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Pubblicato inGenitori

La sesta malattia

La sesta malattia è una delle malattie esantematiche più frequenti in età pediatrica. È una condizione che in genere non deve destare preoccupazione. Vediamo perché.

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La sesta malattia è una patologia di origine virale che colpisce in particolare neonati e bambini entro i 3 anni di età, con un picco di frequenza verso i 9 mesi. Si tratta di una patologia molto comune, che si manifesta con sintomi e segni caratteristici.

Insieme alla dott.ssa Daniela Callegari, pediatra del Santagostino, vediamo di cosa si tratta, come riconoscerla e quali sono le cure.

Che cos’è la sesta malattia?

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La sesta malattia (o roseola infantum) è una malattia esantematica caratterizzata da una tipica eruzione cutanea detta appunto esantema. Insorge soprattutto in età pediatrica, in seguito alla scomparsa di una febbre di qualche giorno.

Il virus che causa questa infezione appartiene alla grande famiglia dei virus dell’herpes: si tratta del tipo 6B. Per questo, la sesta malattia si indica con la sigla HHV-6. Esistono due varianti della sesta malattia:

  • variante A, più frequente in Oriente
  • variante B, più comune nel mondo occidentale.

Dopo la malattia, il bambino è immunizzato da possibili futuri contagi, dunque, di norma non è possibile ammalarsi una seconda volta, eccetto nel caso di pazienti immunodepressi.

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Come si contrae la sesta malattia?

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La sesta malattia è una malattia infettiva molto diffusa nella popolazione, che si trasmette per via rinofaringea (tosse e starnuti che portano all’inalazione di goccioline di saliva o secrezioni respiratorie) o tramite il contatto con oggetti contaminati. A trasmetterla al bambino sono di solito i genitori. Spesso l’adulto che la contrae diventa un portatore sano e, quindi, un potenziale trasmettitore.

Nei primi 6 mesi di vita, il neonato è protetto dagli anticorpi ricevuti dalla madre attraverso la placenta. Ma una volta finito questo periodo, le difese del sistema immunitario si esauriscono e il piccolo è esposto all’infezione.

Come si fa a riconoscere la sesta malattia? Sintomi e segni

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La sesta malattia si sviluppa in due fasi principali: una fase pre-esantematica e una successiva fase esantematica.

Durante il periodo pre-esantematico, che dura dai tre ai cinque giorni, si manifestano i seguenti sintomi:

Quando la febbre svanisce, ha inizio il periodo esantematico con la comparsa dell’esantema. Questo ha un colorito rosa tenue e si presenta con piccole macchie di 2 o 3 millimetri talvolta circondate da un alone più chiaro, che si diffondono su tronco e collo e raramente si estendono a viso, mani e piedi. All’eruzione cutanea possono associarsi irritabilità e dolori articolari e muscolari.

Diagnosi

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La diagnosi è solitamente basata sull’osservazione clinica dei sintomi. Quando l’esantema non è presente e la sintomatologia è la stessa delle tante malattie virali che colpiscono i bambini nei primi anni di vita (febbre alta, mal di testa, agitazione, gola e orecchie rossi), la diagnosi non è di sesta malattia, ma di patologia virale delle alte vie respiratorie.

Per un’eventuale diagnosi differenziale con altre malattie esantematiche, è necessaria la ricerca del virus tramite analisi ematiche. Tuttavia, vista la natura benigna della patologia, di rado vengono eseguiti esami diagnostici o di laboratorio.

I bambini che presentano la malattia possono presentare un aumento del livello dei globuli bianchi nel sangue, che rientrano nella norma nel tempo di circa una settimana, dopo la malattia.

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Esantema tipico della sesta malattia

Sesta malattia da adulti

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La sesta malattia negli adulti è decisamente rara. Come già detto, infatti, nella maggior parte dei casi la malattia si prende nell’infanzia, e questo garantisce l’immunità da nuovi contagi. 

In genere, dopo che una persona ha contratto l’infezione della sesta malattia, il virus si insedia nei linfociti e nelle ghiandole salivari. Per questo, abbiamo visto, molti adulti sono portatori sani ed è possibile che ne soffrano nuovamente. In questo caso, però, il decorso prevede solo una febbre alta e sintomi generici, ma non la comparsa dell’esantema.

In caso di gravidanza, non ci sono rischi segnalati in letteratura. Anche in questo caso, bisogna aspettare che la malattia faccia il suo corso ed eventualmente tenere sotto controllo la febbre con i farmaci specifici, consentiti durante la gestazione.

Complicazioni

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La sesta malattia tende a risolversi spontaneamente nell’arco di breve tempo, senza complicazioni. Tuttavia, in casi rari, soprattutto nei bambini predisposti o più sensibili, possono verificarsi convulsioni febbrili, scatenate dall’elevata temperatura corporea. Durante una crisi convulsiva, il bambino può manifestare perdita di coscienza, irrigidimento e tremore degli arti.

In questi casi è consigliabile contattare il pronto soccorso se il bambino presenta convulsioni per la prima volta, se la crisi dura oltre cinque minuti o se appaiono segni di disorientamento, confusione o perdita di coscienza.

In rari casi, sono state riportate complicazioni più gravi come meningoencefalite o epatite.

Nei soggetti con sistema immunitario indebolito, possono insorgere infezioni polmonari o encefalite.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla sesta malattia?

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La sesta malattia ha un periodo di incubazione che normalmente dura da 5 a 15 giorni.

La durata della febbre può variare dai 3 ai 7 giorni, mentre l’eruzione cutanea permane per un periodo variabile che va da poche ore ad alcuni giorni.

Come si cura?

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Come per tutte le forme virali, l’unica cura è la pazienza. Bisogna aspettare che la patologia faccia il suo decorso, perché non esiste un farmaco mirato. L’unica cosa che si può fare è tenere sotto controllo la febbre per dare un po’ di sollievo al bambino attraverso un farmaco antipiretico (paracetamolo, ibuprofene). Di fondamentale importanza è invece la riduzione del rischio di disidratazione del bambino, incoraggiandolo a bere molta acqua, oppure del brodo.

Gli antibiotici non sono utili per il trattamento, dal momento che l’origine del virus è virale e non batterica. È da evitare la somministrazione di aspirina, associata all’insorgenza della sindrome di Reye, una condizione potenzialmente mortale. 

Per quanto riguarda la routine del neonato, non ci sono problemi nel fargli il bagnetto anche quando è ammalato e si può portare fuori per un eventuale trasporto, ad esempio dal medico, ma è meglio evitare di portarlo a passeggio. Nel caso del neonato, l’allattamento al seno non deve essere interrotto. 

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Prevenzione

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Attualmente, non esiste alcuna vaccinazione né terapia antivirale per prevenire la sesta malattia. Alcune raccomandazioni, però, possono essere utili per evitare la diffusione del contagio, per esempio:

  • lavarsi le mani adeguatamente
  • tossire e starnutire nei fazzoletti, buttandoli subito dopo
  • non condividere piatti e posate.