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Pubblicato inSalute

Utero gonfio, quando rivolgersi all’esperto

Cosa può significare quando l’utero aumenta di dimensioni? Come capire se si tratta di un problema?

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La presenza di utero gonfio e ingrossato può verificarsi in diverse circostanze. Se in alcuni casi, come durante la gravidanza, rappresenta una manifestazione fisiologica, in altri può essere il sintomo di condizioni patologiche.

Quali disturbi medici può celare? Come si manifesta un tumore all’utero? In che modo è possibile determinare la causa di un utero ingrossato? Quali opzioni di trattamento ci sono? Risponde alle domande il dott. Rosalbino Mantuano, ginecologo del Santagostino. 

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Quando l’utero si ingrandisce?

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Quando non è legato a cause fisiologiche, un utero gonfio, vale a dire aumentato di volume, può essere ricondotto principalmente alle seguenti condizioni: 

Quali caratteristiche permettono di riconoscere queste condizioni? Vediamolo in dettaglio.

Fibromatosi

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La fibromatosi è la presenza, nel contesto della parete uterina, di fibromi, anche detti leiomiomi o miomi: la tipologia di neoformazione pelvica più comune nelle donne.

Si tratta di neoformazioni monoclonali non cancerose che originano dalle cellule muscolari lisce e dai fibroblasti del tessuto uterino o miometrio, e insorgono nelle donne in età riproduttiva

Nelle donne fertili, in particolare, la loro incidenza aumenta con l’avanzare dell’età. In uno studio di screening ecografico che ha esaminato l’incidenza dei fibromi nelle donne nere (un gruppo ad alto rischio per questa patologia), i tassi di incidenza specifici per età (casi/1000 anni/persona) sono stati infatti rispettivamente di:

  • 49,7 nelle pazienti di età inferiore a 30 anni 
  • 55,2 nelle pazienti da 30 a 34 anni
  • 58,2 nelle pazienti da 35 a 39 anni.

Uno studio trasversale in Europa su 1756 pazienti con sintomi correlati a fibromi ne ha accertato la presenza nel 12-24% dei casi. I miomi sono clinicamente evidenti nel 12-25% delle donne in età riproduttiva in circa l’80% all’esame istologico degli uteri asportati chirurgicamente.

Non sono stati descritti nelle ragazze in età prepuberale, ma sono occasionalmente osservati nelle adolescenti. Nella maggior parte delle pazienti – ma non in tutte – dopo la menopausa si riducono di volume.

Come ci si accorge di avere un fibroma all’utero?

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Quando sono sintomatici, i fibromi causano tipicamente:

  • dolore e senso di pressione pelvica

I fibromi uterini possono anche avere effetti sulla sfera riproduttiva, causando infertilità o esiti avversi della gravidanza (aborti spontanei).

Raramente la sintomatologia può essere leggera e la paziente può recarsi dal ginecologo e trovare fibromi anche di volume davvero elevato.

La posizione dei miomi all’interno dell’utero è varia ed è classificata secondo i criteri della International Federation of Gynecology and Obstetrics (FIGO). Sinteticamente possiamo considerare:

  • miomi intramurali che si trovano all’interno della parete uterina
  • miomi sottomucosi che protrudono verso la cavità uterina. Questi fibromi possono essere di tipo 0,1 o 2, rispettivamente se si sviluppano completamente all’interno della cavità, meno del 50% nel miometrio o più del 50% nel miometrio
  • miomi sottosierosi che si sviluppano verso la superficie esterna dell’utero e possono anche avere una base sessile o peduncolata o a sviluppo infraligamentario.

Adenomiosi

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Quando si parla di volume uterino aumentato bisogna ricordare accanto alla fibromatosi – e non confonderla con essa – l’adenomiosi. Questa condizione si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste l’interno dell’utero, cresce all’interno del miometrio, lo strato muscolare esterno che lo avvolge. Questa intrusione porta a una condizione persistente di infiammazione e a un conseguente aumento dello spessore delle pareti uterine.

La patologia può manifestarsi in modo circoscritto, formando noduli chiamati adenomiomi, o diffondersi su vaste porzioni della parete uterina, di frequente nella parte posteriore dell’utero, generando un’adenomiosi diffusa.

