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Pubblicato inGenitori

Tumore al seno, oncologi: fondamentale ruolo dei test genomici

Due recenti congressi internazionali hanno ribadito l’importanza dei test che permettono di individuare i casi in cui è possibile evitare la chemioterapia

In Italia le donne che vivono dopo la diagnosi di tumore al seno sono aumentate del 43% in dieci anni (da 581.373 nel 2010 a 834.154 nel 2020). Un traguardo importante, raggiunto grazie a diagnosi precoce e progressi nelle terapie.

Per ottenere risultati ancora maggiori, gli oncologi hanno ribadito il ruolo essenziale dei test genomici, che permettono di individuare i casi nei quali è possibile non ricorrere alla chemioterapia. Teatro di queste riflessioni sono stati due recenti congressi internazionali.

«In Italia, nel 2020, sono stati stimati quasi 55mila casi di tumore della mammella e la sopravvivenza a 5 anni raggiunge l‘87%», ha affermato Francesco Cognetti, Presidente Fondazione Insieme contro il Cancro e Direttore Oncologia Medica Regina Elena di Roma, nell’ambito del congresso internazionale Sharing Progress in Cancer Care.

Una distanza da colmare

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L’Italia deve colmare un considerevole ritardo rispetto a Germania, Regno Unito, Spagna e Grecia. Una distanza da superare anche rispetto alle indicazioni contenute nelle più importanti linee guida delle società scientifiche. I test genomici, gratuiti in quasi tutta Europa, nel nostro paese sono rimborsabili solo in tre regioni (Lombardia, Toscana e PA Bolzano). Questi test identificano, per le donne affette da tumore al seno, i casi di reale utilità della chemioterapia.

«Un obiettivo molto importante dal punto di vista clinico, sociale ed economico. Bisogna infatti considerare sia i costi diretti della chemioterapia che quelli indiretti, legati alla mancata produttività conseguente a trattamenti debilitanti», ha ribadito Cognetti.

L’impatto sulla qualità della vita

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«La St Gallen International Breast Cancer Conference certifica ogni anno i più rilevanti avanzamenti nel trattamento del carcinoma della mammella», ha spiegato Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

«Quest’anno 70 esperti internazionali hanno posto il consenso sul ruolo fondamentale dei test genomici nella maggior parte delle donne in postmenopausa. Si tratta di pazienti con carcinoma della mammella in stadio iniziale con linfonodi positivi».

Casi in cui è possibile evitare la chemioterapia con un «enorme impatto sulla qualità di vita, perché permette di risparmiate inutili tossicità», ha concluso l’oncologo.

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