatoria e antiossidante.
Sono frutti e quindi apportano fibre, utili per la motilità intestinale, per ridurre l’assorbimento dell’LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo, a favore invece dell’HDL, o colesterolo buono.
Inoltre le fibre sono responsabili di un certo senso di sazietà che può aiutare gli individui che stiano affrontando un percorso di ricomposizione corporea o dimagrante. Anche se, va ripetuto, che dato l’apporto calorico notevole dei datteri, non sono il frutto più indicato in questi casi.
I datteri apportano un buon quantitativo di potassio, fondamentale per la salute cardiovascolare dell’organismo. Questa caratteristica è di aiuto per le persone che soffrono di pressione alta, bisogna però sottolineare che il consumo di datteri non può essere considerato un’alternativa all’utilizzo di farmaci appositi prescritti dal medico curante.
Infine, la polpa del dattero è ricca di magnesio, minerale coinvolto in centinaia di processi biochimici nel nostro organismo, legati al metabolismo energetico, alle funzioni di nervi e muscoli e a molti altri meccanismi.
I datteri sono formati quasi integralmente da carboidrati complessi, mentre sono molto poveri di proteine. Questo li rende adatti a persone che abbiano problemi di insufficienze renali o di iperuricemia (acido urico alto), in cui si tende a ridurrel’apporto proteico.
Quanti datteri si possono mangiare in un giorno?
↑ topIl quantitativo giornaliero di datteri consigliato ad individui sani, senza particolari problemi di glicemia è di non più di 40 grammi al giorno. 40 grammi di datteri freschi corrispondono a circa 3 o 4 frutti al massimo.
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Quando non mangiare i datteri?
↑ topDato l’apporto calorico molto alto il dattero va consumato con moderazione, e meglio se sotto supervisione medica in alcuni casi. In particolare può essere consigliato evitarlo nei regimi alimentari ipocalorici per individui che desiderino perdere peso.
Nel caso di pazienti che soffrono di diabete, per quanto non sia vietato consumarlo, è preferibile farlo solo ed esclusivamente dopo aver consultato il proprio medico, che valuterà ogni caso individualmente.