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Pubblicato inSalute

La tiroide: tutto quello che c’è da sapere

La tiroide è una ghiandola piccola, ma il suo funzionamento influenza tutto l’organismo. Dal peso alla memoria, dal cuore all’alimentazione, scopriamo a cosa serve e cosa succede se non funziona correttamente.

tiroide

Tiroide: ne sentiamo parlare spesso, ma non ci prestiamo attenzione fino a quando “qualcosa non va”.

Cosa succede a chi ne soffre? Scopri come questa ghiandola influisce sul benessere fisico ed emotivo della persona.

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Cos’è la tiroide e dove si trova?

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La tiroide è una ghiandola endocrina di piccole dimensioni posta alla base del collo, nella porzione anteriore. Il suo compito è quello di produrre gli ormoni tiroidei: tiroxinaT4 e triiodotironinaT3

La tiroide rilascia gli ormoni tiroidei nel sangue dietro comando dell’ormone tireostimolante (TSH) prodotto da un’altra ghiandola, l’ipofisi. Quest’ultima riduce o incrementa il rilascio di TSH, in relazione all’aumentare o al decrescere dei livelli di ormoni tiroidei che circolano nel sangue.

A cosa serve?

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Gli ormoni tiroidei sono fondamentali per la vita e regolano alcune funzioni importanti per la salute, tra cui:

  • Metabolismo
  • Attività cardiaca
  • Sviluppo del sistema nervoso centrale
  • Crescita corporea
  • Digestione
  • Fertilità

La tiroide secerne inoltre l’ormone calcitonina, che contribuisce al mantenimento della massa ossea stimolando la fissazione del calcio nelle ossa.

Alterazioni dei livelli di T4 e T3 evidenziano un funzionamento eccessivo (ipertiroidismo) o insufficiente (ipotiroidismo) della tiroide. Le alterazioni di TSH possono indicare una predisposizione della tiroide a funzionare male o una malattia dell’ipofisi.

Come si capisce se si soffre di tiroide?

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I segnali che devono indurre a controllare la tiroide sono:

  • Modificazioni del peso, non giustificabili con cambiamenti dell’alimentazione e dell’attività fisica
  • Tachicardia e tremori
  • Difficoltà di memoria e concentrazione
  • Dolore o gonfiore nella parte anteriore del collo

Che problemi può portare la tiroide?

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Quando la tiroide produce troppi o troppo pochi ormoni tiroidei, si manifestano delle patologie che possono influenzare significativamente la qualità della vita.

Ipertiroidismo: quando è troppo attiva

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L‘ipertiroidismo è una condizione in cui la tiroide produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei. Ciò può causare una serie di sintomi, tra cui:

  • Aumento del metabolismo: perdita di peso involontaria, sudorazione eccessiva, intolleranza al calore, aumento dell’appetito.
  • Alterazioni del sistema nervoso: nervosismo, irritabilità, ansia, insonnia, tremori.
  • Problemi cardiaci: palpitazioni, battito cardiaco accelerato, aritmie.
  • Problemi digestivi: diarrea, aumento della frequenza delle feci.
  • Alterazioni oculari: occhi sporgenti (esoftalmo), arrossamento e lacrimazione.

Una delle cause più comuni di ipertiroidismo è la malattia di Graves, un disturbo autoimmune che stimola in modo eccessivo la tiroide. Altre cause possono essere i noduli tiroidei iperfunzionanti o l’assunzione eccessiva di iodio.

Ipotiroidismo: quando è poco attiva

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L’ipotiroidismo è caratterizzato da una produzione insufficiente di ormoni tiroidei. I sintomi più comuni includono:

  • rallentamento del metabolismo: aumento di peso, stitichezza, intolleranza al freddo.
  • Stanchezza e affaticamento: sensazione di stanchezza cronica, difficoltà a concentrarsi.
  • Pelle secca, capelli fragili e sottili, unghie fragili.
  • Voce rauca: a causa di un gonfiore alle corde vocali.
  • Depressione: alterazioni dell’umore e tendenza alla depressione.

Le cause più comuni di ipotiroidismo sono le malattie autoimmuni che distruggono gradualmente la tiroide. Altre cause possono essere la carenza di iodio o l’assunzione di alcuni farmaci.

Noduli tiroidei

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Formazioni solide o cistiche che si sviluppano all’interno della ghiandola tiroidea.
I noduli tiroidei possono essere rilevati dal medico o dal paziente toccando il collo oppure diagnosticati mediante esami ecografici o tomografici.

L’ecografia permette di determinare le dimensioni e la natura dei noduli, andando a verificare se siano solidi e compatti oppure pieni di liquido (noduli cistici).
Nel 95% dei casi si tratta di noduli benigni, ma alcuni possono essere cancerosi.

. Generalmente un nodulo ha una probabilità più alta di essere maligno quando:

  • è solido e non cistico
  • ​​È duro al tatto
  • Non rilascia ormoni tiroidei
  • Cresce rapidamente
  • Compare in un uomo

I noduli che risultano sospetti devono essere sottoposti a prelievo citologico mediante agoaspirato.
Per convivere tranquillamente con un nodulo è quindi necessario sottoporsi ad alcune valutazioni per escludere che questo non sia maligno, che non comporti un ipertiroidismo e che non schiacci la trachea o l’esofago. Il primo esame che va effettuato è l’ecografia tiroidea.

Gozzo

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Un aumento del volume della tiroide, che si manifesta con un rigonfiamento sul collo. Quando l’ingrossamento è considerevole, può arrivare a comprimere organi circostanti e compromettere la respirazione o la deglutizione. 

