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Pubblicato inSalute

Cosa sono i bisogni educativi speciali o BES

I Bisogni Educativi Speciali o BES includono condizioni di diverso tipo e riguardano tutti quegli studenti che hanno necessità di attenzione particolare durante il percorso scolastico.

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I Bisogni Educativi Speciali (BES) indicano necessità di attenzione particolare che hanno alcuni studenti durante il percorso scolastico. Questi possono includere condizioni di diverso tipo, come disturbi specifici dell’apprendimento e deficit motori o cognitivi.

La dottoressa Francesca Grotta, psicologa clinica e neuropsicologa dello sviluppo del Santagostino, offre una breve guida all’argomento, spiegando cosa sono i BES, per quali disturbi sono richiesti e come riconoscere i ragazzi che devono beneficiarne. 

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Che cosa sono i Bisogni Educativi Speciali?

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Innanzitutto, è bene specificare che i Bisogni Educativi Speciali (BES) non sono una diagnosi ma un “contenitore” in cui, a vario titolo, rientrano gli studenti che necessitano di attenzione particolare durante il loro percorso scolastico per difficoltà temporanee o permanenti. Questa condizione può essere certificata da un’equipe medica multidisciplinare, o può essere attivata autonomamente dalla scuola nel caso in cui ritenga opportuno tutelare un alunno che manifesta determinate difficoltà. 

I BES vengono formalmente istituiti nel 2012 attraverso la direttiva ministeriale “Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.

Prima di questa data, il percorso di apprendimento poteva essere personalizzato solo ai sensi della legge 104/92, indirizzata agli studenti con disabilità accertata o con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) certificati. Tutte le altre categorie di studenti non potevano avere alcun programma specifico. La conseguenza diretta era che molti di questi bambini o ragazzi con difficoltà non erano tutelati in maniera adeguata, incontrando notevoli problematiche durante il percorso scolastico. 

Quali sono i bisogni speciali? Come si classificano?

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La normativa BES introduce misure dispensative e strumenti compensativi per quegli studenti che non rientrano nelle categorie sopracitate, ma che presentano comunque problemi di apprendimento. La direttiva ministeriale del 2012 individua tre macroaree che riguardano i Bisogni Educativi speciali. Questi sono:

  • DES (Disturbi Evolutivi Specifici)
  • Disabilità cognitive e motorie
  • DAA (Disturbo Aspecifico dell’Apprendimento)
  • Disturbi che derivano da condizioni socio-economiche, culturali e linguistiche.

Entriamo nel dettaglio e vediamo ciascuna di queste categorie più approfonditamente. 

DES (Disturbi Evolutivi Specifici)

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I DES (Disturbi Evolutivi Specifici) sono disturbi che vengono diagnosticati da medici specialisti (privati o del Sistema Sanitario Nazionale) e che includono, tra gli altri, i DSA e i bambini certificati ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività). Rientrano in questa categoria:

  • Dislessia
  • Disortografia e disgrafia
  • Discalculia
  • ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività)
  • Autismo
  • FIL (Funzionamento Intellettivo Limite).

Si tratta di condizioni patologiche che esordiscono nell’età dello sviluppo, per cui la scuola, una volta ricevuta la diagnosi, è tenuta a redigere un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per ogni studente. L’attribuzione dell’insegnante di sostegno è da valutare di caso in caso anche se, più facilmente, alcune categorie diagnostiche di solito non necessitano della figura del sostegno (es. DSA).

Disabilità cognitive e motorie

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Si tratta di quelle condizioni che fanno riferimento alla legge 104/92. Anche le disabilità cognitive e motorie richiedono una diagnosi specifica da parte di medici specialisti o dal Servizio Sanitario Nazionale. Di solito, per gli alunni che presentano disabilità cognitive e motorie, è prevista l’assegnazione di un insegnante di sostegno e l’elaborazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI).

