- Quando si può parlare di dolore cronico?
- Differenze tra dolore cronico e dolore acuto
- Quali sono i principali dolori cronici nell’anziano?
- Ci sono sintomi in correlazione al dolore cronico in un anziano?
- Valutazione del dolore, non solo cronico, nell’anziano
- Come si può curare il dolore cronico?
- Gestione del dolore cronico, nell’anziano, con terapia multimodale
- Terapia psicologica con approccio cognitivo-comportamentale
Il dolore cronico può essere una condizione più diffusa di quanto pensiamo, e presenta maggiore incidenza nei soggetti anziani. Questo tipo di dolore, dobbiamo subito specificare, può essere estremamente invalidante per la qualità della vita di chi ne soffre.
Quali sono allora le caratteristiche del dolore cronico, soprattutto negli anziani?
Come deve essere affrontata questa problematica?
E, soprattutto, in che modo si può assicurare al paziente, che ha superato i 65 anni, una quotidianità quanto più possibile serena e funzionale?
Risponde a queste domande Giulia Bonini, medico del Santagostino specializzata in geriatria e iscritta alla SIGOT, la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio.
Quando si può parlare di dolore cronico?
↑ topIl dolore può essere definito “cronico” quando perdura più a lungo rispetto a quelle che sarebbero le tempistiche di guarigione.
I tempi di guarigione di un tessuto sono generalmente compresi entro i 3 mesi, quindi si parla di dolore cronico quando questo persiste – oppure tende a recidivare – per un tempo superiore ai 3 mesi.
Si può parlare di dolore cronico anche quando tende a persistere per più di un mese in seguito alla risoluzione di una lesione acuta, oppure quando è associato ad una lesione che non guarisce.
Per quanto riguarda la sua diffusione, interessa circa il 50% – 70% della popolazione over 65. Specifichiamo come solitamente l’età geriatrica venga fatta iniziare proprio dai 65 anni, anche se sarebbe più opportuno farla iniziare a partire dai 75 anni.
Differenze tra dolore cronico e dolore acuto
↑ topSecondo la definizione data dall’International Association for the Study of Pain, il dolore risulta essere composto da due elementi:
- nocicezione, ovvero la componente percettiva, che permette al Sistema Nervoso Centrale di ricevere stimoli che in potenza sono lesivi per l’organismo
- componente esperienziale, relativa alla condizione psichica collegata alla percezione di una sensazione che viene considerata dolorosa.
Il dolore acuto è di breve durata, è avvertito in seguito a traumi, interventi chirurgici, eventi acuti. È un sintomo improvviso, solitamente localizzato, spesso originato da un danno di fronte al quale il nostro corpo prova a difendersi. Può essere lieve o intenso e, una volta risolta la causa scatenante, si risolve.
Il dolore cronico, oltre che un sintomo, è considerato quasi come una patologia a sé che interferisce con la qualità della vita della persona. Il dolore, in altri termini, può essere definito come un allarme. Quando il nostro corpo lo percepisce, è possibile che sia sul punto di subire un danno, o che l’abbia già subito.
Per questa ragione, anche sintomi non cronici, e con eventuale andamento intermittente, dovrebbero essere osservati il prima possibile dal proprio medico o dalla opportuna figura specializzata. In modo tale da intervenire con i giusti tempi e con la terapia adeguata al caso.
Quali sono i principali dolori cronici nell’anziano?
↑ topGli esempi di dolore cronico negli anziani, e le relative cause, che interferiscono sul benessere e sulle attività quotidiane del paziente anziano possono essere molteplici. Tra le principali forme possiamo indicare:
- tutte le patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, e nello specifico l’osteoartrosi, che possiamo indicare come la principale ragione del dolore cronico in un soggetto anziano. Altre patologie sono la fibromialgia, l’artrite reumatoide, il mal di schiena, o lombalgia cronica
- emicrania e cefalea
- dolore neuropatico a carico sia dei nervi periferici che dei nervi centrali
- dolore cronico di natura oncologica, causato dalla patologia stessa, conseguenza del trattamento chirurgico o riconducibile tra gli effetti collaterali di chemio o radioterapia
- neuropatia diabetica e vascolare, considerabile una tra le complicanze principali del diabete.