Il gozzo può essere:

  •  diffuso, quando l’alterazione volumetrica interessa l’intera tiroide, che appare liscia al tatto
  • nodulare, quando compaiono dei noduli che rendono la superficie della tiroide irregolare

Tiroidite

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Tra gli stati patologici che possono coinvolgere la tiroide vi è la tiroidite, vale a dire un’infiammazione della ghiandola. Quest’ultima può essere provocata da un’infezione virale, ma più spesso è scatenata da una malattia autoimmune, che induce l’organismo ad attaccare le cellule tiroidee.

La forma di tiroidite autoimmune più comune è la tiroidite di Hashimoto, che colpisce maggiormente le donne e rappresenta la causa più frequente di ipotiroidismo.
La patologia si manifesta con una sintomatologia che comprende disturbi quali:

  • ingrossamento della ghiandola, con una consistenza irregolare e talvolta un aspetto nodulare
  • Sensazione di pienezza all’interno del collo
  • Sensibilità al freddo e spossatezza (quando associata a ipotiroidismo)
  • Intolleranza verso il caldo, nervosismo e palpitazioni (se associata a ipertiroidismo)

In questo caso la terapia indicata per questo genere di patologia è l’assunzione dell’ormone tiroideo sostitutivo.

Che esami fare?

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Se si sospetta di avere un problema alla tiroide, il medico prescrive degli esami del sangue che comprendono il dosaggio di tsh e ft4 e degli anticorpi anti tireoperossidasi, e l’esecuzione di una ecografia alla tiroide

I valori di TSH risultano alti se quest’ultimo deve compensare una ridotta funzionalità della tiroide, e bassi se, al contrario, recedono a fronte di una iperattività tiroidea.

In base a quanto emerso dall’ecografia lo specialista endocrinologo può consigliare ulteriori accertamenti.

Il test di captazione dello iodio radioattivo è un esame che permette di indagare la morfologia della tiroide e di individuare eventuali anomalie. Si tratta di una scintigrafia con cui si inietta nel sangue una piccola quantità di materiale radioattivo (solitamente iodio o tecnezio) che va a concentrarsi nella tiroide. 

La tiroide assorbe lo iodio radioattivo sulla base del suo grado di funzionamento. Ciò significa che la scintigrafia consente di accertare se la funzionalità di un’area specifica della tiroide sia nella norma, oppure se sia maggiore o minore rispetto al resto della ghiandola.

Nel caso si sospetti una patologia autoimmune a carico della tiroide, sarà necessario eseguire altri esami del sangue più specifici che vadano alla ricerca degli anticorpi antitiroidei: anti tireoglobulina (AbTG) e anti tireoperossidasi (AbTPO).

La tiroide e gli alimenti

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L’alimentazione gioca un ruolo importante nel benessere della tiroide. Alcuni alimenti possono influenzare la produzione degli ormoni tiroidei o l’assorbimento dei farmaci utilizzati per trattarne i disturbi.

Lo iodio è il nutriente fondamentale per il buon funzionamento della tiroide: quest’ultima se ne serve infatti per produrre gli ormoni tiroidei. La maggior parte delle persone, sia sane che affette da problemi alla tiroide, devono assumere la dose raccomandata di iodio.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ne raccomanda il seguente apporto quotidiano:

  • 150 mcgr negli adulti e adolescenti
  • 90 mcgr nei bambini
  • 250 mcgr nelle donne incinte

Il consumo quotidiano di sale iodato consigliato è di 3 gr.
Anche i cibi noti come gozzigeni, vale a dire capaci di interferire nel metabolismo dello iodio, possono essere consumati da chiunque nell’ambito di una dieta varia e con un adeguato apporto di tale minerale. È stato accertato infatti che la loro azione anti-iodio è trascurabile e diventa rilevante solo nei casi di carenza iodica.

Tra i cibi gozzigeni indichiamo:

  • Verza, broccoli, cavoli
  • Soia
  • Spinaci
  • Lattuga
  • Pesce e crostacei
  • Arachidi
  • Fragole
  • Uova
  • Latticini

La tiroide influisce sulla memoria?

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Gli ormoni tiroidei sono fondamentali per il mantenimento delle funzioni cerebrali. Le persone con bassi livelli di ormoni tiroidei possono accusare sintomi quali:

Le persone con elevati valori di ormoni tiroidei soffrono invece di disturbi d’ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione e di memoria

La tiroide influisce sul cuore?

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Gli ormoni rilasciati dalla tiroide sono fondamentali per la normale funzione cardiaca e influiscono sia sui battiti cardiaci che sul lavoro del cuore. Anche alterazioni significative di TSH possono avere effetti sul cuore, per cui sia le persone ipertiroidee che quelle ipotiroidee possono avere problemi cardiologici. 

In alcuni casi le patologie cardiache causate da ipotiroidismo e ipertiroidismo non sono guaribili curando solo la malattia della tiroide.

Lo stress psicologico influenza la tiroide?

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Lo stress psicologico è stato correlato con alcune malattie tiroidee immunologiche come il Morbo di Basedow e la tiroidite post partum. I dati scientifici ad oggi disponibili non sono però sufficienti a chiarire le dinamiche e i rapporti causa-effetto di questa correlazione.

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È utile lo screening?

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Lo screening è utile per diagnosticare precocemente le malattie della tiroide, prima che causino sintomi o determinino conseguenze sulla salute generale della persona. Dovrebbero sottoporsi allo screening per le malattie della tiroide:

  • Persone con parenti di I grado con una malattia alla tiroide
  • Donne in gravidanza
  • Bambini con rallentamento della crescita
  • Obesi, diabetici, cardiopatici e dislipidemici
  • Persone con patologie autoimmuni
  • Pazienti con problemi cognitivi e di memoria
  • Persone con osteoporosi