Disturbi che derivano da condizioni socio-economiche, culturali o linguistiche

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I bambini che rientrano in questa categoria mostrano difficoltà relazionali, comportamentali e/o di integrazione con la cultura italiana. Queste problematiche possono essere segnalate dalla scuola nel momento in cui si accorge di un conseguente deficit di apprendimento, o da parte dei servizi sociali.

Se le difficoltà che derivano da queste condizioni sono tali da interferire con il normale funzionamento scolastico, è possibile l’assegnazione di un’insegnante di sostegno e/o di un educatore scolastico oltre che l’elaborazione di un PDP. 

DDA (Disturbo Aspecifico dell’Apprendimento)

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Il DDA consiste in problemi di apprendimento relativi a:

  • Una riduzione delle capacità cognitive che quindi non consentono l’acquisizione di strumentalità di apprendimento funzionali
  • Patologie di diverse natura o sindromi genetiche come la sindrome di Down, di Williams, o X-Fragile
  • Condizioni psicologiche-emotive
  • Plus dotazione cognitiva.

Gli alunni che rientrano nella categoria della plusdotazione cognitiva hanno delle capacità cognitive significativamente superiori alla norma. Ciononostante, questi ragazzi hanno comunque bisogno di un percorso didattico personalizzato, per essere stimolati nel modo giusto. I ragazzi particolarmente dotati, infatti, sono spesso incompresi e finiscono per essere emarginati e isolati, con conseguenti disagi psicologici e sociali. Anche questo tipo di difficoltà può essere segnalato dalla scuola e dai servizi sociali.

Qual è la differenza tra BES e DSA?

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Anche se i DSA rientrano nei BES, tuttavia, è opportuno precisare che non si tratta della stessa cosa. Non tutti i ragazzi che soffrono di DSA hanno bisogni educativi speciali. E viceversa, non tutti i bambini con bisogni educativi speciali soffrono anche di Disturbi specifici dell’Apprendimento. 

Un BES non richiede obbligatoriamente una diagnosi per procedere con i provvedimenti appositi, mentre per i DSA è necessario un certificato emesso dall’ASL, o dai centri privati autorizzati dalla ASL, che attesti la presenza del disturbo. La scuola, nel caso di DSA non ha alcuna discrezionalità nell’adozione di una didattica personalizzata dal momento che vi è obbligata, diversamente da quanto avviene nei casi di BES.

Come riconoscere i Bisogni Educativi Speciali?

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Per individuare un BES, come detto in precedenza, è necessaria una diagnosi esatta da parte di un’equipe composta da psicologo, logopedista e neuropsichiatra infantile. Di solito, gli alunni che manifestano fragilità scolastiche vengono inviati dalla scuola a effettuare un approfondimento diagnostico. Tuttavia, è possibile notare nei bambini alcuni comportamenti che possono essere la spia di un BES, per esempio:

  • Difficoltà di concentrazione
  • Irrequietezza motoria
  • Difficoltà di comprensione del testo
  • Difficoltà linguistiche
  • Lettura lenta e molto scorretta
  • Difficoltà a eseguire esercizi semplici di scrittura
  • Fatica a ricordare le prime nozioni di matematica
  • Difficoltà nello svolgimento dei compiti a casa.

Questi piccoli suggerimenti possono rivelarsi preziosi ed evitare che gli insegnanti si fermino alle prime impressioni, giudicando un bambino con BES semplicemente svogliato.

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Chi decide se un alunno è BES?

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In generale, l’attribuzione di Bisogni Educativi Speciali è il frutto di una decisione congiunta presa da scuola, famiglia e servizi medici e sociali. Nello specifico, come detto sopra, la scuola può attivare autonomamente un piano didattico personalizzato per un BES che viene riscontrato dalle insegnanti. In alternativa, la famiglia, autonomamente o su consiglio della scuola, può rivolgersi alle neuropsichiatrie infantili presenti sul territorio (UONPIA) o a centri privati riconosciuti dall’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) per effettuare una valutazione più approfondita.