Iniziare una dieta spesso significa “eliminare“ un elenco molto lungo di alimenti, tra cui il sale. Ma è difficile cucinare in modo leggero e ottenere portate gustose e soddisfacenti, soprattutto quando si riduce un elemento così importante sia perché esalta i sapori, sia perché necessario per la salute.
Parleremo quindi di riduzione e non eliminazione del sale, con aumento (e non abuso) di altri esaltatori di sapidità: le spezie, che con il loro aroma spiccato sono adatte per insaporire i piatti, riducendo l’utilizzo di sale. Questi alimenti però sono importanti non solo per le proprietà aromatizzanti o conservative ma anche per scopi medicinali.
Già nell’antichità infatti erbe e spezie erano ampiamente utilizzate in cucina ed erano ritenute importantissime per la cura della salute.
Il potere salutistico delle spezie non è indagabile nemmeno attraverso la tabella nutrizionale presente sulle etichette degli alimenti che si acquistano al supermercato: in tabella, infatti, si trovano soltanto i macronutrienti, questo porta il consumatore a focalizzarsi solo su calorie e grassi, senza tenere conto che gli alimenti contengono molto di più.
Una scienza definita nutraceutica, dalla fusione dei due termini che compongono la disciplina: nutrizione e farmaceutica, indaga proprio le caratteristiche benefiche nascoste degli alimenti. “Nutraceutico” è dunque un alimento dotato di una valenza terapeutica preventiva. Le erbe officinali e le spezie contengono dei principi attivi che hanno un effetto benefico sulla salute. I principi attivi contenuti nelle spezie sono prodotti dalla pianta per difendersi dagli agenti patogeni. Ma ora analizziamo più a fondo alcune delle loro proprietà:
– Alloro: può avere un’azione digestiva, carminativa (toglie l’aria che si è accumulata nello stomaco e nell’intestino e lenisce i dolori da essi derivanti), espettorante e antinfiammatoria;
– Aglio: oltre ad essere ipotensivo, ha un elevato potere digestivo in casi in cui non sia presente un reflusso gastroesofageo ed espettorante, utile quindi nei mesi invernali;
– Basilico: contiene ferro, calcio, potassio, vitamina A, folati e vitamina C, drena i liquidi corporei e migliora la funzionalità digestiva;
– Cannella: antisettica e digestiva, usata nella cucina del Nord Europa anche per le sue proprietà carminative;
– Coriandolo: usato in molto nella cucina del Sud America, è un buon rimedio naturale contro coliche addominali, difficoltà digestive e gonfiore;
– Curcuma: una delle spezie più studiate negli ultimi anni per le sue proprietà antitumorali grazie alla presenza di curcumina, mediante meccanismi antinfiammatori e antiossidanti. Oltre a queste proprietà, la curcuma rende anche la pelle più luminosa e sana. Un recente studio condotto dall’Università della California e pubblicata sull’American Journal of Geriatric Psychiatry delinea la Curcuma, ingrediente base del curry, come un potente fattore di miglioramento per la memoria.
– Salvia: ricca di Calcio, Potassio, Vitamina A, è ipoglicemizzante e digestiva;
– Peperoncino: è ricco in provitamina A e vitamina C ed è fonte di vitamina B2, B3 e potassio. Oltre ai già noti benefici per l’apparato cardiovascolare e la circolazione del sangue, ha proprietà antisettiche, digestive, migliora la salute della pelle e delle mucose, protegge le cellule dallo stress ossidativo. Inoltre, secondo studi recenti, contribuisce a ridurre il senso di fame;
– Zafferano: è un forte antiossidante, analgesico e potenzia la risposta immunitaria, utile per i reumatismi e la gotta, recenti studi inoltre stanno dimostrando una sua azione protettiva sul cervello e sulla memoria con una potenziale riduzione del rischio di insorgenza di queste patologie degenerative;
– Zenzero: potere digestivo e antinfiammatorio, utile per ridurre la nausea, soprattutto se associato ad acqua tiepida e limone;
Alla luce dell’allarme dato dall’OMS in questi giorni sulla sempre più diffusa resistenza dei batteri agli antibiotici, l’impiego di oli essenziali antisettici contenuti nelle spezie potrebbe essere la soluzione per combattere le infezioni con riduzione dell’utilizzo di antibiotici. Si aprono quindi nuovi scenari che potrebbero migliorare la nostra vita e la nostra salute futura.