L’adenomiosi si manifesta spesso con:

All’esame in una paziente con adenomiosi, l’utero è tipicamente liscio, globoso e paludoso.

Fibromatosi e adenomiosi sono solitamente differenziate dall’ecografia poiché ciascuna ha un aspetto caratteristico.

Carcinoma dell’endometrio

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Un’altra condizione di “utero gonfio” può essere legata a una neoformazione che entra in  diagnosi differenziale: il carcinoma dell’endometrio. L’endometrio è la sede più comune di cancro ginecologico nei paesi sviluppati. Le pazienti presentano sanguinamento uterino e possono presentare una massa uterina.

Tuttavia, all’ecografia transvaginale il carcinoma endometriale si presenta con ispessimento dell’endometrio o, nel caso di una malattia più avanzata, una lesione che invade anche il miometrio. Questo è un aspetto nettamente diverso da un fibroma, che può distorcere la cavità endometriale, ma non invadere effettivamente dall’endometrio al miometrio.

Il prelievo endometriale tramite isteroscopia è il miglior metodo di diagnosi per il carcinoma endometriale e dovrebbe essere sempre eseguito se si pone il sospetto diagnostico all’ecografia.

Sarcoma uterino

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Il sarcoma uterino è un tumore maligno raro (da 3 a 7 casi su 100.000 nella popolazione degli Stati Uniti) e ha purtroppo una prognosi infausta. Il tipo principale di sarcoma che può assomigliare a un leiomioma è il leiomiosarcoma, che si presenta come una massa miometriale, spesso con sanguinamento uterino anomalo. Al contrario, il sarcoma stromale endometriale si presenta come una massa endometriale.

Differenziare i leiomiomi benigni dai sarcomi uterini è una sfida per il clinico. La maggior parte dei sarcomi non viene rilevata prima dell’intervento ma può essere sospettata avvalendosi di tecniche strumentali (ecografia, risonanza magnetica) che studiano la struttura e la vascolarizzazione della neoformazione.

Come capire se ho un problema all’utero?

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In caso di utero aumentato di volume, permettono una diagnosi precisa ed orientano verso la terapia:

  • la visita ginecologica
  • l’esame pelvico con palpazione bimanuale
  • esami strumentali come l’ecografia transaddominale e transvaginale o, nel caso di sospetti particolari, indagini più specifiche come la TC pelvica e la risonanza magnetica.

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Utero gonfio: trattamento

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La terapia in presenza di un utero ingrossato dipende dalle cause che l’hanno provocato.

Il trattamento per i leiomiomi più voluminosi è necessariamente chirurgico. L’intervento può essere risolutivo specie in presenza di miomi sottosierosi e unici. In questo caso ci si limita all’asportazione del mioma (miomectomia). In casi più complessi e, soprattutto a ridosso della menopausa, qualche volta è necessario asportare l’utero fibromatoso (isterectomia).

Sono state proposte nel tempo anche diverse terapie mediche e intrauterine (sistemi intrauterini medicati, IUS) che sono utili nel limitare la crescita dei fibromi, ridurre il sanguinamento ed il dolore, controllare l’evoluzione della patologia specialmente nei casi di fibromatosi moderata.

La sorveglianza clinica con visite periodiche ed ecografica è comunque sempre necessaria perché bisogna anche considerare la possibilità della presenza di formazioni neoplastiche maligne uterine.

Anche la terapia in caso di adenomiosi dipende dalla gravità del disturbo: possono essere impiegati farmaci estroprogestinici o dispositivi intrauterini medicati, si ricorre altrimenti all’isterectomia in caso di sintomi gravi, nelle donne che non desiderano una gravidanza.

I carcinomi dell’endometrio sono in genere trattati chirurgicamente, tramite isterectomia, talvolta associata all’asportazione di ovaie, tube e linfonodi pelvici, eventualmente seguita da trattamenti supplementari quali radioterapia, chemioterapia, terapia ormonale o altri approcci.

L’isterectomia totale è indicata anche in caso di sarcomi uterini, con radioterapia o chemioterapia se reputato opportuno. I sarcomi stromali di basso grado ormonosensibili possono rispondere bene a terapie ormonali.