Ci sono sintomi in correlazione al dolore cronico in un anziano?
↑ topQuando il dolore cronicizza, indipendentemente dalle cause che lo hanno scatenato, è possibile che il paziente anziano sviluppi ulteriori sintomi che possono essere ricondotti alla componente esperienziale:
- insonnia e, più in generale, disturbi legati al sonno
- stanchezza, come conseguenza della sofferenza dovuta ai dolori persistenti e alla eventuale privazione di sonno
- debolezza generale
- deficit cognitivi e sintomi depressivi.
Valutazione del dolore, non solo cronico, nell’anziano
↑ topValutare il dolore, in un paziente anziano, è un’attività piuttosto complessa, dal momento che spesso sono presenti plurime patologie ognuna delle quali può causare dolore.
Il quadro è spesso poi complicato dalla presenza di deficit cognitivi che rendono difficoltosa la valutazione del dolore e possono causare una sottovalutazione del dolore, cui segue un sottotrattamento.
Come si può curare il dolore cronico?
↑ topIl trattamento del dolore cronico nell’anziano prevede una molteplicità di approcci. Il primo consiste nella terapia farmacologica, le cui linee guide si basano sulla scala analgesica su tre gradini messa a punto dall’OMS nel 1990.
Tra i principali farmaci utilizzati per alleviare il dolore cronico ci sono:
- paracetamolo, spesso farmaco di prima scelta nel dolore lieve per gli scarsi effetti collaterali
- FANS, ovvero antinfiammatori non steroidei
- analgesici adiuvanti, come anticonvulsivanti o antidepressivi
- analgesici oppiacei per il dolore moderato-severo.
L’opportunità di ricorrere ad un approccio farmacologico, la scelta e il dosaggio dei farmaci, e non da ultimo il monitoraggio degli stessi, deve avvenire sotto stretta indicazione del medico professionista, e deve seguire i princìpi quali: l’adozione di formulazioni farmaceutiche con rilascio prolungato, il mantenimento della concentrazione di analgesici, nel plasma, in modo costante.
Spesso, per una corretta gestione in casi di gestione farmacologica per il dolore cronico, può essere utile rivolgersi ad un Centro di Terapia del Dolore.
Gestione del dolore cronico, nell’anziano, con terapia multimodale
↑ topLa gestione del dolore cronico, per essere efficace, richiede in ogni caso un approccio multimodale, nel quale possono essere compresi:
- metodi fisici come la fisioterapia oppure terapie fisiche che utilizzano energie a scopo terapeutico (es. Tecarterapia, TENS, ultrasuoni, magnetoterapia, onde d’urto)
- medicina integrativa, che comprende tecniche quali l’agopuntura, la meditazione, ma anche l’osteopatia e la massoterapia.
Terapia psicologica con approccio cognitivo-comportamentale
↑ topPer il trattamento del dolore cronico possono essere utilizzate anche le terapie psicologiche di tipo cognitivo-comportamentale. Queste non curano direttamente il dolore ma possono essere un valido aiuto per favorire il rilassamento muscolare, per cambiare i pensieri e le emozioni legati al dolore e migliorare quindi la qualità di vita del paziente.
Per quanto possibile, il dolore non dovrebbe mai ostacolare la quotidianità del soggetto. Proprio in questa ottica il professionista dovrebbe orientare il soggetto anziano a riprendere, o aumentare, sia le attività di tipo fisico che di tipo sociale.
Una maggiore integrazione con il proprio tessuto sociale, familiare e affettivo, insieme ad una calibrata attività fisica, portano infatti il paziente anziano a concentrarsi meno sul dolore e migliorare la qualità di vita.